Il Napoli non va oltre l’1-1 contro il Torino di Giampaolo, fino a ieri calpestato da chiunque. Ma oltre al risultato, è la prestazione che preoccupa e non poco. Gli azzurri sembrano aver spento l’interruttore dal triplice fischio del match con l’Inter: buio totale.
Squadra stanca? Forse sì, ma mentalmente più che fisicamente. Le assenze pesano troppo? Probabilmente è vero, però niente alibi, come disse Riccio nel post Lazio-Napoli. Nella squadra azzurra ci sono diverse cose che non girano in realtà e la sfida di ieri è solo la conferma di qualcosa che va avanti da tempo. Le prime avvisaglie si erano già avute contro il Sassuolo, l’AZ Alkmaar oppure in casa del Rijeka, dove si assistette ad un primo tempo indecoroso. Le roboanti vittorie contro Atalanta e Roma, la rimonta con la Sampdoria e il passaggio del girone di Europa League con tanto di primato sono state armi a doppio taglio, hanno celato problemi che non sono mai andati via del tutto. Consapevoli della difficoltà di commentare la prestazione di ieri, scendiamo nel dettaglio della gara con la nostra consueta analisi “a mente fredda”.
Nel cuore di Napoli-Torino: l’analisi della partita
SORCI… “VERDI” – Mai titolo sarebbe più azzeccato per descrivere la gara di Maksimovic. Titolare per sostituire l’acciaccato Koulibaly, il serbo soffre dannatamente le incursioni dell’ex azzurro Verdi. Al 14′ è lento e poco reattivo sull’attaccante granata che lo brucia in velocità e si invola verso la porta, fortuna che il suo tiro sul primo palo non trova impreparato Meret il quale è incolpevole sul gol di Izzo e, anzi, salva su Belotti da una totale disfatta. Meglio ma appena sufficiente Manolas, che più o meno riesce a tamponare il capitano granata in forma smagliante. Gara senza alcun sussulto per Di Lorenzo, eccetto il cross per il colpo di testa di Zielinski ma in difesa si fa sentire anche sui palloni alti. In fase offensiva, tuttavia, può e deve essere più preciso. Stesso discorso per Hysaj, penalizzato evidentemente dal ritardo nella condizione fisica.
L’ENNESIMO INFORTUNIO – E’ solo una botta che, probabilmente, si risolverà presto, ma l’uscita di Demme ha pesato soprattutto dal punto di vista tattico. L’intervento scellerato di Belotti ha costretto il Napoli a privarsi di un elemento fondamentale per conservare velocità nelle verticalizzazioni, cosa che si è persa totalmente con Elmas e ancor peggio con Fabian Ruiz, che ha il merito, però, di avere l’idea di servire Zielinski in occasione del gol di Insigne. Lo spagnolo è stato gettato nella mischia nella ripresa nel tentativo di aggiungere qualità alla manovra. Partita sottotono anche per Bakayoko, lento, impreciso e in ritardo sui palleggiatori del Torino, come testimonia l’ammonizione rimediata nel secondo tempo.
APPARIZIONI – Non è una visione, ma realtà: Gattuso mette in campo Llorente. Il che denota la piena emergenza numerica e di gioco del Napoli. Lo spagnolo però, seppur fuori dal progetto tecnico, fa di tutto per incitare i compagni dall’alto della sua esperienza. A tal proposito, una domanda mi sorge spontanea: era proprio il caso di sperperare una risorsa come lui? Anche perché, dal punto di vista del campo, Petagna aggiunge poco o nulla. Va bene il gioco spalle alla porta che pure è prezioso, ma l’ex attaccante della Spal deve essere un riferimento in zona gol, cosa che al momento non riesce ad essere.
L’unico che ci prova, prima della perla di Insigne, è il solito Zielinski, che dà ancora prova di essere tra i più propositivi nonostante il momento difficile. Il polacco tenta la fortuna al 41′ dopo una delle sue solite sgroppate palla al piede, il suo tiro però è centrale e non impensierisce più di tanto Sirigu. Ancor meno la conclusione di sinistro nel secondo tempo, che arriva dopo uno splendido tunnel (tanto per cambiare) su Lukic. Zielinski che si rende poi protagonista con l’assist per il gol spettacolare del capitano azzurro, che salva i suoi da una figuraccia di quelle pesanti. La bellissima parabola disegnata da Insigne è l’unica nota lieta di una serata a dir poco angosciante. Non pungono affatto, infine, Politano e Lozano. Ma se per il messicano può starci l’attenuante della condizione fisica avendo fatto un recupero lampo, in merito all’ex Inter c’è davvero poco da giustificare. Tra i migliori dell’avvio di stagione, l’esterno è sparito completamente dopo la buona prova contro la sua vecchia squadra.
Ad addolcire un momento così amaro ci pensa mister Gattuso a fine gara parlando della sua condizione fisica. Il problema all’occhio gli ha provocato una deformazione in viso evidente, “ti sembra di non essere te stesso” dichiara. Da lì il messaggio bellissimo di sostegno a tutti coloro che soffrono di problemi di questo tipo: mai vergognarsi! Parlando delle cose di campo, per chiudere, c’è poco da dire e stavolta per davvero, gli spunti forniti dalla gara di ieri sono stati veramente esigui. Il Napoli chiude l’anno con un pareggio che sa di sconfitta, sperando di ripartire con le marce più alte dopo aver staccato la spina per qualche giorno. In questo senso, i recuperi di Osimhen e Mertens darebbero (si spera) la scossa che serve.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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