“Perdiamo le partite in fotocopia, ci facciamo del male da soli”. Così Gennaro Gattuso riassume al massimo la partita di Marassi. Napoli che, a dispetto del risultato, ha disputato forse una delle sue migliori partite di questa stagione per la reazione agli schiaffoni che, a dirla tutta, si è rifilato egli stesso per puro senso di masochismo.
Tanta fatica buttata al vento dagli strafalcioni individuali, che rischiano di distorcere la realtà e orientare il giudizio verso il binario sbagliato. Siamo alle solite: il tecnico azzurro fa da parafulmine (anche più del dovuto), ma di colpe, per la sfida contro il Genoa, ne ha pressoché zero. Stesso discorso per il resto della squadra, che ha aggredito con grande ferocia gli uomini di Ballardini, salvati semplicemente da un ottimo Perin, pali e traverse e, come se non bastasse, una svista arbitrale grossa quanto una casa. Lo spirito deve essere preservato, specialmente ora che il Napoli vive un mese cruciale e, tra indisponibili e un calendario pieno zeppo di impegni, l’ultima cosa da fare è essere distruttivi, sebbene possa venire istintivo.
Nel cuore di Genoa-Napoli: l’analisi della partita
CATASTROFE TOTALE – Di male in peggio per la difesa, che oltre a dover pagare l’assenza del suo uomo leader paga degli erroracci individuali imperdonabili. Su tutti, quelli di Maksimovic e Manolas, mix letale per il Napoli e l’ex Pandev ringrazia. Sul primo, errore del serbo nell’impostazione del gioco, troppo lungo il suo passaggio per Demme che non ci arriva. Nella stessa azione, un istante dopo, il greco inspiegabilmente non compie la diagonale e si disinteressa totalmente dell’attaccante del Genoa il quale, indisturbato, fa 1-0. Se non ha regalato gol, è comunque tra i peggiori in campo Mario Rui. Gravemente insufficiente la prestazione del portoghese, che sbaglia una quantità innumerevole di tiri e cross (se non quello in occasione della traversa di Petagna nel primo tempo), oltre che appoggi anche semplici. Inequivocabile l’immagine di Gattuso ad inizio secondo tempo che, su un suo passaggio errato, lo fulmina solo con lo sguardo. Decisamente meglio, invece, il collega Di Lorenzo, che può essere più preciso ma si propone costantemente sulla catena di destra. Incolpevole sui due gol, infine, Ospina, la cui unica sbavatura è un pallone in verticale sbagliato che mette il Napoli in serio pericolo.
DRITTO IN CURVA – E’ il pallone spedito da Elmas che grida ancora vendetta. Il gioiellino macedone è in fiducia dopo le prestazioni contro Spezia (Coppa Italia) e Parma, ma fa un passo indietro divorandosi il gol del 2-2 a pochi passi da Perin. Decisamente sottotono Zielinski, che offre qualche buono spunto ma non è mai decisivo come potrebbe ed ha dimostrato di essere. Anche lui, nella prima frazione, cestina un paio di occasioni che avrebbero indirizzato la gara su binari totalmente diversi. Si conferma su buoni livelli, invece, Demme, che va in difficoltà sul pressing dei genoani ma, in compenso, non fa mai mancare il suo apporto anche in fase offensiva. Si procura un’ottima chance al 70′ dopo un’incursione in area, ci pensa Perin con un gran riflesso a rovinare tutto.
FERMO AL PALO – La squadra necessità di qualità lì davanti e Gattuso butta nella mischia, seppur acciaccato, Insigne, con la speranza di trovare la giocata decisiva. Giocata che fatica ad arrivare, in verità, ma che il capitano azzurro piazza con un lampo al 78′, quando raccoglie una splendida palla di Lozano e calcia di prima. Il suo tiro al volo, però, si infrange sul palo. Peccato davvero, sarebbe stato un centesimo gol in azzurro dal peso specifico enorme. Si diceva del messicano, anch’egli non incidente sulla gara per via dei pochissimi spazi lasciati dal Genoa. L’impegno ce lo mette sempre, però, il ‘Chucky’, che con la sua esplosività tenta di dare la scossa al Napoli.
Prestazione di grande intensità per Politano, tra i più vivaci e soprattutto l’unico a trovare il gol che ha dato al Napoli la speranza di agguantare almeno il pareggio. Talvolta i suoi tentativi di sfondare risultano per nulla efficaci. Tuttavia, riesce quantomeno a segnare la rete che ridà speranza agli azzurri per l’arrembaggio finale. Bene Petagna, autore di un gran lavoro come boa nell’area avversaria. Lotta e sgomita con i difensori del Genoa che non sempre riescono a placarlo. Sfortunato al 25′, quando su un cross preciso di Mario Rui da calcio piazzato impatta ottimamente la palla, che si infrange poi sulla traversa. Al suo posto Osimhen, il quale come Elmas butta al vento una palla gol clamorosa al 63′. Sta gradualmente riprendendo confidenza con il campo, però, elemento assolutamente confortante per il prosieguo della stagione.
Niente da fare: questo Napoli è un’altalena continua. La squadra azzurra sembra essere vittima di una qualche maledizione da un anno abbondante a questa parte, cominciata con l’ammutinamento e che ha ancora qualche residuo. Torna Mertens e va fuori Fabian Ruiz, poi lo spagnolo rientra e il belga torna a curarsi alla caviglia. Poi la mazzata di Ghoulam ma, soprattutto, Koulibaly, K.O. causa Coronavirus. Tutta una serie di concause che non devono rappresentare un alibi, ma è altrettanto doveroso sottolinearle. Con quella contro il Genoa, si arriva a quota 7 sconfitte in campionato, la seconda di fila in trasferta, un bilancio senza dubbio preoccupante considerando gli obiettivi stagionali. Non c’è tempo, però, per piangersi addosso, perché tra tre giorni si va di nuovo in campo. Mercoledì si andrà a Bergamo sul campo di un’Atalanta ancor più col dente avvelenato per la clamorosa rimonta subita dal Torino e servirà la massima coesione possibile, ove mai fosse raggiungibile. Se non altro, lo spirito visto a Marassi a seguito della doppia mazzata è stato tanto inimmaginabile quanto confortante e, se si vuole uscirne indenni, tocca preservarlo evitando di alimentare ulteriori spaccature.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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