Siamo alle solite: questo Napoli è il maestro del masochismo. In ogni gara di questa maledetta stagione ne succede una, ogni volta questa squadra trova il modo di farsi male e prendere schiaffi. E il modo clamoroso con cui è arrivato il 3-3 contro il Sassuolo è solo la punta dell’iceberg. Calciatori svagati, che vanificano il loro (tanto) impegno con dei blackout mentali che hanno dell’inverosimile, compiendo interventi scellerati al limite dell’umana comprensione. Ne è la prova Manolas ieri, in combutta con Di Lorenzo e Bakayoko, oppure possiamo parlare di Koulibaly con quell’espulsione per fallo su Letizia: tutti episodi che, a piccoli colpi, rischiano di affossare il Napoli.
Un vero leader come i vari Reina, Albiol o Hamsik non c’è in questa squadra, ma chi è attaccato alla maglia sì e lo dimostra tutte le volte. Il suo nome è Lorenzo Insigne, troppe volte finito nella becera gogna mediatica di una piazza che pretende da lui lo sputare sangue e anche qualcosa in più. La reazione furibonda messa in scena al fischio finale del “Mapei Stadium” è la scena più logica e comprensibile a cui assistere per l’ennesima partita gettata alle ortiche in un modo assurdo, inspiegabile, senza senso: provassero tutti solo la metà dei sentimenti che prova quest’uomo (basta parlare di “ragazzo”), probabilmente, a quest’ora, staremmo parlando di tutt’altro.
Nel cuore di Sassuolo-Napoli: l’analisi della partita
IL TEATRO DELL’ASSURDO – Quale altra espressione possiamo usare per descrivere quanto visto in quei secondi finali? E come il drammaturgo inglese Samuel Beckett, nella sua celebre opera, aspettava Godot, noi attendiamo di vedere una partita del Napoli senza errori mastodontici come quello di Manolas, che con una condizione fisica pari a zero, visto il lungo stop, si prende la briga di duellare in velocità con Haraslin invece di accompagnarlo sul fondo: una scelta scriteriata che condanna gli azzurri all’ennesimo boccone amaro da buttar giù. Il greco entra nei minuti finali al posto di uno sfinito Maksimovic, visibilmente provato nel corpo e nella mente. Il serbo compie qualche buon intervento sporadicamente, ma nel complesso sostiene l’ennesima prova terrificante della stagione. Prima l’autogol, poi la rete divorata al 58′ tutto solo davanti a Consigli e, ancora, le classiche dormite difensive che complicano maledettamente la vita sua e della squadra. Meglio, ma pur sempre insufficiente, il collega Rrahmani, che dimostra ancora una volta di sentirsi sicuro di sé soltanto al fianco di Koulibaly e di nessun altro.
Il man of the match, insieme a Insigne, non può che essere Di Lorenzo, autore di una prestazione sopra le righe. Il terzino azzurro spinge tantissimo dal suo lato e più volte si presenta anche in area. Idee che vengono ripagate con il gol del 2-2 al 72′ ma, soprattutto, col rigore conquistatosi allo scadere dopo una bella azione personale. Ha parte delle responsabilità, tuttavia, sulla palla persa nei secondi finali che ha dato il via all’ultimo assalto, purtroppo decisivo, del Sassuolo. Sul fronte opposto, Gattuso sceglie la linea della prudenza e schiera Hysaj con l’intento di bloccare i rientri di Berardi sul sinistro. I fatti, però, danno torto al tecnico, perché l’attaccante neroverde trova quasi sempre il modo di superarlo con questa giocata, come dimostra la traversa centrata nel secondo tempo. Non solo, l’ex Empoli prima ancora si aggiunge all’elenco di coloro che commettono le più clamorose ingenuità con quel fallo da rigore su Caputo, che andava soltanto contrastato e lasciato spalle alla porta com’era. Altra buona gara, invece, per Meret, che beneficia grandemente dell’assenza di Ospina e trova continuità. L’estremo difensore partenopeo si mette in luce dapprima con un’ottima parata con i piedi sul solito Berardi al 15′, per poi suggellare la sua prestazione con la respinta di un tiro pericoloso di Defrel, che si beve Maksimovic, al 50′ e un doppio intervento su Caputo e Djuricic al 62′. Completamente incolpevole sui tre gol del Sassuolo, anzi per poco non salva il Napoli sul rigore calciato malissimo da Caputo all’ultimo istante di partita.
