Vola in campionato il Napoli di Rino Gattuso ed aggiunge un altro mattoncino importante nella corsa ai primi quattro posti. Dopo i quattro gol rifilati alla Roma, ne arrivano altri quattro in casa del Crotone fanalino di coda, che finisce la gara in dieci per l’espulsione di Petriccione. Risultato bello frutto di un gioco armonioso come una sinfonia e a suonare la prima nota non può che essere Lorenzo Insigne.
L’autorevolezza del capitano azzurro raggiunge livelli sempre più alti. Prima il gol magico che sblocca la partita, poi il cambio di ruolo nella ripresa ad entrare ancor più nel vivo del gioco per condurre la squadra alla vittoria. Successo importante anche in termini di classifica per il Napoli, che agguanta il terzo posto in classifica a pari merito con la Juventus, forte del 3-0 a tavolino (in attesa della sentenza definitiva del CONI ed, eventualmente, del TAR). Nota di merito particolare anche per Demme. Chi ama i giocatori umili e che lavorano nelle retrovie non può non amarlo. Tedesco ma con un legame forte con l’Italia e Napoli a cui papà Enzo, calabrese, ha dato il nome di colui che è un simbolo partenopeo calcistico e non, scomparso pochi giorni fa e che ha lasciato un vuoto incolmabile. Diego che si concede anche un gol di quelli difficili, perché diciamocelo: il bello piace a tutti, pure a chi fa il lavoro “sporco”. Ma entriamo ora nel dettaglio della trasferta crotonese con il nostro consueto appuntamento di “A mente fredda”.
Nel cuore di Crotone-Napoli: l’analisi della partita
LA PRUDENZA NON E’ MAI TROPPA – Per un difensore prendere un giallo dopo appena 5′ è un rischio enorme. Ci casca Koulibaly, che si fa saltare di netto da Messias ed entra in ritardo. Ma Gattuso sceglie di tenerlo in campo per quasi tutta la partita e stavolta fortunatamente non ci sono ripercussioni: sarebbe stato più prudente sostituirlo quanto prima, ma va bene così. Ammonizione a parte, il centrale azzurro gioca una gran partita. Non che ci sia bisogno di fare gli straordinari, in realtà, ma nella vita nulla è scontato. E’ pulito negli interventi e non perde un duello che sia uno, in più è in giornata anche dal punto di vista tecnico e lo dimostrano i precisi palloni per i compagni in fase di impostazione. Altrettanto bene Manolas. Sempre attento nelle letture e nel difendere l’area di rigore, l’ex Roma disputa una gara di grande diligenza e attenzione. Encomiabile, da questo punto di vista, la gestione da parte di Gattuso, che gli permette di avere il greco (molto fragile fisicamente) sempre in buonissima condizione. Prestazione non esaltante ma sufficiente anche per i due esterni Di Lorenzo e Mario Rui. Il primo offre il suo solito contributo sulla catena di destra quando c’è da attaccare. Meno bene, invece, in fase difensiva e nei fondamentali, sbagliando diversi passaggi: forse potrebbe aver bisogno di un po’ di riposo. Chi invece è più fresco e si vede è il portoghese, come sempre molto pimpante. Da migliorare la precisione nei cross, ma in compenso quando gli tocca difendere non sfigura affatto, anzi lavora con grande attenzione e lucidità. Molto bene, infine, Ospina, alla seconda da titolare dopo l’infortunio. Il portiere azzurro è ormai certezza assoluta e gioca sempre con estrema personalità sia sia con i piedi che tra i pali. Col Crotone non sbaglia mai un’uscita alta e sull’unica vera occasione, quella di Vulic, si fa trovar pronto e respinge.
