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A MENTE FREDDA, EP. 8 – Dries, sei nella storia! Insigne-Ancelotti, un abbraccio che sa di svolta: il Napoli espugna la Red Bull Arena

Il 3-2 di ieri contiene in sé tante cose, emozioni e fare mente locale risulta complicato. Una vittoria importantissima in termini di passaggio del girone, ma in primis per dimostrare a tutti che il Napoli ha riacceso il motore ed ha ricominciato a correre. Certo non si può dire che in tre giorni tutti i problemi siano magicamente scomparsi, eppure centrare due successi consecutivi in così poco tempo testimonia che qualcosa nella testa di questi ragazzi è cambiata. Gli azzurri ritrovano dunque il sorriso uscendo dalla Red Bull Arena. Già, la Red Bull Arena, il fortino inespugnabile in cui il Salisburgo intimorisce qualsiasi avversario si metta sulla sua strada. La squadra austriaca era vicina alla 71esima partita consecutiva senza sconfitta in casa propria, ergo il 3-2 di ieri sera è anche un risultato storico.


A proposito di storia, come non menzionare il record infranto da Dries Mertens? L’attaccante azzurro, con la doppietta messa a segno, prima eguaglia e poi supera un mostro sacro come Diego Armando Maradona nella classifica dei marcatori all time del Napoli. Nel periodo in cui si parla ormai solo di un suo addio e si getta fango sul presidente perché non disposto al famoso “sforzo” per trattenerlo, Ciro si prende ancora una volta la scena rispondendo con il linguaggio inequivocabile del gol. Ora il belga è a quota 116 reti in azzurro e mette già nel mirino il primato: il gradino più alto del podio è occupato dall’ex capitano Marek Hamsik, il quale dista appena 5 lunghezze.

M come Mertens, ma anche come Meret. Se il Napoli ha preso un solo gol (su rigore tra l’altro) nel primo tempo è semplicemente grazie al suo portiere. Questo ragazzo è in un periodo di forma eccezionale e dimostra una continuità impressionante. Dopo la celebre tripla parata di sabato scorso contro l’Hellas l’estremo difensore azzurro compie altri quattro interventi miracolosi di cui due provenienti dal baby-fenomeno Haaland, che merita tutta la nostra ammirazione. Il ragazzone norvegese classe 2000 ha personalità da vendere e da solo è stato capace di sbaragliare più volte l’intera difesa azzurra, compreso la roccia Koulibaly. Ritornando a Meret, la prossima partita avrà un sapore speciale per lui: domenica, infatti, il Napoli farà visita alla SPAL, meritevole di averlo lanciato nel calcio che conta e gli ha permesso di farsi notare proprio da Giuntoli, il quale lo ha poi portato in azzurro.

Restando in tema di difesa, da sottolineare è l’ottima prova di Sebastiano Luperto. Non era facile sopperire all’assenza dell’ultimo minuto di Manolas e per di più in una partita così dura. Il classe ’96, però, non ha tradito la fiducia di Carlo Ancelotti ed è stato uno dei migliori dell’intero reparto arretrato grazie ad una prestazione attenta e senza sbavature: questo ragazzo ha tutte le carte in regola per affermarsi ed in poco tempo. Non si può dire proprio lo stesso per Koulibaly, ancora non al massimo della condizione. Colui che è diventato il leader non solo della difesa ma della squadra tutta raggiunge a stento la sufficienza per un paio di errori non da poco. Uno arriva nella prima frazione di gara e deve ringraziare Meret che si supera sul destro di Daka mentre l’altro – più grave – regala ad Haaland un cioccolatino che deve solo tramutare in rete di testa per il 2-2 del Salisburgo. Insufficiente anche la prova di Malcuit. L’esterno francese ha vissuto tempi migliori e la prestazione messa in campo ieri lo testimonia. In ripresa nei secondi 45′, ma la facilità con cui si è fatto saltare da Hwang allo scadere del primo tempo regalando poi il rigore dell’1-1 franandogli addosso è un errore di quelli inaccettabili. Centrocampo quasi completamente sufficiente. Finalmente si è rivisto il vero Allan, quello di PSG e Liverpool. Il brasiliano la fa da padrone lì in mezzo battagliando da leone come solo lui sa fare e conquistando innumerevoli palloni utili per le ripartenze degli azzurri. Partita ancora di estremo sacrificio da parte di Callejon, costretto al solito sforzo in più ripiegando in difesa per dare una mano a Malcuit. Buona prova anche per Fabian Ruiz, che come di consueto disegna geometrie grazie ai suoi piedi educati. In corso d’opera cambia anche ruolo e si sposta sull’esterno, realizzando numerosi inserimenti offensivi e andando più volte al cross. Brutta, invece, la partita di Zielinski. Il polacco è troppo impreciso e poco lucido palla al piede, cosa per lui inusuale viste le sue qualità tecniche. Si scambia con Fabian Ruiz nel corso del secondo tempo ma cambia poco.

In ultima analisi, ma non certo per importanza, il gol numero 81 in maglia azzurra di Lorenzo Insigne. Un gol bellissimo quello del capitano che sa di liberazione dopo le critiche subite nell’ultimo periodo. Complice sicuramente anche la strigliata del presidente De Laurentiis, il numero 24 azzurro – ironia della sorte – è colui che sale in cattedra nel momento tra i più difficili per lui e per la squadra regalando al Napoli una vittoria dal peso specifico notevole. “Gli ho detto che l’avrebbe decisa lui e così è stato” dichiara Ancelotti a fine gara. Poetico, commovente l’abbraccio tra i due protagonisti del successo messo a segno ieri, che ha il sapore della svolta: gli screzi di qualche settimana fa sono oramai superati ed insieme sono pronti a riportare questa squadra ai livelli che gli competono.

E’ importante godersi la vittoria meritata della Red Bull Arena, ma è altrettanto importante restare lucidi, “a mente fredda” perché c’è da dare continuità a questa tre giorni di successi per il Napoli. Domenica torna il campionato e ad attendere gli azzurri ci sarà la SPAL dell’ex Meret, squadra sempre valida specie quando è in casa. Una vittoria anche contro la squadra di Semplici sarebbe una iniezione di fiducia fondamentale: l’occasione è ghiotta e non va sprecata.

Giuseppe Migliaccio

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