“[…] Come un pittore, farò in modo di arrivare dritto al cuore” cantavano i Modà nel 2012 insieme con i Jarabe de Palo del compianto Pau Donés, scomparso il 9 giugno scorso. E dritto al cuore ci è arrivato Lorenzo Insigne, che con una pennellata magnifica ha regalato al Napoli l’ennesima vittoria.
Successo sulla Roma che andava, ovviamente, al di là dello scontro diretto, oltre la classifica. Già prima della trasferta di Bergamo, Rino Gattuso invocava l’importanza di portare a casa il massimo risultato in nome della continuità. Il Napoli ha fatto la partita sprecando dodici palle-gol, la Roma ha scelto il 5-3-2 difendendo anche con il baricentro basso. Gli azzurri sono riusciti a sbloccare la sfida nella ripresa con Callejon ma nell’arco dei 90′ hanno concesso agli avversari delle ripartenze, una di queste si è trasformata nel gol del pareggio di Mhkitaryan. Nonostante ciò, la vittoria è il risultato più giusto, se si giudica nel complesso. Soprattutto, con i 3 punti di ieri il Napoli ha raggiunto quota 18 nelle ultime 7 partite di campionato, frenando solo contro l’Atalanta, segno che la squadra c’è ed è in salute.
Ma entriamo nel merito del match di ieri sera con la nostra consueta disamina “a mente fredda”.
Nel cuore di Napoli-Roma: l’analisi della partita
MARIO “MVP” – Copre, corre in attacco, sfiora il gol e realizza l’assist che sblocca la partita. Questo è il riassunto della prova di Mario Rui, senza alcun dubbio il migliore in campo. Chiude qualsiasi varco a Zappacosta sulla sinistra, che non trova spiraglio alcuno per bucare la difesa azzurra da quel lato. Scalda il piede già al 33′ con un cross perfetto per la testa di Milik, soltanto la traversa (31esimo palo in stagione) nega la perfetta riuscita dell’azione. Prima ancora serve Zielinski con un lancio preciso a scavalcare la retroguardia avversaria, ma la Roma grazie a Pau Lopez si salva. Il terzo tentativo è quello giusto: palla ricevuta sulla sinistra, il portoghese asseconda l’inserimento di Callejon e il Napoli fa 1-0. Meno brillante il suo collega opposto Di Lorenzo. L’ex Empoli non sta rendendo come sa da quando si è ripartiti. Anche ieri più di un errore in uscita e, in più, soffre maledettamente le incursioni di Spinazzola. Nella ripresa man mano migliora insieme alla squadra e riesce finanche a trovare il gol del 3-1, annullatogli però per fuorigioco. Mostruoso Koulibaly, non ci sono altri aggettivi per definirlo. Il senegalese ha beneficiato grandemente della cura Gattuso ed anche ieri lo ha dimostrato. Onnipresente quando si tratta di respingere i cross della Roma e con grande personalità nel palleggio: se continuerà su questa scia, non ci sarà attaccante che terrà. In affanno, invece, Manolas, ma lo si può perdonare. Il grande ex della partita è evidentemente affaticato per via del poco impiego degli ultimi tempi, non riesce a fermare Dzeko se non ricorrendo al fallo. Menzione d’onore per il suo sostituto Maksimovic, decisamente più in palla. Il serbo entra poco dopo l’ora di gioco e subito mette le cose in chiaro. Tempismo perfetto negli interventi ed offre qualità in fase di costruzione dal basso. Prestazione maiuscola la sua. Poco da dire su Meret. Per fortuna, il portiere azzurro viene impegnato praticamente mai. Forse, però, poteva fare di più sul gol subito. Rivedendo il replay dell’azione, si vede che va in ritardo nel lanciarsi sulla sua destra.
