E’ una vittoria che pesa quella messa a segno ieri dal Napoli. I tre punti conquistati contro il Brescia erano categorici dopo la sconfitta di mercoledì, ma ce n’è voluto per portarseli a casa. Gli azzurri sono partiti bene, mettendo sotto le rondinelle nel primo tempo, ma poi gli uomini di Corini sono saliti di intensità nella ripresa procurando non pochi problemi ad una squadra che di problemi ne ha avuti già di suo a causa delle uscite di Manolas e Maksimovic.
A farsi carico dell’intera truppa è, ancora una volta, Dries Mertens, ormai leader indiscusso della rosa. Ed è da lui che vogliamo partire in questo quarto appuntamento di “A mente fredda”.
CENTOQUATTORDICI. E’ questo il numero più significativo della partita oltre al risultato perché vuol dire -1 dalla storia, -1 dal più grande di tutti i tempi, Diego Armando Maradona. Mertens è arrivato sei anni fa tra lo scetticismo di qualcuno e da allora si è cucito addosso la maglia azzurra, con la quale infrange record su record. Il prossimo nel mirino è appunto il raggiungimento de El Pibe de Oro, dopodiché il belga proverà ad eguagliare anche l’ex capitano Marek Hamsik (è a -7) e riscrivere la storia dei marcatori del club azzurro. Lui, insieme a Llorente, è ad oggi il perno attorno al quale ruota l’attacco del Napoli. Non appena tornato in campo dal 1′ contro una squadra dal gioco simile a quello del Cagliari, il gigante spagnolo ha fatto nuovamente la differenza lì davanti. Sfiora più volte il gol, crea gioco con le sue sponde e fa la torre di testa sui cross, fornendo finalmente a questa squadra quelle soluzioni offensive che in questi anni erano sempre mancate. Retrocedendo a centrocampo, lavoro fantastico di Callejon, altro diamante della rosa a disposizione di Ancelotti. Non solo l’assist (anche un po’ fortunoso se vogliamo) per l’1-0 di Mertens ma anche solito tanto sacrificio in fase di copertura che lo porta a trasformarsi in un terzino aggiunto. Ancora non ingrana del tutto Zielinski, stavolta impiegato nel ruolo più congeniale a lui in questo 4-4-2 e cioè quello di esterno. Nonostante questo, il polacco fatica maledettamente ad esprimere il suo gioco fatto di sgroppate, dribbling pazzeschi e lanci illuminanti: la sua tecnica è invidiabile, ora tocca a lui convincersene. Altrettanto straordinario l’impegno in mezzo al campo di Allan e Fabian Ruiz, alle prese con il palleggio di un ottimo Brescia. Il brasiliano pare stia tornando quello di un tempo e spaventa chiunque passi per la sua zona, non facendo mancare il suo sostengo anche in fase offensiva dove costruisce gioco e si affaccia verso la porta avversaria. Solo applausi per il compagno di reparto, anche ieri fondamentale. E’ suo il lancio perfetto a tagliare il campo con il quale serve Callejon per il primo vantaggio azzurro, tra l’altro col suo piede meno forte, segno della tecnica cristallina di cui anch’egli dispone.
Piccola considerazione sul subentrato Elmas, che ha preso il posto di Llorente. Solo un quarto d’ora circa per lui, ma è bastato per far vedere a tutti la sua immensa classe. Il giovane macedone sfiora un gol da antologia facendo girare la testa ai difensori avversari, anche se pecca di lucidità poi da solo davanti a Joronen: il Napoli però sa di disporre di un futuro campione. La palla passa ora alla difesa, dove anche qui c’è qualcuno che ancora suda per tornare in condizione: Faouzi Ghoulam. L’infortunio è superato da tempo ormai, eppure l’algerino ci ha abituato a prestazioni migliori. Tiene bene la fascia sinistra, senza dubbio, ma sono tanti gli errori in fase di impostazione, troppi per uno come lui. Bene sul fronte opposto Di Lorenzo, altro elemento imprescindibile per Ancelotti. L’ex Empoli fa addirittura due ruoli in una sola partita, costretto ad accentrarsi dopo l’infortunio di Maksimovic. Ed è ancora una volta con la difesa che chiudiamo questo quarto appuntamento della nostra rubrica. Bene, benissimo Manolas, chiamato agli straordinari a causa dell’assenza di Koulibaly. Il greco segna per ben due volte: il primo gol gli viene negato dal VAR, il secondo invece è buono e permette al Napoli di fissare il punteggio. Preoccupano, però, le condizioni fisiche in cui riversano i due centrali azzurri. Entrambi fuori per infortunio, anche se l’ex Roma è uscito in via precauzionale. Considerando la cessione di Chiriches e un Tonelli non ancora al meglio, il peso ricade tutto sul solo Luperto in attesa del rientro dello squalificato Koulibaly, che salterà un’altra partita.
Il Napoli esce dunque vittorioso dal caldo lunch-match di ieri, ma c’è da fare i complimenti al Brescia, che sembra tutto tranne che una neopromossa. Tre punti, però, son sempre tre punti e servivano come il pane dopo il crollo contro il Cagliari e poi si sa: le grandi squadre si vedono sopratutto nei momenti di difficoltà. Ora il rientro in Champions per la seconda giornata e ad aspettare gli azzurri c’è il Genk. Il divario tra le due formazioni è indiscutibile e le due compagini arrivano con un umore certamente diverso visti i risultati del primo turno, ma sottovalutare è l’ultima cosa da fare in un momento del genere. C’è da battere il ferro finché è caldo, di scuse non ce ne sono.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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