Calma, calma, calma. Che lo si ripeta all’infinito, se necessario, purché se ne convincano tutti: il Napoli è ancora artefice del proprio destino. A chiunque brucia aver pareggiato col Cagliari in quel modo, ma fortunatamente l’obiettivo Champions è tutt’altro che compromesso, anzi gli uomini di Gattuso hanno dalla loro ulteriori elementi a loro favore tra risultati negli scontri diretti con le contendenti, differenza reti o gol segnati. La situazione di classifica è incerta e lo sarà probabilmente fino all’ultimo, quindi fare catastrofismi dopo l’1-1 di ieri rischia di sfasciare tutto nel giro di una sola giornata. Per una volta, perciò, dimostriamoci una piazza matura (partendo proprio da noi che operiamo nell’informazione) e schieriamoci al fianco dei nostri beniamini, proteggiamoli, perché proprio ora che gli stadi sono orfani del pubblico serve il doppio del supporto.
È insita nel gioco del calcio, tuttavia, la presenza degli episodi, aventi il grande potere di determinare le sorti delle squadre nel bene e nel male. Ci sono quelli di campo, com’è emerso nell’azione del gol di Nandez condita da un paio di errori uno dietro l’altro. Duncan che viene lasciato inspiegabilmente libero di crossare e poi Hysaj che si muove in ritardo all’indietro facendosi infilare dal centrocampista sardo. Subito dopo ci sono gli episodi arbitrali, capaci di ammazzare una partita tanto quanto quelli che vede coinvolti i calciatori. Premesso che il Napoli ha perso i tre punti innanzitutto perché vittima nuovamente dei suoi limiti, la svista di Fabbri fa saltare dalla sedia. Gli arbitri italiani (concedetemi la battuta) sembrano provare una sorta di “amore platonico” per i difensori, solo così si può spiegare il fatto che appena cadano, che sia su una situazione di calcio piazzato o nel caso di un presunto contatto come quello tra Osimhen e Godin, fischino automaticamente il fallo. E assolviamo immediatamente Mazzoleni, l’altro al centro della bufera: l’errore è solo ed esclusivamente del direttore di gara, che speriamo vada fermato per non assistere ad altri scempi come quello di ieri, il Var non può intervenire per valutare l’entità di un contatto.
Nel cuore di Napoli-Cagliari: l’analisi della partita
ATTIMO FATALE – Fa impressione la velocità con cui la valutazione di Hysaj passi dalla sufficienza abbondante all’insufficienza nel giro di pochi secondi. L’esterno albanese conduce una gara ineccepibile, dando continuità all’ottimo rendimento degli ultimi mesi, salvo poi rovinare tutto al 94′, quando si dimentica completamente di Nandez e lo lascia libero di segnare il pareggio. Un tiro, quello lento ma ravvicinato del centrocampista del Cagliari, sul quale Meret può poco o nulla. A ogni modo, se i sardi non sono rientrati in partita ancor prima è solo grazie al portiere azzurro, che si supera per ben due volte su Pavoletti al 43′ e all’88’. Bene anche Koulibaly, solita roccia difensiva estremamente difficile da superare. Regge bene il duello fisico con gli attaccati di Semplici ed è preciso quando rompe la linea. Nel primo tempo, tuttavia, valuta male il tempo d’intervento su un cross dalla sinistra e permette a Pavoletti di sfiorare il gol di testa.
Leggermente a ribasso, invece, il giudizio su Manolas, non brillante come in altre occasioni. Soffre soprattutto la stazza di Cerri, gettato nella mischia per l’assalto finale con il compito di fare da torre (da una sua sponda, infatti, nascerà l’azione dell’1-1). Tra i più in palla dei quattro difensori c’è Di Lorenzo, che nonostante il grande caldo ha gamba e si fa sentire dal suo lato in entrambe le fasi. Nel finale di partita, con uno slalom speciale, si procura anche l’occasione di siglare il 2-0, ma Carboni interviene miracolosamente e salva tutto.
ONNIPRESENTE – Abbiamo ormai imparato a conoscerlo, eppure Demme ci stupisce ogni volta. Il tedesco è onnipresente, in una frazione di secondo lo trovi a battagliare a centrocampo dopo che è stato in avanti per aiutare i compagni a costruire le azioni offensive. Sembra quasi avere due polmoni in più degli altri, non avvertire la fatica. Una di queste vede protagonista proprio il numero quattro azzurro, il quale al 52′ sfiora un eurogol con una fucilata dalla distanza a Cragno battuto: ci pensa la traversa, però, a cancellare tutto. Non è nella sua giornata migliore, invece, Fabián Ruiz. L’ex Betis Siviglia si mostra particolarmente sensibile al clima ed ecco che le fatiche accumulate si fanno sentire. Ne risente la sua prestazione, fatta di lenta circolazione del pallone e diversi errori in appoggio.
TSUNAMI – La partita col Cagliari, della quale si analizzano soprattutto i problemi, fa emergere al contempo un aspetto importantissimo: il ritorno a tutti gli effetti di Osimhen. Il giovane attaccante nigeriano ha voglia di riprendersi tutto ciò che la malasorte gli ha tolto da inizio stagione e lo sta facendo nonostante le partite rimaste a disposizione siano poche. Il Napoli, per sua natura, è bravo a difendersi attaccando e Victor incarna la chiave tattica che serve, tant’è che contro i sardi, non appena è dovuto uscire, la squadra è calata a picco sul piano dell’intensità. Gattuso a quel punto decide di far male agli avversari giocando tra le linee e quindi inserisce Mertens, ma purtroppo quanto prodotto in campo dal belga non risponde affatto a quanto pensato. Duole dirlo, però il Napoli con lui in campo è come se fosse stato con un uomo in meno.
È tutto l’attacco, comunque, a non godere di grande forma fisica. Ad accusare più di tutti il colpo è Insigne, colui che più di tutti ha dato l’anima fin qui, apparso spompato fisicamente e mentalmente. Eccetto il delizioso assist per Osimhen, il capitano azzurro disputa una gara sottotono e durante la ripresa si fa prendere dal nervosismo perdendo lucidità, specialmente dopo il gol annullato. Anche Zielinski non agisce con la leggiadria che lo rende unico, pur restando sempre nel vivo del gioco e, infatti, sia al 51′ che al 61′ ha l’opportunità di calciare in porta: in entrambi i casi, però, Cragno para agilmente. Manca pure Lozano, diametralmente opposto rispetto al Chucky ammirato nella prima parte di stagione, ma ha dalla sua l’attenuante di esser stato fermo ai box per un lungo periodo a causa dell’infortunio muscolare. Ecco quindi che viene sostituito a poco più di venti minuti dalla fine da Politano, che però nel poco tempo a disposizione non fa male come previsto ai difensori avversari.
Mai fidarsi delle squadre in lotta per la salvezza. È questa la lezione che il Napoli e noi tutti impariamo dopo la gara col Cagliari. Puoi fare i conteggi che vuoi analizzando i valori delle due rose, si sa che gli azzurri sono superiori, ma il giudice supremo è e sempre sarà il campo. Ora Spezia, Udinese, Fiorentina e Verona saranno le prossime avversarie: sicuri che il calendario più agevole sia quello degli uomini di Gattuso? Teoricamente sì. Fatto sta che i partenopei hanno ancora più pressione addosso, perché proprio in virtù di questa incertezza non sono più ammesse frenate: con quattro vittorie sarà Champions, altrimenti si rischia grosso.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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