Nel contesto di un paese costretto ad abituarsi alle stringenti norme anti-Covid, il calcio torna lo stesso, per fortuna di noi malati di questo sport. Lo fa tra tante difficoltà, diverse squadre fronteggiano casi di positività all’interno della rosa, ma lo fa. E l’apertura ai 1000 spettatori annunciata dal Governo è una luce, seppur minuscola, nell’oscurità che attanaglia tutto il mondo da inizio 2020. Una parvenza di normalità che speriamo possa rappresentare una vera ripartenza, pur non potendo ignorare la presenza del virus.
Ricomincia anche il campionato del Napoli, impegnato nel lunch-match del Tardini. Sfida per gran parte dai ritmi bassi quella contro il Parma, che gli azzurri hanno portato a casa uscendo trasformati nel secondo tempo. Più precisamente dal minuto numero 61, cioè con l’ingresso in campo di Osimhen. A cedergli il posto, però, non è un attaccante ma Demme. Si passa quindi al 4-2-3-1, con Gattuso che consegna le chiavi del centrocampo a Fabiàn Ruiz e Zielinski. Scelta azzardata, avranno pensato in molti, che squilibrerà la squadra tanto da dare il pallino del gioco al Parma. E invece no, è proprio col nuovo modulo provato in ritiro che il Napoli cambia volto. Ma soprattutto sono l’esplosività e la fisicità del neo-acquisto azzurro, il più oneroso della storia del club, a stendere i padroni di casa. Scatti, tocchi di prima e gol sfiorato per il nigeriano che dimostra di intendersi già a meraviglia con i suoi nuovi compagni. Da qui l’elogio del mister a fine gara, anche se qualcosa da rivedere c’è. Gattuso parla di “concetti”. Pochi, semplici, ma da dover assimilare ed applicare perché non sempre può andar bene come contro i ducali.
Entriamo adesso nel dettaglio della prima uscita in campionato dei partenopei, riprendendo la nostra analisi “a mente fredda”.
Nel cuore di Parma-Napoli: l’analisi della partita
CONFERMATELO! – Tra gli elogi all’attacco del Napoli e ad Osimhen rischia di passare inosservato il lavoro del pacchetto arretrato azzurro, tenuto saldo magistralmente da Koulibaly. Le voci di mercato non interferiscono con il suo rendimento, sembra che Kalidou neanche le ascolti. Contro il Parma è tra i migliori in campo, giganteggia sia in fase propositiva quando tocca impostare o farsi vedere in zona gol, sia in quella difensiva, dove annulla totalmente Cornelius. S’intende splendidamente col collega Manolas, anch’egli autore di una prova eccellente. Il greco visto al Tardini è quello che si vorrebbe vedere sempre, puntuale negli anticipi e veloce nei recuperi, senza calare d’intensità nei duelli corpo a corpo. In palla anche Di Lorenzo, molto pimpante sulla sua fascia di competenza. Applica bene i concetti difensivi ma non disdegna le sgroppate in avanti a sostegno di Lozano, arrecando qualche fastidio a Pezzella da quel lato. Buonissima gara anche per Hysaj, ieri dal 1′ al posto di Mario Rui. Gattuso riparte dall’albanese, che solo qualche mese fa era sul piede di partenza. Il tecnico azzurro crede fermamente nelle sue qualità e ne apprezza la professionalità: la scelta di schierarlo titolare, probabilmente, è anche un segnale lanciato alla società. Chiude il blocco difensivo un’altra delle certezze da cui riparte Gattuso, ossia Ospina. A parte un dribbling col brivido su Karamoh nel secondo tempo, il portiere colombiano si erge a condottiero della difesa partenopea che guida con maestria. Coraggioso nelle uscite alte e preciso nell’impostare il gioco, il numero uno azzurro è ormai elemento imprescindibile della squadra.
MOTORE DIESEL – Nel contesto di una sfida ostica per il Napoli, non brilla per rendimento Fabiàn Ruiz. Lo spagnolo commette tanti, troppi errori in fase di palleggio e rallenta la manovra. Tenta un paio di volte il jolly ma il risultato è deludente. Ci si aspetta molto di più da uno della sua qualità: la speranza è che pian piano riesca a carburare, come tutti. Leggermente meglio gli altri due pezzi del centrocampo, Demme e Zielinski. Il tedesco compie il solito lavoro di equilibratore, anche se non riesce mai a trovare la verticalizzazione giusta per sorprendere il Parma tutto chiuso dietro. Nella ripresa rimedia pure un giallo tutto sommato evitabile. Parte in sordina il polacco, che però nel corso della gara sale di rendimento assieme alla squadra. L’ingresso di Osimhen è energia trascinante, trasmette adrenalina anche per Zielinski il quale, dopo un primo tempo sottotono, entra in fiducia e piazza alcune delle sue giocate di classe.
ADRENALINA PURA – Come in ambito medico si usa per far riprendere il cuore di un paziente a battere, così l’ingresso in campo di Osimhen funge da adrenalina per il Napoli. Il nigeriano ha un impatto devastante sulla Serie A ma soprattutto sul Parma, enormemente sorpreso dallo strapotere fisico del nuovo attaccante azzurro. Vizia il gol dell’1-0 di Mertens andando a disturbare un difensore avversario su cross di Lozano e mette a segno diverse giocate d’alta scuola ma, soprattutto, dimostra di intendersi già a meraviglia con i suoi compagni di reparto. Splendido il colpo di tacco che ha portato Insigne al tiro, sfortunatamente respinto dal palo. Capitano azzurro che gli ricambia il favore poco dopo con un cross pennellato, ma il colpo di testa di Osimhen purtroppo esce fuori, anche se di pochissimo. A parte ciò, prestazione maiuscola per il numero 24 azzurro, punto cardine di questo Napoli, impreziosita dal gol del 2-0 che chiude i giochi. Partita che, però, viene sbloccata dal belga, altro elemento di fondamentale importanza per la squadra di Rino Gattuso. Non molto lucido in fase di palleggio e nei movimenti lì davanti, in realtà, ma in compenso compie degli ottimi interventi in ripiegamento, uno su tutti quello su Kucka nella ripresa che avrebbe potuto essere pericoloso. Gattuso ha deciso di lanciare il ‘Chucky’ per l’esordio in campionato dei suoi, a riprova della forte stima nei suoi confronti e della voglia di valorizzare quello che comunque è stato l’acquisto più costoso della storia del club prima dell’arrivo di Osimhen. Il messicano è tra i migliori in campo, anche nel primo tempo quando la partita era bloccata. Dotato di gran velocità palla al piede, crea diversi problemi a Pezzella sulla destra e, da una sua azione personale, nasce la rete del raddoppio azzurro.
Il Napoli parte, dunque, col piede giusto. Aiutata dall’enorme spinta provocata dall’ingresso di Osimhen, il Napoli fa bottino pieno in casa di un Parma orfano di Gervinho e rivoluzionato sul piano societario con l’ingresso della nuova proprietà americana, e su quello tecnico con l’arrivo di Liverani in panchina. “Chi ben comincia è alla metà dell’opera”, si dice. Gattuso, però, invita tutti a non esaltarsi troppo presto e pretende sacrificio e lavoro dalla sua squadra, a suo modo di vedere ancora lacunosa sulle seconde palle ed altri “concetti”, come lui stesso ha dichiarato in sala stampa a fine partita.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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