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A MENTE FREDDA – L’inferno in un secondo: ma arbitraggio e sfortuna non sono l’unica causa

Il più classico degli scherzi del destino condanna il Napoli. Ora senza Mertens e Insigne con la Lazio sarà dura

Una squadra fa la partita, l’altra vince. E’, questa, una delle dinamiche più frequenti da quando esiste il calcio. Commentare la sconfitta di San Siro, pertanto, è molto difficile. Realisticamente parlando, i problemi sono soprattutto in attacco, dove il Napoli ha l’occasione per affossare l’avversaria e non ci riesce mai.

L’Inter la porta a casa per pura casualità, non giriamoci intorno. Le bocche di fuoco nerazzurre vengono imbrigliate da una difesa azzurra praticamente perfetta, il cui lavoro viene distrutto in pochi istanti dall’uscita di Ospina, che tuttavia poteva trattenersi ben poco sull’incursione minacciosa di Darmian, e dal conseguente putiferio che porta all’espulsione di Insigne. Sull’episodio del gol poteva far meglio la linea difensiva muovendosi in maniera armonica e mettendo in fuorigioco Darmian ma parliamo di un’azione veloce, un rimpallo fortunoso, una situazione quindi anche complicata da leggere. Se proprio tocca trovare dei difetti nella prestazione del Napoli, c’è da sottolineare ancora una volta la poca freddezza in zona gol. L’atteggiamento è quello giusto, la squadra di Gattuso è impeccabile nel sovrapporsi all’Inter tatticamente. Paradossalmente, dopo l’espulsione del suo capitano si fa ancora più aggressiva e pericolosa. Eppure la palla non entra. Zielinski nel primo tempo, ma soprattutto Insigne, Politano, Di Lorenzo Petagna (sul palo) nel secondo non affondano il colpo contro i nerazzurri, salvati miracolosamente da “Sant’Handanovic”. Questo per dire che la sconfitta di ieri, al netto dell’arbitraggio di Massa (su cui è meglio non entrare nel merito), non è soltanto dettata dalla sfortuna.

Nel cuore di Inter-Napoli: l’analisi della partita

 

LAMPO FATALE – Come si decide una partita bloccata come quella di ieri? Semplice, con un lampo, un episodio che risulti fatale. E ieri il Napoli ne dà prova col più classico degli scherzi del destino. La sfida con l’Inter si risolve tra il 70′ e il 73′, minuti del fallo di Ospina su Darmian e il rigore poi segnato da Lukaku. Il portiere azzurro trasmette, come al solito, grande sicurezza alla squadra nel gioco con i piedi, ma nel momento clou svolta la gara con l’uscita a valanga sull’esterno interista. Di colpe, tuttavia, ne ha poche: difficile placare l’impeto di fronte al pericolo. Per il resto della difesa, secondo il sottoscritto, pesa semplicemente il risultato finale sul giudizio, perché guardando ai fatti di campo le sbavature sono quasi pari a zero. Eccetto la palla persa che spalanca la strada a Lautaro, solo elogi per Koulibaly, il quale segue come un’ombra il “bombardiere” Lukaku che vede pochissimo la palla. Stesso discorso per Manolas con l’argentino, il greco non si fa mai trovare impreparato. Bene anche Di Lorenzo, la cui esplosività è elemento prezioso per il Napoli in ripartenza sfruttando gli spazi concessi dall’Inter. Incide sulla valutazione, però, l’occasione sprecata nella ripresa, quando spara su Handanovic di sinistro non servendo Petagna in area che, tutto solo, avrebbe dovuto solo spingerla in porta. Prova di sostanza pure da parte di Mario Rui, il cui supporto in avanti non manca mai. Anche per lui qualche disattenzione in fase difensiva, ma nulla di grave.

ORDINATO – E’ l’aggettivo giusto per Demme, ancora lui titolare al fianco di Bakayoko. Il tedesco fa da metronomo in mezzo al campo fornendo un buon giro palla al Napoli con la sua rapidità nei movimenti. Poco da dire anche sul franco-ivoriano, autore di giocate semplici ma efficaci e nessun errore degno di nota. L’unica annotazione da fare è il giallo rimediato per un fallo su Lautaro nel secondo tempo. Merito al duo di centrocampo azzurro, poi, in fase di ripiegamento, dove mai si fanno cogliere in fallo dagli uomini di Conte.

PSICODRAMMA – Neanche nelle sceneggiature cinematografiche più catastrofiche si può pensare ad un epilogo come quello che vive Insigne. Nel giro di pochi minuti, il capitano azzurro passa da un gol da antologia di tacco salvato miracolosamente da Handanovic all’espulsione per proteste contro l’arbitro Massa. Gattuso prova a giustificarlo a fine gara appellandosi alla foga del momento, ma l’ingenuità resta: la sua assenza contro la Lazio, aggiunta a quella di Mertens, rischia di pesare come un macigno. Il belga esce addirittura in lacrime dopo appena 10′, sintomo di una serata che si preannuncia maledetta sin da subito. Al suo posto Petagna, autore di una buona partita soprattutto dal punto di vista tattico. Le sue qualità nel legare il gioco sono preziose per il Napoli, che sfrutta la sua fisicità per innescare gli inserimenti degli esterni. Gioca, tuttavia, troppo lontano dalla porta e quando vi si avvicina non fa male all’Inter. In un’occasione, per colpa di Di Lorenzo che preferisce tentare la conclusione piuttosto che servirlo a portiere battuto. Nell’altra, ci pensa il palo ad impedirgli di essere decisivo per la terza volta dopo i match con Benevento e Sampdoria.

Sfiora il gol salva risultato anche Politano, voglioso di dimostrare alla sua ex squadra di essersi sbagliata sul suo conto. L’esterno prova ancora una volta il fatto che la piena fiducia in lui da parte di Gattuso non è immotivata, facendo soffrire non poco i difensori dell’Inter. Ci mette di nuovo una pezza Handanovic con un ottimo riflesso, anche se l’attaccante azzurro può piazzarla decisamente meglio. Politano che subentra a Zielinski, certezza ormai nel quartetto offensivo. Un paio di tunnel da capogiro ai danni dei centrocampisti dell’Inter e la rete sfiorata nel primo tempo su sponda di Petagna sottolineano il buon momento di forma del polacco, che offre sempre tanta qualità alla manovra partenopea. Ultimo, ma non per importanza, Lozano, il migliore dell’intero reparto a mani basse. Punta sempre l’uomo senza paura, è una spina nel fianco continua con e senza la palla sull’esterno per i nerazzurri, che non riescono a trovare le contromisure per placarlo.

Risveglio con in bocca un senso amarissimo, in definitiva, per il Napoli, punito severamente da un risultato bugiardo. Risultato che, badando alla sostanza, premia solo l’Inter, che sfrutta le frenate di Juventus (1-1 con l’Atalanta) e soprattutto il Milan (2-2 in extremis contro il Genoa), portandosi a meno uno dalla vetta occupata dai cugini rossoneri.

Dall’altro lato gli azzurri i quali escono da San Siro con la coda fra le gambe. Serata da dimenticare per gli uomini di Gattuso, che si proiettano ora alla trasferta dell’Olimpico contro la Lazio senza Mertens e Insigne, gli elementi più rappresentativi. Si è parlato più volte della qualità e profondità della rosa di questo Napoli e domenica c’è un nuovo importante test per testimoniarlo: il momento della verità è adesso, serve una reazione rabbiosa per gettare nel dimenticatoio l’ingiusta sconfitta di ieri.

A cura di Giuseppe Migliaccio

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