Il Napoli centra l’ennesima vittoria sotto la guida di Rino Gattuso, autore di un vero e proprio miracolo sportivo. Per l’esattezza, quello contro il Genoa è il successo numero 7 nelle ultime 8 partite di campionato, con la sola sconfitta in casa dell’Atalanta (comprensibilissima) a negare il filotto.
Napoli che, in certi frangenti, ha fatto tornare in mente al tecnico calabrese proprio la sfida contro gli orobici. Nello specifico i primi 10′ del secondo tempo, quando il Genoa ha rimesso in piedi la partita con Goldaniga e messo sotto pressione gli azzurri. Nell’arco dei novanta e passa minuti, però, non c’è stata storia. 27 tiri totali a 10 di cui 11 nello specchio della porta contro i 3 dei rossoblù e 64% di possesso palla, numeri che praticamente sotterrano quell’inizio ripresa turbolento.
A Marassi è stata la partita del ‘Chucky’ Lozano, match winner dopo soli 2′ dal suo ingresso in campo. “Ciò che ha avuto è tutto meritato, non gli ho regalato niente” dirà Gattuso a fine gara, che del messicano è stato la cura giusta. Un bel momento per lui così come per Mertens, autore del primo gol. La dedica a Callejon è stato qualcosa di estremamente romantico, fuori dal comune. Di questo, però, ne parleremo più approfonditamente tra poco, nel corso della nostra consueta disamina “a mente fredda”.
Nel cuore di Genoa-Napoli: l’analisi della partita
IN STATO DI GRAZIA – E’ la condizione in cui si trova Mario Rui. L’esterno azzurro, più e più volte preso di mira dai critici da quattro soldi, ha dato riprova del suo valore dopo l’ottima prestazione contro la Roma. Il portoghese corre come un dannato, va in contrasto con gli avversari ed è sempre puntuale nel momento di accompagnare l’azione. Sfiora anche il gol che avrebbe chiuso i giochi al 69′, ma il suo velenoso tiro da lontano viene alzato in angolo da un ottimo intervento di Perin. Più che sufficiente pure il collega opposto Hysaj. Sceso in campo dal 1′ per far rifiatare Di Lorenzo, l’albanese è l’ennesimo segno evidente della bontà del lavoro di Gattuso. Con l’avvento del “mastino di Corigliano”, l’ex Empoli ha ritrovato linfa ed anche ieri ha ripagato la fiducia del tecnico azzurro. Diligente in fase difensiva e sempre pronto a proporsi al momento di attaccare: sembrava pronto alla cessione, e invece si sta rivelando uomo fondamentale. In affanno, invece, i due centrali Manolas e Maksimovic. Mentre il greco, però, è leggermente migliorato nonostante sia indietro di condizione, il serbo questa volta non è stato quello brillante degli ultimi tempi. Sbaglia alcuni palloni in appoggio non da lui nel primo tempo mettendo in serio pericolo i suoi, ma in compenso salva su un errore dell’ex Roma chiudendo su Sanabria. Insomma non la sua giornata migliore, ma cosa vuoi che sia per uno che, da quando si è ripartiti, è stato costantemente tra i migliori: un calo fisiologico più che giustificabile per lui. Bene Meret, ancora titolare al posto di Ospina. Respinge con prontezza di riflessi un tiro ravvicinato di Cassata al 35′, ci pensa poi il palo a far rientrare definitivamente l’allarme. Incolpevole sul gol del Genoa, rischia però di fare la frittata con una uscita a vuoto nei minuti finali, fortuna per lui che Maksimovic anticipa Favilli già pronto a metterla dentro di testa a porta vuota.
SPUMEGGIANTE – Chi ha visto il film The Mask con Jim Carrey non può non conoscere questa celebre espressione, fatta propria da Elmas. Il giovane talento macedone è tra i più pimpanti contro il Genoa. Anzi, nel primo tempo è il migliore in campo. Regala il vantaggio al Napoli al 7′, mostrando quanto il suo feeling con lo stadio Marassi sia particolarmente forte (siglò il suo primo gol in Serie A il 3 febbraio scorso nel 4-2 ai danni della Sampdoria). Peccato, però, che l’azione è stata influenzata da un tocco di mano di Manolas, con l’esultanza che quindi gli rimane strozzata in gola. Ci va vicino di nuovo al 15′ con una bellissima semirovesciata di sinistro, sulla quale è altrettanto bravo Perin a deviare in angolo tuffandosi. Partita senza sussulti ma buona anche per Lobotka, che sostituisce lo squalificato Demme. Tiene bene il campo lì in mezzo e fa altrettanto bene da ponte tra difesa e attacco. Forse dà meno equilibrio rispetto al tedesco, ma Gattuso starà già incidendo sul suo gioco in modo da affiancare, all’abilità tecnica già presente nel repertorio dello slovacco, la capacità di saper aiutare la squadra in fase di ripiegamento. Tenta il jolly al 41′ raccogliendo un pallone vagante nei pressi dell’area di rigore avversaria: la sua conclusione, però, è imprecisa ed esce alla destra di Perin. Molto, molto bene Fabiàn Ruiz. Lo spagnolo è tra quelli che ha giocato di più da quando si è ripreso a giocare, ma per Gattuso è imprescindibile. Complice l’assenza di un Allan ancora acciaccato, l’ex Betis è ‘costretto’ a partire dall’inizio contro il Genoa. E menomale, perché dopo un primo tempo in sordina, il numero 8 azzurro sale in cattedra e tira fuori il suo estro. Suo il lancio perfetto ad assecondare l’inserimento di Lozano per il gol del nuovo vantaggio del Napoli, quello che deciderà la partita. Rinunciare ad un giocatore così, francamente, è impossibile.