CLASSE CRISTALLINA – Dopo qualche prestazione sottotono, Zielinski nell’ultimo periodo ritrova brillantezza e anche ieri contro il Sassuolo risulta decisivo. Il polacco dispensa classe pura nell’arco dei 90′ con giocate d’alta scuola, su tutte il tiro a giro di sinistro per l’1-1 che permette al Napoli di rimettersi in carreggiata dopo soli 4′ dal vantaggio neroverde. La sua presenza è di cruciale importanza per gli azzurri, trascinati dal suo immenso talento. Bene anche l’altra mezz’ala Fabián Ruiz, che cresce di partita in partita. Lo spagnolo gioca una partita ordinata e con intelligenza muove il pallone, garantendo qualità alle manovre della squadra. Peccato per il gol sprecato al 75′, che avrebbe concesso ai partenopei di portarsi sul 3-2 molto prima e, magari, di gestire meglio il risultato. Ordinata è la prova anche di Demme, il cui rientro ha un peso specifico notevole per le sorti del Napoli. Splendido l’inserimento nell’azione del gol di Zielinski, a segno proprio grazie all’assist dell’italo-tedesco. Esce stremato e lascia il posto a Bakayoko, la cui breve gara non è neanche malvagia, se non fosse per la leggerezza su quel fallo laterale nel finale, il quale condanna gli azzurri a perdere due punti per strada che sarebbero stati pesantissimi per come si era messa la serata.
“NEMO PROFETA IN PATRIA” – Non sa più in che modo trascinare questa squadra Insigne, che oramai “se fa ‘a croce cu ‘a mana smerza“, direbbero simpaticamente i napoletani. Il capitano azzurro sembra predicare nel deserto. Forse, ad oggi, solo Mertens è quello che lo segue in questa impresa di farsi leader all’interno di un gruppo che, di contro, è totalmente svagato. Lo “scugnizzo” partenopeo gioca l’ennesima partita caratterizzata da un incredibile dispendio di energie, facendosi trovare praticamente ovunque. Il peso dell’attacco del Napoli, essendo il belga in ritardo di condizione, è tutto sulle sue spalle e lui non delude le aspettative contro il Sassuolo. Ci mette lo zampino sia nel gol del 2-2, dove serve a Di Lorenzo una palla facile facile solo da spingere in porta, che in quello del momentaneo 2-3. Stesso stadio della Supercoppa, stessa scena: stavolta, però, Insigne è glaciale e spiazza Consigli. Non nella sua serata migliore, invece, l’ex di turno Politano, pimpante come suo solito ma, in questa occasione, poco concreto. Appena riceve palla prova l’uno contro uno, ma il rapidissimo Rogerio tiene botta. Inoltre macchia la sua prestazione col fallo su Berardi (a dir poco discutibile, a onor del vero) che porta all’1-0 dei padroni di casa.
Di nuovo un boccone amaro, amarissimo, per il Napoli di Rino Gattuso, che perde due punti potenzialmente decisivi in vista dei prossimi impegni. Affrontare il “trittico” di big-match contro Milan (domenica 14 marzo, ore 20.45), Juventus (mercoledì 17 marzo, ore 18.45) e Roma (domenica 21 marzo, ore 20.45), con alle spalle una vittoria pesante come quella solo sfiorata ieri, avrebbe rappresentato un’iniezione di fiducia non indifferente per gli azzurri. Non tutto è perduto, però: c’è una nuova chance questa domenica contro il Bologna (ore 20.45, diretta Tv su Sky Sport) per centrare il quinto risultato utile consecutivo e la quarta vittoria di fila in casa. Ma c’è voglia di vedere in campo la stessa cattiveria di Insigne, che ci auguriamo si trasformi in monito per la squadra a sputare sangue, così come fa il suo condottiero.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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