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A MENTE FREDDA – La rivolta degli “emarginati”: brillano tutti in questo Napoli

Bakayoko, insieme a Hysaj, è probabilmente il migliore in campo. Ora l'obiettivo Champions è a portata di mano

Perseverare nelle proprie idee talvolta produce frutti e Gattuso ne è l’esempio. Il Napoli ora viaggia a ritmi elevatissimi e vede l’obiettivo stagionale a portata di mano. Anzi, addirittura può concedersi il “lusso” del rammarico per non aver potuto mettersi in corsa per il bersaglio grosso. La squadra azzurra vive come in una bolla in questo momento, una magica parentesi dove praticamente chiunque metta piede in campo dà il suo importante contributo.

La prova di ciò è senza dubbio Bakayoko, che nel momento in cui è chiamato a guidare il centrocampo partenopeo tira fuori una prestazione di quelle memorabili. Subissato di critiche (ci si mette il sottoscritto in primis, senza timore), il franco-ivoriano giganteggia sugli avversari, probabilmente sospinto dall’autentico golasso che ha sbloccato il risultato. Insieme a lui c’è Hysaj, non nuovo in realtà a gare di alto livello in questa stagione, il quale dà sfoggio di una condizione tecnica e mentale straordinaria attraverso lanci precisi, fraseggi veloci e una fase difensiva condotta con estrema meticolosità e reattività. La squadra si è immessa sul binario giusto e c’è solo da sorridere, mantenendo però al contempo alta l’attenzione per la volata finale.

Nel cuore di Torino-Napoli: l’analisi della partita

ELSEID “LA FURIA” – A dispetto di tutti i criticoni da bar, Hysaj fa vedere ancora una volta il professionista che è. Col Torino è una vera e propria furia sulla fascia sinistra, dove agisce con autorevolezza in entrambe le fasi. La sua prestazione è godibile, però, anche dal punto di vista puramente tecnico, come dimostrano i lanci precisi in verticale o lo scavetto col sinistro a premiare l’inserimento di Di Lorenzo (i due si sono eccezionalmente scambiati di lato) al 29′. Bene anche l’ex Empoli, il quale alla distanza riduce i giri del motore ma che nel primo tempo è tra i più in palla. Non fa mai mancare il suo apporto sulla corsia di destra e più volte crea pericoli con i suoi cross dal fondo. Sfiora l’autogol al 36′ deviando male di testa un calcio d’angolo avversario, per fortuna c’è Osimhen che salva tutto sulla linea di porta.

Pure i due centrali Koulibaly Rrahmani non sfigurano, anche se in realtà non è che abbiano avuto questo gran da fare. Il numero 26 azzurro compie un errore in uscita nel secondo tempo regalando al Torino un’opportunità per far male ma, nel complesso, tiene bene botta con gli attaccanti granata così come il kosovaro, che in più produce una palla gol con un colpo di testa da corner al 33′ sulla quale poteva fare decisamente meglio, visto il risultato. È poco impegnato ma comunque attento anche Meret, autore di un gran salvataggio su un cross da punizione degli uomini di Nicola a ridosso del duplice fischio. All’alba del secondo tempo compie un doppio salvataggio su Ansaldi e Mandragora, andati al tiro a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro.

“BAKAYOGOL” – In un momento così delicato come quello che vive il Napoli in questo finale di stagione, talvolta serve un colpo straordinario per indirizzare una partita. E perché no, magari arriva da colui che non ti aspetti, Bakayoko, che al 10′ buca Sirigu con una fucilata terrificante dopo aver eluso due avversari e resistito alla pressione di un terzo. Il suo ruolo di diga davanti alla difesa lo porta ad avere troppa irruenza in alcune circostanze e a commettere qualche fallo evitabile, ma complessivamente la sua prestazione è di quelle memorabili, una delle migliori da quando veste questa maglia. Non è da meno Demme, arrivato in punta di piedi in azzurro e si è ritagliato il suo spazio, diventando imprescindibile. Il giro-palla della squadra ha la giusta qualità e rapidità grazie al tedesco, che lancia gli attaccanti in verticale ogni volta che può: in coppia con Bakayoko non hanno fatto sentire la mancanza di Fabián Ruiz, compito non semplice di questi tempi.

PERICOLO COSTANTE – I difensori del Torino soffrono maledettamente la presenza di Osimhen, che gli sta costantemente col fiato sul collo e li aggredisce con una ferocia inaudita. Il giovane attaccante nigeriano ha finalmente trovato la forma migliore e ha voglia di mangiarsi il campo e gli avversari, come dimostra l’azione del suo gol. È bravo a rubare palla a Nkoulou e a involarsi verso Sirigu, dopodiché mette dentro grazie a uno scontro fortunoso di Bremer. I granata interpretano male la gara, concedono delle praterie e l’ex Lille ci va a nozze, tant’è vero che sia al 53′ che al 56′ ha una doppia chance per chiudere la gara: entrambe le sue conclusioni, tuttavia, vengono respinte coi piedi dal portiere avversario. Vuole assolutamente trovare la rete anche Insigne, che ci prova in tutti i modi ma con risultati non proprio esaltanti se non il palo colpito all’ora di gioco. Il capitano azzurro non è nella sua serata migliore, in più ha un cliente scomodo da contenere come Singo.

La sfortuna bussa pure alla porta di Zielinski, protagonista di un’ottima gara in sostegno a Osimhen. Il polacco colpisce anch’egli un legno al 40′, col pallone che poi sbatte addosso a Sirigu e grazia il Torino. Meglio Lozano rispetto a Politano. L’ex Inter, che parte dall’inizio, non disputa una prestazione brillante, ma al 33′ ha sul sinistro la palla dello 0-3, cestinata dopo la deviazione decisiva di un difensore. Più pimpante il messicano, che infila più volte la retroguardia avversaria e va anche vicino alla gioia personale all’83’, ma il suo tiro in diagonale viene respinto ancora una volta da Sirigu. Provoca anche l’espulsione di Mandragora, il quale non può che atterrarlo dopo essersi fatto saltare di netto.

È una vittoria di cruciale importanza quella conquistata dal Napoli all’Olimpico Grande Torino, forse sottovalutata dai più. Giocare contro le squadre in lotta per la salvezza, la storia insegna, non è mai facile. Gli uomini di Gattuso, però, scendono in campo col piglio giusto e con grande umiltà riconoscono di doversela sudare. I due gol in rapida successione, che hanno messo l’inerzia della gara a favore, sono il frutto di un atteggiamento aggressivo e coraggioso messo in atto sin dal primo secondo. Napoli che ora occupa il terzo posto in classifica e ha agganciato il Milan al secondo, cosa inimmaginabile tra gennaio e febbraio. Gli azzurri hanno le capacità e il dovere di onorare questo assurdo campionato fino all’ultima delle cinque gare rimaste, non bisogna fare sconti a nessuno. In primis al Cagliari, prossimo avversario dei partenopei domenica al “Maradona”, altro cliente impegnato nella battaglia per non retrocedere e, quindi, ostico. Stavolta la classica frase “sono tutte finali” è più reale che mai, perché con le pretendenti che corrono (Atalanta su tutte) solo “col coltello fra i denti”, citazione ormai divenuta marchio di fabbrica di Gattuso, si raggiungerà l’obiettivo: il Napoli è padrone del proprio destino.

A cura di Giuseppe Migliaccio

 

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