IMPRESCINDIBILE – Gattuso si è follemente innamorato, calcisticamente parlando, di Zielinski. Ed ha tutte le ragioni. Il numero 20 azzurro corre come al solito in lungo ed in largo per il campo, planando quasi sul terreno di gioco quando ha la palla al piede. Sul piano tecnico e tattico è praticamente impeccabile, legge benissimo gli spazi tra le linee. Peccato per il gol sbagliato a tu per tu con Pau Lopez nel primo tempo. La freddezza sotto porta è l’unico ed ultimo step da raggiungere per diventare un centrocampista totale. Al 79′ trova Mario Rui con una verticalizzazione magica, anche il portoghese però sbatte contro il portiere giallorosso. Prezioso come sempre il tandem di centrali Demme-Lobotka. Che giochi l’uno o giochi l’altro, cambia poco. Il tedesco è risaputo essere il faro del centrocampo ormai. In uscita dalla difesa o in appoggio all’indietro dall’attacco è sempre lì pronto a raccogliere il pallone per poi smistarlo con accuratezza. In più, è bravo a leggere gli spazi tra le linee. Discorso equivalente per lo slovacco, più tecnico di Demme, che pulisce ogni pallone toccato e fa ripartire bene la squadra. Partita di gran qualità anche quella di Fabiàn Ruiz. L’ex Betis sfoggia tutto il suo repertorio tecnico con giocate sublimi come la finta di corpo a disorientare Smalling o il velo a smarcare Callejon nel primo tempo. Con la stessa giocata, di contro, nella ripresa permette alla Roma di recuperare un pallone e ripartire in campo aperto. Necessita di miglioramenti in fase difensiva, ma la sua presenza è sempre un punto in più a favore del Napoli.
PENNELLATA D’AUTORE – Nel momento di maggiore stallo della partita, che si avvia verso la conclusione, Insigne tira fuori il coniglio dal cilindro. Col suo destro disegna una traiettoria splendida, perfetta, che stavolta non lascia scampo a Pau Lopez. Il numero 24 azzurro ora è Capitano in tutto e per tutto, con la ‘C’ maiuscola. Insigne che, però, non è solo bellezza ma pure intelligenza ed efficacia tattica. Il grosso del suo lavoro lo fa in fase di ripiegamento, dove è supporto costante per Mario Rui. Ormai lo conosciamo, il suo stile di gioco propone anche questo, eppure non smettiamo mai di stupircene. Così come conosciamo perfettamente Callejon ed i suoi tagli alle spalle dei difensori. L’ha sempre avuta questa innata dote, poi con Sarri l’ha perfezionata ed è ora la sua arma preferita, la più letale. Lo spagnolo sembra quasi invisibile e nel primo tempo si divora anche l’1-0 di testa. L’appuntamento col gol, però, è solo rinviato. Dopo 10′ dall’inizio del secondo tempo decide di imprimere il proprio marchio sulla partita e individua lo spiraglio dove infilare la difesa della Roma con una ferocia terrificante, mettendo in rete il cross al bacio di Mario Rui. Dal momento del “mini-rinnovo” ha cambiato volto: ora è determinante come un tempo. Gioca bene anche Milik, che ha sfiorato il gol per due volte nella prima frazione di gara. Prima la traversa clamorosa, poi un tiro dall’altezza del dischetto che, purtroppo, non è abbastanza potente ed angolato da centrare il bersaglio. Prova a legare il gioco nel miglior modo possibile, fondamentale in cui è cresciuto a vista d’occhio da quando è arrivato Gattuso, in parte ci riesce e in parte no. Esce al 63′ per dar spazio al terzo diamante della vecchia guardia, Mertens, il quale dà subito vivacità al gioco. I difensori della Roma faticano a fermarlo nei suoi inserimenti in profondità, si muove tantissimo sul fronte d’attacco. Dopo la prova nebulosa contro l’Atalanta, il belga fa rivedere perché è fondamentale per questa squadra.
Il Napoli, dunque, risponde presente all’appello del suo allenatore e batte anche la Roma, piazzandosi momentaneamente al quinto posto. Appropriandoci del motto derivante dai rivali di una vita della Juventus che recita: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”, riassumiamo il pensiero di Gattuso. Certo, tenere alta la tensione sapendo che non si ha più nulla da chiedere al campionato facile non è, ma al contempo gli azzurri sanno che il loro condottiero non fa sconti a nessuno: da qui a fine stagione saranno messi a ferro e fuoco, mezzi termini Gattuso non ne conosce.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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