C’è da essere onesti: ieri il Napoli non meritava di vincere. Anzi, probabilmente è al Bologna che sta stretto l’1-1. Se quello contro il Milan ha comunque soddisfatto Gattuso, il pareggio del Dall’Ara gli ha riservato un boccone dal retrogusto molto amaro. E’ il secondo di fila, tra l’altro, il che ha permesso al Milan di mettersi a pari punti ed alla Roma di restare al quinto a +4.
“Abbaio ma mordo poco e non lascio il segno” dirà il tecnico azzurro a fine gara in una bellissima intervista doppia con Mihajlovic, riconoscendogli il fatto di aver saputo dare ai suoi quel qualcosa in più che ha incartato i partenopei. E del resto non avrebbe potuto fare altrimenti, visto che i numeri parlano chiaro. Il campo, che è il giudice supremo, ha visto negare al Bologna ben due gol (Mbaye prima e Palacio poi), annullati dal VAR per fuorigioco. Per non parlare delle occasioni pericolose create, certamente di più degli azzurri. Napoli che nell’arco del primo tempo è riuscito a gestire lo 0-1, ma nella ripresa la medaglia si è rovesciata. Ed è qui che si materializza il paradosso dei titolarissimi.
Nel giro di circa 10′ – tra il 61′ e il 70′ – dentro Insigne, Callejon, Mertens e Fabiàn Ruiz, quattro tra gli uomini più fidati di Gattuso. Eppure dal quel momento il Napoli ha faticato maledettamente, nonostante la loro presenza in campo. Pura fatalità, si capisce: se lo hanno notato i più, però, vuol dire che un po’ strano lo è stato. Ma ora bando alle ciance, è tempo di addentrarci nella nostra consueta disamina “a mente fredda”.
Nel cuore di Bologna-Napoli: l’analisi della partita
RITROVATO – Non è al 100% della condizione, ma ci si sta avvicinando velocemente. Gattuso recupera un altro pezzo fondamentale della sua scacchiera come Manolas, ieri nuovamente titolare. Il greco la sblocca dopo soli 7′ con uno stacco perentorio a sovrastare Tomiyasu, siglando un gol di pura potenza. Croce e delizia, però, l’ex Roma, il quale al 22′ si dimentica di Mbaye tutto solo in area che insacca anch’egli di testa: fortunatamente, il VAR segnala l’offside del difensore bolognese. Col passare dei minuti cala vistosamente, subentra la stanchezza e rischia di subire un nuovo infortunio muscolare, salvo poi scongiurare il tutto individuando nei soli crampi la causa del problema, tanto da rifiutare il cambio di Gattuso che precauzionalmente aveva già pronto Koulibaly. Mancanza di energie che si vede nella facilità con cui Palacio ha creato problemi a lui e Maksimovic in certi momenti, ma soprattutto nell’azione che ha portato al pareggio di Barrow. Il giovane attaccante gambiano lo brucia sul tempo e con un semplice stop orientato rientra sul sinistro trovando un gran gol. Partita di spessore anche per il serbo, che sembrava destinato invece alla panchina. Conferma l’ottimo stato di salute, si erge a leader della retroguardia azzurra e non disdegna qualche sgroppata alla Koulibaly. Di testa sono praticamente tutte sue e con la palla tra i piedi gestisce la manovra del Napoli dal basso con grande personalità. Ancora in crescita pure Di Lorenzo, ieri apparso decisamente più in palla. L’ex Empoli percorre tutta la fascia con diligenza, risultando molto attento in difesa e sempre presente al momento di appoggiare l’azione offensiva. Partita senza sussulti ma buona per l’altro esterno Hysaj, schierato stavolta a sinistra. L’albanese ha tutto un altro piglio da quando è arrivato Gattuso, tanto che recentemente pare essersi anche riaperto uno spiraglio per il rinnovo. Poteva far meglio in fase difensiva, ma in compenso se l’è cavata bene al momento di giocare la sfera. Anche stavolta nessun guaio serio per Meret, di cui non si ricorda una parata che sia una nel corso della sfida. Sul gol in buca d’angolo di Barrow può nulla.
CI RISIAMO – Prova sottotono quella di ieri per Zielinski. A fronte di tutto un reparto, in realtà, non proprio in giornata di grazia, la qualità del polacco avrebbe dovuto fare la differenza. Tenta qualche giocata delle sue ma sbatte sistematicamente contro i difensori avversari. Al 14′ rischia di fare la frittata regalando un contropiede al Bologna: rimedia commettendo fallo tattico su Palacio. Graziato da Piccinini che sorprendentemente non lo ammonisce. In ombra anche Elmas, partito dall’inizio al posto di Fabiàn Ruiz. Si esibisce in colpi di gran classe nel corso del primo tempo in più di un’occasione, ma in altri frangenti praticamente scompare. Non compie particolari sbavature, però il macedone è di ben altro livello e lui lo sa. Solita partita di concentrazione e diligenza tattica, infine, per Demme. Gattuso gli richiede poche cose ma fatte bene e lui esegue alla lettera: per tutte le volte che sottolineeremo la sua importanza, non sarà mai abbastanza.
TITOLI DI CODA – Ormai è chiaro: Milik sembra non avere più nulla da offrire a questo Napoli. E a parlare è il dispiacere per ciò che poteva essere e non è stato. I suoi numeri sono incoraggianti nonostante la tanta sfortuna, che lo ha tenuto lontano dal rettangolo di gioco per tanto tempo. Dalla ripresa, però, il suo rendimento andato via via sempre più calando. Col Bologna è il peggiore in campo. C’è anche da dire che viene servito poco, ma quei pochi palloni che riceve li sbaglia. Il polacco è con la testa altrove, non è mai concentrato quando gioca: francamente, andare avanti così è deleterio, per lui e per il Napoli. Decisamente meglio, invece, chi componeva il tridente con lui, cioè Lozano e Politano. Lanciato dal 1′ dopo le tante invocazioni dei tifosi azzurri (e soprattutto dei suoi connazionali), il messicano offre una prova convincente. In fase di ripiego Gattuso lo guida praticamente passo passo, ma quando deve offendere sa creare solo scompiglio tra le maglie del Bologna. Con la palla tra i piedi ha una velocità impressionante, nel primo tempo ha anche un paio di occasioni per trovare il jolly. Al 56′ sfiora un gol da cineteca. Serpentina nello stretto, nasconde il pallone ai difensori avversari e dalla sinistra dell’area di rigore fa partire un destro verso l’angolo alto che non esce di molto: colpi da vero fuoriclasse per il ‘Chucky’. Regala tanti spunti interessanti, infine, l’ex Inter. Serve l’assist perfetto su corner a Manolas per l’1-0 azzurro e stavolta, finalmente, diventa pungente in fase offensiva. Nell’uno contro uno – in collaborazione con Di Lorenzo – è una spina nel fianco per Krejci sulla fascia. Gara sopra le righe la sua.
Di Bologna-Napoli, oltre a una sfida sul campo comunque godibile, ci portiamo soprattutto una cosa: l’immagine di Gattuso e Mihajlovic insieme in panchina prima del fischio d’inizio. Due guerrieri che non si lasciano schiacciare dal peso dei problemi della vita. Due allenatori che ringhiano in faccia ai propri giocatori, ma che sono di animo buono e puro. Scena che si ripete a fine gara, dove ai microfoni di Dazn si scambiano battute, carezze ed abbracci, oltre che a parlare delle rispettive squadre. Il calcio, quello con la “C” maiuscola, è anche questo: grazie, Rino e Sinisa!
A cura di Giuseppe Migliaccio
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