Se il Napoli giocasse tutte le partite in trasferta, ad oggi, sarebbe ai vertici della classifica, quinto ad un passo dalla zona Champions. Gli azzurri di Rino Gattuso sembrano aver trovato la propria dimensione lontani da casa e centrano, con quella di ieri al Rigamonti, la 4 vittoria consecutiva in trasferta nelle ultime 5 partite, la 2 di fila in campionato. Il Brescia si è difeso con ordine ed ha avuto la forza di portarsi per primo in vantaggio, ma come spesso capita in partite così bloccate, basta un episodio per stravolgere l’inerzia della gara.
Napoli che ha lottato non solo con Brescia squadra ma anche con quella parte di tifoseria becera, ignorante autrice dei soliti cori discriminatori, anzi stavolta se n’è addirittura inventato un altro: “Napoletano coronavirus”. La cosa più brutta è che ormai da tempo è diventato moda, fanno quasi a gara a chi fa l’insulto più originale: non c’è piena consapevolezza della gravità di tali gesti, il che è forse pure peggio del gesto stesso. Cosa fare dunque in questi casi? Nulla, ignorare e parlare dei fatti di campo per quanto possibile.
Nel cuore di Brescia-Napoli: l’analisi della partita
ASSIST MAN – Nell’ambito di una sfida non così impegnativa per il reparto difensivo azzurro spunta, dopo diverso tempo, Di Lorenzo. Il terzino azzurro torna a fornire qualità alle incursioni del Napoli sulla catena di destra e ci mette lo zampino per il gol vittoria. E’ un riferimento costante lì davanti, senza però dimenticarsi del suo compito di esterno di difesa. Meno esaltante la prova dei due centrali Maksimovic e Manolas. Non che il Brescia abbia attaccato poi così tanto, ma in quelle poche ripartenze si sono affacciati parecchio nell’area di rigore. Specie il venezuelano Chancellor, che sovrasta il greco in occasione dell’1-0 e spedisce alle spalle di Ospina il calcio d’angolo perfetto calciato da Tonali. A parte la rete, tuttavia, il colombiano fortunatamente non è stato costretto a compiere interventi salva-risultato e nei minuti finali resta lucido afferrando in presa alta diversi cross dei padroni di casa alla disperata ricerca del pareggio. Appena sufficiente anche la gara di Mario Rui, in realtà mai realmente chiamato in causa nel corso della partita.
“COME UN PITTORE” – Così cantavano i Modà, che evidentemente sono stati d’ispirazione per Fabian Ruiz, autore del gol vittoria. In un momento della sua carriera di grossa difficoltà il giovane spagnolo rispolvera tela e pennelli realizzando, con quel tiro a giro, una delle sue opere più belle. Se ne sono dette tante sul suo conto ma lui niente, in silenzio ha continuato a lavorare consapevole delle sue certezze: non c’è gioia più grande per questo Napoli, bisognoso come non mai del suo estro. Chi invece di estro ne ha sicuramente meno è Demme, ma poco importa. L’italo-tedesco è stato una manna dal cielo per Rino Gattuso, che ormai lo considera inamovibile. Unico piccolo neo è che non azzarda mai la giocata anche quando potrebbe risultare necessario, lo stesso Gattuso in allenamento gli chiede di più. Sa, però, dare ordine alla manovra azzurra ed in questo momento è ciò che conta di più: l’essenzialità. Rende meno, invece, Elmas, di nuovo arretrato a mezzala. La sensazione è che si senta come un leone in gabbia in quella zona del campo, lui che ha tanta voglia di spaccare il mondo e le difese avversarie partendo dall’esterno. Non incide, infatti, come ci si sarebbe aspettato, ma cosa vuoi che sia, ha tutto per poter regalare prodezze anche in quel ruolo.
RITENTA: SARAI PIU’ FORTUNATO – La prima chance di raggiungere Hamsik non va per Mertens, che in verità è stato parecchio sfortunato. Un po’ come Higuain col suo record di segnature in Serie A, pronti via ed il belga sfiora il gol capolavoro con un pallonetto da posizione impossibile che scheggia la traversa. Si ripete qualche minuto più tardi con un tiro al volo su un lancio illuminante di Insigne, spedito però in braccio a Joronen. Gol che finalmente arriva nel secondo tempo: sfortunatamente per lui, però, la sua posizione di partenza è nettamente irregolare. Ci prova in tutti i modi ma non ci riesce e nella sua mente compare la scritta: “Ritenta, sarai più fortunato”. Trova fortuna, invece, il capitano azzurro, che va in gol su rigore ad inizio ripresa. Un penalty netto, solare ma concesso soltanto dopo l’on field review al Var. Il direttore di gara è sicuro che Mateju l’abbia prima toccata con la coscia, poi decide di ricorrere al VAR e, dopo un breve consulto, indica il dischetto. Insigne che, oltre al gol, è il vero e proprio regista offensivo di questo Napoli. Non c’è palla che non passi dai suoi piedi quando la squadra è in possesso e se il pallone non arriva da lui è lui che se lo va a prendere, anche se significa abbassarsi fino al centrocampo. E c’è poco da fare: quando la palla ce l’ha lui il pericolo per gli avversari è dietro l’angolo. Partita discreta, infine, per Politano, ieri dal 1′ al posto di Callejon. Gattuso gli dà fiducia ma è evidente che il lavoro svolto dallo spagnolo non è replicabile così facilmente. In fase offensiva si impegna, tenta qualche strappo con la difesa del Brescia che, però, gli concede davvero pochissimo e risulta, infatti, tra i meno incisivi.
E’ la vittoria numero 6 nelle ultime 7 gare per gli uomini di Gennaro Gattuso, che sembrano aver trovato la quadra. Il tecnico azzurro ci teneva che i suoi mantenessero alta la concentrazione per la trasferta del Rigamonti che si è rivelata altrettanto ostica e si è detto soddisfatto a fine gara. Il pensiero, adesso, finalmente, può e deve andare tutto sulla sfida delle sfide, di quelle che danno enorme lustro: quella con il Barcellona. In tanti danno qualche chance in più al Napoli vista l’aria pesante che si respira in casa blaugrana, ma francamente al cospetto di squadre del genere c’è veramente poco da star tranquilli. Martedì però, al di là della sfida in sé, sarà la volta di Messi al San Paolo che è stato di Diego Armando Maradona: come la chiusura di un cerchio per quello che è considerato l’erede assoluto de El Pibe de Oro.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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