Sfido chiunque a farsi un giro sui siti di scommesse: non si troverebbe una sola puntata sull’1 del Napoli contro la Juventus. E comprensibilmente, in quanto le due squadre arrivavano al tanto atteso big-match con due stati di forma diametralmente opposti. Gli azzurri avevano maledettamente bisogno di rialzare il capo dopo le due sconfitte contro Genoa e Atalanta; i bianconeri, d’altro canto, venivano al Maradona con tre successi consecutivi nel proprio bagaglio, un trofeo alzato ‘in faccia’ ai partenopei e il morale alle stelle.
Eppure, la sfida tra i due amici di sempre Gattuso e Pirlo se la porta a casa il tecnico calabrese, che trasmette alla squadra tutto lo spirito combattivo che da sempre lo contraddistingue. Un gioco del destino ha voluto che la squadra azzurra si scuotesse proprio contro la Vecchia Signora, esattamente come l’anno scorso quando il Napoli, da poco passato nelle mani di Gattuso, ricominciò a camminare dopo essersi imposto per 2-1 con le reti di Zielinski e Insigne. Già, Insigne, colui che più di tutti avverte il peso di portare quella fascia. Ancora Insigne, che si scrolla di dosso la maledizione del centesimo gol in maglia azzurra ma, soprattutto, il fardello di quell’errore in Supercoppa, arrivato proprio dal dischetto. Subito dopo di lui, c’è senza dubbio Meret, che sfoggia una prestazione magistrale blindando la porta, lui che nemmeno doveva essere in campo: il fato, stavolta, è stato benevolo anche nei suoi confronti.
Nel cuore di Napoli-Juventus: l’analisi della partita
GIGANTESCO – Da riserva a eroe della partita. Questa è la serata di Meret, letteralmente catapultato nell’atmosfera di Napoli-Juventus nel giro di pochi secondi per via dell’infortunio di Ospina, che speriamo torni quanto prima. Il numero uno azzurro sopporta alla grande il peso della sfida e non fa una piega, chiudendo la porta in faccia a Ronaldo (48′), Chiesa (56′) e Morata (86′). Questi i tre tra interventi più significativi, ai quali si aggiungono la grande personalità nelle uscite alte e coraggio nel gioco con i piedi, di maggiore qualità rispetto al passato. Sontuosi a dir poco anche i due centrali Rrahmani e Maksimovic, cioè i più bersagliati dopo la sconfitta contro l’Atalanta. Partita di grande autorevolezza da parte di entrambi di fronte alle bocche da fuoco bianconere. Rrahmani compie un bell’anticipo su Morata al 62′, togliendogli dalla testa un pallone crossato col contagiri da Danilo: avesse impattato quella palla, lo spagnolo avrebbe creato grossi pericoli a Meret. Nel primo tempo si procura il rigore decisivo. Talvolta, si prende anche la responsabilità di uscire palla al piede e lo fa bene l’ex Hellas Verona, che si guadagna i giusti complimenti da parte di Gattuso a fine gara. Si rifà alla grandissima il serbo, che era stato tra i peggiori in campo a Bergamo. Svetta di testa su una quantità infinita di palloni e sceglie perfettamente i tempi di uscita ad aggredire gli attaccanti juventini. Bene anche Di Lorenzo, chiamato a concentrarsi soprattutto in fase difensiva vista l’inerzia della gara. Soffre di più nel primo tempo, quando è Chiesa a trovarsi sul suo lato, meno nella ripresa con di fronte Alex Sandro. Ne risente il suo apporto in fase offensiva, dove potrebbe essere più intraprendente, ma la partita richiedeva altro, specie dopo il vantaggio acquisito. Decisamente ritrovato pure Mario Rui, che pure non aveva brillato contro l’Atalanta. Ottima la chiusura in diagonale del portoghese al 9′ sul connazionale Ronaldo, infilatosi pericolosamente alle spalle della difesa azzurra in quel frangente scoperta. Soffre l’uno contro uno di Cuadrado, ma fortunatamente per lui e per il Napoli non si verificano gravi conseguenze. Quando può, si spinge anche in avanti supportando le (poche) ripartenze della squadra.
UN RIENTRO IMPORTANTE – In attesa degli altri, Gattuso intanto ritrova un rinforzo importante col rientro di Fabian Ruiz. Questa è l’unica cosa da annotare, anche se non di poco conto, della partita dello spagnolo, gettato nella mischia semplicemente per fare densità a centrocampo. Senza Demme, al Napoli manca fortemente un palleggiatore e la soluzione non può certo essere Bakayoko. La costruzione del gioco “non è arte sua”, come dicono i partenopei, e si vede. In compenso, sceglie di sfruttare la sua grande fisicità e la scelta paga. Gattuso gli demanda di soffocare la manovra juventina pressando alto Bentancur e lui esegue alla lettera. Viaggia ancora a giri bassi, invece, Zielinski. Il polacco, complice la lontananza dalla porta avversaria, non inventa come sa fare e fatica a effettuare i suoi soliti strappi in velocità. Forse paga anche un po’ di stanchezza.
100 DI QUESTI GOL! – Guardate questa immagine. Le mani tra i capelli e gli occhi affranti, che si riempiranno di lacrime al triplice fischio della finale di Supercoppa. Il calcio, però, è imprevedibile, ti regala possibilità su possibilità quando meno te lo aspetti e il caso ha voluto che Insigne il suo centesimo gol col Napoli lo segnasse proprio contro la Juventus, proprio su un calcio di rigore, rompendo così la ‘maledizione’. Serata magica per il capitano azzurro, perfezionata da una prestazione di enorme sacrificio. Ottima gara anche per Lozano, che fa dell’intelligenza e della scaltrezza le sue armi preferite. Punta sempre e costantemente l’avversario, anche uno scomodo come Cuadrado, che infatti per fermarlo è costretto a spendere il giallo. Pimpante come di consueto Politano, a riprova del suo brillante stato di forma. Con grande umiltà e sacrificio brucia letteralmente la fascia di competenza in entrambe le fasi, consumando la benzina contenuta nel suo serbatoio fino all’ultima goccia. E’ ancora lontano dalla condizione migliore, infine, Osimhen, ma la cosa confortante è che migliora giorno dopo giorno e mette altri settantacinque minuti nella gambe. Chiellini e De Ligt lo tengono a bada, lui però non si tira indietro quando si tratta di battagliare e questo è un altro segnale incoraggiante.
Non sappiamo se, effettivamente, la vittoria contro la Juventus produrrà gli effetti sperati. Al di là del risultato straordinariamente importante, soffre ancora di tanti problemi il Napoli di Rino Gattuso. E’ giusto festeggiare e godersi il momento, ma gli azzurri dovranno essere bravi a ritrovare la concentrazione, perché il pericolo è sempre dietro l’angolo. Giovedì c’è la trasferta di Granada per l’Europa League, al prossimo turno di campionato si torna al Gewiss Stadium contro l’Atalanta (domenica 21 febbraio alle 18, diretta tv Sky), ma con una testa completamente diversa, tutti uniti come una vera squadra. Sperando in qualche recupero lampo, che alimenterà la positività del momento prodotta dall’1-0 di ieri.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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