Dal paradiso all’inferno in pochi giorni. L’entusiasmo alle stelle in casa azzurra è stato bruscamente interrotto al minuto 87 di ieri sera, momento in cui Castro ha messo la parola fine a Napoli-Cagliari. Come un fulmine a ciel sereno, come il risveglio al mattino dopo un bel sogno. Proviamo, però, a riavvolgere il nastro e tornare al match del San Paolo, ragionando “a mente fredda”, come il nostro consueto appuntamento ci propone di fare.
La realtà è che quando totalizzi 17 tiri in una partita, di cui 8 nello specchio, mentre all’avversario ne basta 1 (solamente 1, sì) per portarsi a casa l’intero bottino proprio non te ne capaciti. Sembra quasi che i ruoli si siano invertiti, col Cagliari che fa il Napoli e concretizza l’unica occasione utile, ecco perché brucia ancora di più. Volendo procedere con ordine nel mentre nella testa si affollano i più disparati pensieri è difficile, ma sforziamoci un po’. Partiamo ancora una volta dall’attacco e qui il dubbio di tanti prende forma: non era meglio un ariete come Llorente (o al massimo Milik)? Il Napoli ha trovato nello spagnolo proprio quell’elemento risolutore che in passato era mancato in partite come queste, colui che sgomita tra le maglie della difesa avversaria per creare pericoli, quindi perché optare per la fanteria leggera con Mertens e Lozano? La risposta al quesito la lasciamo a Mister Ancelotti, che certamente avrà avuto le sue buone ragioni per schierare questo tipo di attacco, noi atteniamoci all’evidenza. E l’evidenza dice che la dea bendata proprio non si è voluta far vedere ieri sera dalle parti di Fuorigrotta. Ognuno tenta di dare la sua lettura critica, ma francamente c’è poco da leggere: la fortuna ha deciso di giocare un brutto scherzo al Napoli, le statistiche parlano chiaro. L’emblema sono le prestazioni dei due protagonisti indiscussi nella “Notte degli Oscar” di scena al San Paolo, ossia Olsen e Pisacane. Il primo, tra una preghiera e l’altra, ha compiuto un paio di parate tanto belle quanto decisive su Manolas e Koulibaly. Il secondo, originario dei Quartieri, ha messo in campo una determinazione tale che quasi ha neutralizzato da solo le offensive degli azzurri. Passando al centrocampo, comunque, stavolta insufficiente Insigne. Non sta attraversando il suo miglior periodo, anzi tutt’altro, ma qui serve la mano ancora una volta del Maestro Ancelotti: speriamo disponga della “pozione magica” che ti fa scordare tutti i problemi. Grande prova di Allan e Callejon, come al solito battaglieri in partite così tirate come queste. Solita partita, invece, da parte di Zielinski. Il polacco si propone in fase offensiva, qualche buono spunto partendo dalle retrovie, ma nulla di esaltante. Ancora una buona prova per i due terzini Di Lorenzo e Mario Rui, evidentemente tra i più in palla del Napoli delle ultime uscite. Il loro lavoro difensivo (per quel che è servito viste le pochissime offensive del Cagliari) è stato di livello così come l’apporto offensivo, che non manca mai. C’è poco da valutare sulla prestazione di Maksimovic, che ha giocato solo un tempo e poi uscito all’intervallo per infortunio, lasciando spazio a Koulibaly.
Già, Koulibaly… Colui che è solito essere uno dei traini principali dell’intera formazione azzurra ha dimostrato di faticare ad entrare in partita partendo in corso d’opera, raggiungendo il culmine con l’espulsione rimediata appena dopo il gol di Castro. L’animo era turbato al momento dell’1-0 sardo e non si sa cosa abbia detto di preciso, ma a quanto pare è bastato per indurre l’arbitro Di Bello ad estrarre il cartellino rosso. Il provvedimento subito dal centrale azzurro è l’emblema della serata: nervosismo in campo e tra i tifosi per un risultato totalmente inaspettato considerando il periodo brillante in cui si trova il Napoli. Volendo tirare le somme, comunque, non c’è da fare allarmismi. Siamo appena ad inizio stagione, la squadra è viva, crea occasioni come ha sempre fatto, ha qualità e la ruota girerà. Certo, con l’ennesima vittoria della Juventus e soprattutto di una concreta Inter pesa dover già rincorrere, ma il campionato è lungo, per cui preoccuparsi è la cosa più sbagliata ed inopportuna da fare in questo momento.
Il risveglio è grigio come questa mattinata di fine settembre, ma il Sole tornerà a splendere e magari già domenica al termine della sfida col Brescia. Bisogna avere pazienza e restare calmi, perché come qualcuno suoleva dire: “Il cavallo di razza si vede a lunga corsa!”
A cura di Giuseppe Migliaccio
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