TOTALE – E’ l’aggettivo più indicato per Demme, ieri al posto dell’acciaccato Fabian Ruiz in coppia con Bakayoko. Il tedesco gioca una partita sopra le righe, è sempre il primo a gettarsi nella mischia quando c’è da recuperare il pallone ed è bravissimo nella lettura delle linee di passaggio. Non solo, col Crotone realizza la maggiore percentuale di passaggi riusciti (97%), cosa che non si vedeva dai tempi di Jorginho. Centosettanta centimetri di puro agonismo, lotta e tanta, tantissima umiltà per colui che porta il nome del più grande di tutti. Non contento, corona la sua serata con un gol dall’alto coefficiente di difficoltà, un diagonale perfetto sul quale Cordaz non può nulla. Stesso discorso per il franco-ivoriano. La sua presenza imponente rappresenta per il Napoli una diga praticamente impenetrabile, ma anche palla al piede offre una prova di alto livello eludendo il pressing avversario con grande maestria e sicurezza. Sostanza, dunque, e qualità: così il centrocampo azzurro rappresenta la carta vincente.
IL NAPOLI CHIAMA, LORENZO RISPONDE – Se contro l’AZ si è sentita non poco la mancanza del suo genio, col Crotone invece la presenza di Insigne c’è e risulta decisiva. Il capitano azzurro frena un’altra “malalengua” – come direbbero a Napoli – sfoggiando una prestazione da campione. Prima il gol da antologia che sblocca una partita fino a quel momento rognosa, poi l’assist per lo 0-2 di Lozano che affossa il Crotone, nel frattempo rimasto in dieci dopo l’espulsione di Petriccione. Impreziosisce la sua prova con il solito grande sacrificio in fase di ripiego, spesso rientrando addirittura fino alla propria area di rigore. E a proposito di Lozano, anch’egli risulta altrettanto decisivo e concreto. Imbeccato da Insigne dopo aver tagliato l’area di rigore avversaria sulla destra, il messicano è lucido davanti a Cordaz e piazza la rete del secondo vantaggio azzurro. E’ furbo poi nel costringere all’ammonizione Cuomo e Reca, che non trovano altri modi per frenarlo. Cuomo che soffre la velocità e le giocate anche di Zielinski, su tutte il tunnel nell’azione che ha portato allo 0-1 di Insigne. Il polacco cresce partita dopo partita e si rivela ancora una volta fondamentale per il gioco del Napoli. Se proprio gli si deve fare un appunto, ha da migliorare negli inserimenti senza palla e restare costantemente sul pezzo nel corso della gara.
Cede il posto a Mertens quando mancano 20′ alla fine e la squadra trae enorme beneficio anche dalla presenza del belga. Si muove tanto e va altrettanto spesso alla ricerca del pallone, il che gli permette di mettere a segno ben due assist, uno per Demme e l’altro per Petagna, che chiude i giochi. Alla prima da titolare in campionato, l’ex Spal lavora tanto come riferimento al centro dell’attacco legando bene il gioco. Sbaglia però tanto, troppo sotto porta, uno che fa il terminale offensivo non può permettersi una così bassa percentuale realizzativa. Ha mancato due gol contro l’AZ e fa lo stesso col Crotone, sprecando due occasioni nitide nel primo tempo. Forse sente il peso di guidare un attacco di gran livello e soprattutto quello di sostituire Osimhen, il che genera inevitabilmente delle pressioni, ed è per questo che la tanto agognata rete arrivata ieri sa di liberazione sia per lui che per tutto il resto della squadra.
Archiviata la trasferta calabrese, è tempo per il Napoli di concentrarsi sull’impegno più importante di questo segmento di stagione. Lo era già la partita di giovedì scorso, ma per fortuna gli azzurri hanno un secondo match-point tra tre giorni. Contro la Real Sociedad ci sono due risultati su tre a disposizione (dando per scontata la vittoria dell’AZ contro il Rijeka) per qualificarsi ai sedicesimi di Europa League, con una vittoria si va in più a vincere il girone, garantendosi la possibilità di essere testa di serie e, perciò, evitare pericolose soprese. Napoli che ci arriva nel migliore dei modi, vincere aiuta a vincere e se fatto con tanti gol è un’iniezione di fiducia in più: ma servirà la stessa fame della partita di ieri perché non ci si può permettere di steccare.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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