Se a mente calda è impossibile dare giudizi precisi, oggi anche a mente fredda il compito è arduo. Ancora una volta il popolo di fede azzurra si sveglia con l’amaro in bocca ripensando all’ennesima occasione sprecata malamente dal Napoli, che non va oltre l’1-1 contro una SPAL ostica sì, ma in netta difficoltà. Il gran successo in settimana nel fortino del Salisburgo è stato emozionante per tanti motivi e la vittoria coi ferraresi era d’obbligo per dare quantomeno un accenno di continuità che manca da troppo tempo a questa squadra, eppure gli azzurri hanno toppato ancora.
Nulla togliere alla squadra di Semplici che ha strappato un ottimo risultato, ma se per tutto il secondo tempo tieni gli avversari nella loro metà campo e non solo non segni ma neanche crei occasioni nitide (se non il palo di Fabian Ruiz al 73′) il resoconto non può che essere disastroso. Volendo tracciare un quadro dell’attuale stato in cui riversa questo Napoli all’indomani del pareggio del Mazza è giusto cominciare da quello che è probabilmente uno dei temi più discussi: il turnover.
Carlo Ancelotti decide di cambiare nuovamente la formazione dopo le fatiche di Champions a partire dalla porta. Meret riposa lasciando il posto al collega Ospina, ieri determinante. Il colombiano non fa per niente rimpiangere l’ex SPAL, anzi se non fosse stato per la parata miracolosa su Vicari al 51′ il Napoli sarebbe sprofondato in un abisso dal quale sarebbe stato difficile uscire. Prova decisamente eccellente dunque per lui, che dimostra anche stavolta di essere un professionista serio ed un portiere affidabile.
Se per la porta si può godere di una certa tranquillità, non si può certo dire lo stesso per i difensori. Strefezza si diverte a far ammattire Insigne ed un sacrificato Di Lorenzo in copertura sulla fascia sinistra e mette in mezzo un pallone arretrato ma lento sul quale si avventa Kurtic che, indisturbato, non deve far altro che spingerlo in rete per il più facile dei gol. Di chi la colpa? Certamente dei centrali Koulibaly e Luperto, rei di essersi schiacciati troppo in direzione della porta di Ospina, ma con la complicità dei centrocampisti i quali piuttosto che ripiegare chiudendo le vie d’accesso al giocatore di Semplici restano lontani a guardare. Come se non bastasse, il pacchetto arretrato azzurro deve fare i conti anche con l’ennesimo infortunio che in questo momento è come benzina sul fuoco. Il malcapitato questa volta è Malcuit e l’infortunio è di quelli seri: il suo ginocchio fa crack ed è costretto ad abbandonare il campo in lacrime al 70′. Si teme la rottura del legamento crociato per il francese, a cui non possiamo far altro che augurare un pronto recupero.
Procedendo in avanti passiamo al centrocampo, dove Ancelotti si inventa un Elmas esterno a destra che mai nessuno se non lui avrebbe immaginato di vedere. Risultato? Il macedone è tra i peggiori in campo tant’è che lascia il posto a Fabian Ruiz a pochi minuti dall’inizio dei secondi 45′. Lungi da “profani” dal sostituirci al tecnico azzurro nelle sue valutazioni, ma francamente questa è una soluzione di cui si fatica a trovare una spiegazione razionale. Sperimentato ancora una volta Zielinski in cabina di regia al fianco di Allan, ma purtroppo per il polacco anche la prova di ieri è nettamente insufficiente. Fa stupore l’arretramento in difesa del brasiliano, che si affianca a Koulibaly e Luperto sulla linea dei centrali per quello che è sembrato essere uno schieramento con difesa a tre dopo l’ingresso forzato di Callejon. Poco da dire, infine, su Insigne (di nuovo esterno a sinistra) e il reparto offensivo in generale: lodevole lo sforzo del capitano di alzare la qualità del gioco e dare sicurezza alla squadra, ma in giornate come queste nessuno è esente da colpe. Unica nota positiva Milik, che va ancora una volta in gol dimostrando di potersi giocare tranquillamente la titolarità con Mertens e Llorente. Peccato per il cross per lo spagnolo a pochi istanti dal fischio finale, che non andava sbagliato e non era nemmeno così difficile da indirizzare.
Un capitolo a parte va poi dedicato a Faouzi Ghoulam. Premesso che l’algerino ha sempre fatto una fatica immane a ritrovare la miglior condizione dopo il doppio infortunio prima al legamento e poi alla rotula rimediato ormai due stagioni fa, non si capisce precisamente il perché questo ragazzo continui a girare tra panchina e tribuna. Ieri era a disposizione e nel momento dell’infortunio di Malcuit ha anche cominciato a scaldarsi, facendo pensare ad un suo imminente ingresso in campo. Ancelotti però sorprende tutti e lo fa risedere in panchina preferendo addirittura Callejon nel ruolo di terzino destro. E’ chiaro, perciò, che c’è qualcos’altro sotto e inconsciamente è lo stesso Ancelotti a creare sospetti quando a fine gara, ad una domanda sull’algerino lecita vista la situazione, si indispettisce ed accusa l’intervistatore di voler accendere una polemica. A questo punto però, caro mister, una spiegazione chiara e limpida probabilmente è doverosa.
Non c’è tempo, tuttavia, di piangersi addosso. L’occasione andava sfruttata dopo le frenate di Juventus ed Inter, ma il pensiero adesso va tutto a questa settimana che sarà rovente per il Napoli. Prima c’è da affrontare un’inarrestabile Atalanta che verrà al San Paolo forte del roboante 7-1 rifilato ieri all’Udinese e poi l’anticipo dell’11^ giornata in casa della Roma di sabato, con i giallorossi in fiducia massima dopo il successo interno contro il Milan. Il morale non è dei migliori, ma se si vuole rientrare nella corsa Scudetto bisogna pur misurarsi con le migliori del campionato: le scuse, ormai, sono esaurite.
Giuseppe Migliaccio
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