Terza fascia tutt’altro che magnanima per il Napoli. L’urna dice Az Alkmar. Un avversario tosto, con discreto talento. Una squadra che, insomma, guai a sottovalutarla. Scopriamo quindi nel dettaglio la storia, i tifosi e i punti di forza della “quarta incomoda” olandese.
Storia
Alkmaar, una piccola cittadina di nemmeno 100mila abitanti nella regione della Frisa, per lungo tempo è stata nota in Olanda solo ed esclusivamente per un particolare detto: “Bij Alkmaar begint de victorie” (“La vittoria comincia in Alkmaar”). La frase fa riferimento ad un episodio della guerra d’indipendenza contro gli spagnoli nel ‘500 che vide la vittoria dell’assedio di Alkmaar come punto di svolta del conflitto.
Di certo nessuno, nemmeno quando nel 1954, parecchio tardi rispetto al resto del paese, fu fondato l’Alkmaar ‘54, avrebbe mai pensato che quella piccola cittadina in Frisia potesse essere ricordata anche nel calcio. I primi anni infatti furono un susseguirsi di mediocrità e sconfitte. Almeno fino a quando l’Alkmaar ‘54 non si fuse con un’altra realtà cittadina: lo Zaanstreek. Da qui il nome Alkmaar-Zaanstreek, abbreviato in AZ.
Il nuovo sodalizio immediatamente approdò in Eredivisie. Da lì in poi fu un crescendo di risultati. Dalle salvezze dei primi anni si arrivò, nel giro di nemmeno un decennio, alla lotta per il titolo e alla vittoria della Coppa d’Olanda. Il calcio dei Paesi Bassi in quel periodo era dominato, come oggi d’altronde, dal terzetto Ajax-PSV-Feyenoord, fu così un vero e proprio evento la vittoria nella stagione 1980/81 del titolo da parte dell’AZ.
La vittoria fu però un fuoco di paglia. La speranza, da parte degli appassionati olandesi, di aver trovato la “quarta incomoda” che potesse insidiare il tripolio delle Eredivisie andò ben presto in fumo. L’Az infatti visse un ventennio di alti e bassi (più bassi che alti), uscendo dalla corsa per le competizioni europee e subendo addirittura la retrocessione.
Fu solo nel 2004/05 che iniziò la nuova età d’oro del club. Il ritorno in Europa dopo moltissimi anni fu solo il preludio della fantastica cavalcata che portò il club a vincere il campionato nel 2008/09, esattamente 28 anni dopo l’ultimo titolo, interrompendo il dominio delle “tre grandi” che durava da allora.
Nell’ultimo decennio, seppur non riuscendo a centrare il terzo titolo, il club si è dimostrato in grado di essere stabilmente tra le prime classificate, riuscendo spesso e volentieri a scalzare una delle “tre grandi” dal podio e centrando moltissime qualificazioni in Europa League.
Rosa
Con un’età media di 24 anni e solo 8 stranieri in rosa, l’AZ è una delle realtà più promettenti del calcio olandese. Giocatori come Idrissi e Boadu sono stati diverse volte sui taccuini dei maggiori osservatori europei (anche del Napoli). Una gioielleria che, come tutto il calcio olandese, è però abbastanza cara e spesso scoraggia gli acquirenti dall’approfondire il semplice sondaggio.
Altri elementi di indubbio valore solo l’ala Calvin Stengs e il capitano, nonostante i suoi 22 anni, Kopmeiners. Da tenere d’occhio anche il terzino Wijndal e il 10 de Wit. Tutti giocatori sotto i 25 anni il cui valore di mercato potrebbe presto essere proibitivo per molti club europei.
Stella
Scegliere un giocatore simbolo in una squadra piena di giovani emergenti non è mai facile. C’è però un calciatore che ha attirato l’interesse del Napoli e di cui vale la pena fare menzione. Stiamo parlando di Oussama Idrissi, talentuosa ala sinistra di origini marocchine.
Prelevato a fine 2018 per una cifra vicina ai 2 milioni, attualmente l’ala sinistra sembra avere un costo proibitivo per buona parte delle squadre europee, Napoli compreso a detta dei colleghi olandesi. Merito di diverse stagioni ad altissimo livello e dei 37 gol in quasi 100 presenze con la maglia biancorossa dell’AZ.
Allenatore
Un allenatore fatto in casa, questo è Arne Slot, attuale tecnico dell’AZ. Dopo una trafila nel settore giovanile, il 42enne ex bandiera dello Zwolle, è dal settembre 2019 il tecnico della prima squadra. E non stava andando, prima dello stop forzato a causa Covid, nemmeno tanto male. L’AZ sotto la sua guida era infatti primo in classifica a parti punti con l’Ajax prima dello stop forzato. Un ruolino di marcia che rischiava di portare ad un titolo che manca da 12 anni. Purtroppo c’è da dire che questa stagione non è iniziata nel migliore dei modi. L’AZ infatti ha già avuto il suo esordio stagionale in Europa, nei play-off per la Champions. Ma la sconfitta per mano della Dynamo Kiev ha fatto si che i biancorossi retrocedessero in Europa League.
Il tecnico solitamente varia tra un 4-3-3 e un 4-2-3-1 a seconda dell’avversario e della situazione. Imprescindibile in ogni caso la difesa a quattro, con la spinta garantita dai due terzini Wijndal e Svensson. A centrocampo punto fermo è la fantasia di de Wit, attorno alla quale ruotano i numerosi uomini a disposizione del tecnico. In attacco invece quasi sempre il peso ricade sulle spalle di Boadu.
Tifosi
Non essendo una delle tre storiche big del calcio olandese l’AZ non ha un tifo nutrito oltre la zona locale della città. Nonostante ciò la squadra risulta essere molto seguita e con buone medie spettatori. Il tifo organizzato si raduna di solito nella Van der Ben Tribune (la curva) oppure nella Victorie Tribune, un chiaro riferimento all’assedio del ‘500 contro gli spagnoli.
Esiste una leggera amicizia tra i tifosi dell’AZ e quelli dell’Athletic Bilbao.
Stadio
L’AZ Stadion, noto anche come AFAS Stadion per ragioni di sponsorizzazione, è un piccolo gioiellino da 18mila posti costruito nel 2006, poco prima della vittoria del secondo campionato, per sostituire il vecchio Alkmaarderhout. Tra i tifosi è conosciuto anche con il nome di “stadio della vittoria” o di “stadio della speranza” in riferimento alla succitata vittoria del ‘500 contro gli spagnoli.
A cura di Giancarlo Di Stadio
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