Quantità e qualità per il Napoli di Rino Gattuso, che travolge la Lazio nel match più delicato della corsa Champions. Una partita, quella del “Maradona”, godibile sotto ogni punto di vista, dal risultato allo spettacolo ed è grazie a entrambe le squadre. Più che uno stadio sembrava una pinacoteca piena di opere d’arte in mostra e i tifosi del calcio, prima che delle due compagini, ringraziano.
A Fuorigrotta è anche la serata dei record, su tutti quello di Mertens che, tra uno sguardo al cielo e tanta commozione, regala una perla che vale il gol numero 102 in Serie A con il Napoli, raggiungendo Antonio Vojak in cima alla classifica di tutti i tempi nella competizione. Il belga beneficia dell’assist spettacolare di Zielinski, anch’egli in serata di grazia e autore di una giocata favolosa, da stropicciarsi gli occhi. Non meno importante è quello centrato da Insigne, che con la doppietta di ieri contro il suo ex compagno Reina supera Diego Armando Maradona nella graduatoria azzurra come reti nella massima serie italiana.
Nel cuore di Napoli-Lazio: l’analisi della partita
DILIGENTE – Sono mesi che viene subissato di critiche. Sono mesi che viene messo alla porta, con le valigie in mano, spinto a dire addio. Ma Hysaj resta, pur essendo conscio che a fine stagione la sua avventura in azzurro giungerà al termine, e sta lì a lavorare con tanta umiltà e diligenza. I risultati sono prestazioni come quella di ieri, gara in cui è tra i migliori in campo sebbene giochi in un ruolo non proprio congeniale a lui. Difende con la giusta aggressività e riesce a contenere un cliente difficile come Lazzari, dotato di grande velocità. Sublima la sua prova con l’assist per il secondo gol di Insigne dopo una gran galoppata sulla fascia sinistra. Altrettanto bene Di Lorenzo sul versante opposto, che spinge con la solita regolarità ed è attento in fase di copertura. Poteva evitare, però, la punizione che ha portato al gol di Milikovic-Savic, provocata da un suo intervento più irruento del necessario su Immobile.
Replica la gigantesca partita giocata contro l’Inter Manolas, che compie diverse chiusure fondamentali sui pericoli creati dalla Lazio nell’area azzurra e conferma la condizione fisica in crescita. È meno preciso, invece, Koulibaly, il quale agisce con la consueta autorevolezza ma commette qualche errore di troppo in fase di impostazione, regalando agli avversari delle opportunità. Non eccezionale Meret, apparso poco coraggioso tra i pali. Compie una buona parata sul tocco sotto di Milinkovic-Savic nel secondo tempo (che però era in fuorigioco), ma sulla punizione calciata più tardi dal serbo non è impeccabile tecnicamente e riesce appena a toccare il pallone.
LEGGIADRIA – Sembra viaggiare sul velluto con la palla al piede Fabián Ruiz, che si destreggia con maestria nella fitta rete di centrocampisti biancocelesti, a riprova del suo elevato tasso tecnico che non scopriamo certo oggi. Ciò che colpisce particolarmente, piuttosto, è la crescita dal punto di vista tattico. Lo spagnolo non è più solo bello, ha fatto suo il ruolo in mediana che Gattuso gli ha ritagliato e migliora nella fase di copertura partita dopo partita, battagliando fisicamente quando serve. Bene anche Bakayoko, al suo fianco obbligatoriamente vista la squalifica di Demme. Il franco-ivoriano non spicca nelle vesti di regista, ma fa la sua parte e, soprattutto, svolge bene il compito di diga aiutando la difesa azzurra a contenere con solidità le offensive della Lazio.
LIBIDINE PURA – Il quartetto d’attacco suona come una sinfonia perfetta, poco importa chi siano gli interpreti. Partono titolari Politano, Zielinski, Insigne e Mertens, scelta che si rivela azzeccata dopo appena 12 minuti, quando il Napoli è già sopra di due gol. Lì davanti s’intendono a meraviglia e la Lazio, inerme, può solo che assistere alla classe del reparto offensivo azzurro. Il capitano inventa un’altra perla delle sue, l’esterno ex Inter brucia la fascia destra senza dar cenno di stanchezza, Piotr e Dries realizzano un’azione che è libidine pura, di quelle che non ti stancheresti mai di vedere e rivedere. A loro si aggiungono, nel secondo tempo, Lozano e Osimhen, che pur con pochi palloni toccati si rendono decisivi e infliggono il colpo di grazia alla Lazio.
Nel momento tra i più topici della stagione, quello che non ammetteva passi falsi, il Napoli si eleva a padrone della partita, dominando la Lazio che pure il suo l’ha fatto: più che i demeriti degli ospiti, sono i meriti dei partenopei a primeggiare. Napoli che dimostra ancora una volta di essere tra le squadre in assoluto più in forma del momento, capace di raccogliere nel girone di ritorno 13 punti su 15 contro Milan, Roma, Juventus, Inter e, appunto, la Lazio, cosa su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo fino a pochi mesi fa. E allora si va verso la volata finale, le prossime sei gare di campionato avranno un peso specifico ancor più rilevante e non saranno nemmeno così facili come può sembrare, perché le squadre che lottano per salvarsi, talvolta, sono più decisive delle prime della classe. La prima è il Torino, totalmente rivitalizzato dalla cura Nicola e che ha centrato un pareggio e una vittoria contro Juventus e Roma (scusate se è poco). Il Napoli ha le certezze e la qualità per portare a casa i tre punti, ma mai ad abbassare la guardia, anche per un solo secondo.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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