A TESTA ALTA, SEMPRE – Uno dei punti di forza del Napoli è sempre stato il gruppo. Instaurare armonia nello spogliatoio ha permesso agli azzurri di compiere imprese che, fino a non molto tempo fa, sembravano solo un miraggio. Lo sanno bene Mertens e Callejon, pilastri di questa squadra da ormai 7 anni. Il rapporto che li lega va ben oltre il calcio, si può benissimo definire fraterno. Perché solo a chi, per te, è un amico fraterno dedichi il gol con la sua esultanza. Perché solo agli amici fraterni riservi parole al miele dopo una gara. “A testa alta, sempre”, questo è il messaggio lanciato dallo spagnolo, replicato dal belga in suo onore, che sembra al capolinea della sua esperienza in azzurro. “Non poteva finire diversamente” dichiarerà Gattuso nella conferenza stampa post-partita: parole che sanno di addio. Tornando al campo, ‘Ciro’ disputa la solita ottima prova. Tenta più volte il gol nel primo tempo e lo trova finalmente allo scadere del duplice fischio con un destro chirurgico sul quale, stavolta, Perin non può nulla. Ad inizio secondo tempo un breve blackout (suo come di tutta la squadra) che macchia la sua gara lo induce a regalare inspiegabilmente al Genoa il corner che lo porterà al momentaneo pareggio. Non esaltante il match giocato da Politano. La sensazione è che l’esterno fatichi a sprigionare il suo potenziale in fase offensiva, dove risulta poco incisivo. Ha una occasione sul destro al 6′ ma sbatte sull’onnipresente Perin che con i piedi respinge in angolo, poi nella ripresa colpisce la traversa, il ventiduesimo legno del Napoli in campionato (trentaduesimo stagionale).
Col passare dei minuti si defila sempre più, dedicandosi, in compenso, alla fase di copertura in supporto ad Hysaj. Al suo posto Lozano, il quale non si dà nemmeno il tempo di trovare posizione in campo che trova la rete decisiva. Il messicano entra e spacca letteralmente la partita, infilzando la difesa del Genoa con la stessa letalità di una katana affilatissima. A gara in corso, quindi sfruttando la stanchezza degli avversari, dà il meglio di sé e crea scompiglio ogni volta che ha la palla tra i piedi. L’ennesimo intervento miracoloso di Rino Gattuso ha finalmente sbloccato il ‘Chucky’, vero uomo in più di questo Napoli di fine campionato. A dir poco perfetto, infine, Insigne. Il capitano azzurro ha dimostrato ancora una volta di essere su un altro livello, il perno di tutto il gruppo. Segna nei momenti di difficoltà e, se non segna, fa segnare e si sacrifica grandemente per l’intera squadra. Parte a rilento, ma in me che non si dica trova l’intensa con Mertens, al quale serve l’assist per l’1-0 partenopeo. Mano mano che la partita prosegue (e come suo solito) brucia completamente la sua fascia di competenza per permettere al Napoli di non perdere compattezza. Chissà se la sente la fatica, Lorenzo.
Testa, ora, al secondo scontro diretto in pochi giorni. C’è da archiviare subito la vittoria convincente di Marassi perché domenica sera, al San Paolo, arriva il Milan. Sarà una partita dal sapore particolare per Gattuso, sicuramente agrodolce visto ciò che ha fatto e com’è finita poi. Il Napoli adesso è rinsavito, motivato ed in salute, così come la compagine di Pioli, che forte del successo in rimonta contro la Juventus è carica a pallettoni. Un successo contro i rossoneri farebbe salire il numero di vittorie post-lockdown a 5 in 6 partite di campionato, il che rappresenterebbe un’altra spinta non indifferente in vista di questo rush finale.
A cura di Giuseppe Migliaccio
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro