Il Napoli si rialza dalla batosta dell’Olimpico e prende la vittoria contro un modesto Perugia, la seconda dell’era Gattuso. Quello di ieri è stato un successo importante per il proseguimento in Coppa Italia, ma soprattutto ha dato tanto morale. Riprendendo un virgolettato del tecnico azzurro della conferenza stampa post-partita contro la Lazio, questa squadra aveva talmente bisogno di tornare a vincere che non contava nient’altro: classifica, infortuni, obiettivi stagionali. Nulla di tutto questo.
Vittoria che ha un sapore ancor più speciale perché arrivata davanti ad un semivuoto San Paolo, altro aspetto da tenere fortemente in considerazione. Dal punto di vista puramente tecnico e tattico, Gattuso tuttavia si è detto non pienamente soddisfatto del modo con cui il 2-0 al Perugia è arrivato. Gli azzurri hanno dato continuità solo nei primi 30-40 minuti della partita al bel secondo tempo della sfida contro la Lazio, mettendo in pratica l’idea tattica pensata dal proprio allenatore. Conquistato il doppio vantaggio, e poi per tutta la ripresa, però, il Napoli è calato sempre più di intensità permettendo agli uomini di Cosmi una risalita (seppur timida) grazie a degli errori gratuiti. La sensazione, pertanto, è sempre la stessa. La squadra non riesce a mantenere alta l’attenzione per tutti i 90′, gioca un tempo per volta e questo aspetto va risolto. Ma al contempo Gattuso è sicuro dei margini di miglioramento del suo gruppo, che sono grandi: non resta altro che trasferirlo sul campo.
Nel cuore di Napoli-Perugia: l’analisi della partita
IL RISCATTO DI DAVID – Per un calciatore non è facile riprendersi dopo un errore grave, specie se quell’errore condanna la tua squadra ad una sconfitta immeritata in un momento già molto delicato. Un professionista, però, lo si vede soprattutto in queste circostanze e Ospina ha dimostrato ampiamente di esserlo. Il portiere azzurro ha fatto forza sulla fiducia nei propri mezzi e si è riscattato dalla leggerezza avuta contro la Lazio respingendo il rigore di Iemmello allo scadere del primo tempo. Una grande parata da parte di un grande portiere, che certifica di essere di assoluto affidamento. A completare l’intervento ci ha pensato Mario Rui avventandosi sul pallone dopo la parata del colombiano. Il terzino azzurro si è mostrato più intraprendente rispetto alla gara di campionato contro i biancocelesti, proponendosi più volte in attacco sul suo lato d’appartenenza. Nel secondo tempo però riduce i giri del motore lasciandosi andare ad errori tecnici che, francamente, sarebbe meglio evitare, anche contro un avversario di livello inferiore. Cresce ancora Hysaj sull’altro lato del campo, che rispetto al collega portoghese ieri si è dedicato maggiormente alla fase difensiva, lasciando quasi del tutto a Lozano il compito di scardinare la difesa perugina sulla fascia destra. Aumenta l’affiatamento, infine, tra i “due” centrali Manolas e Di Lorenzo. L’ex Empoli, proposto ancora da centrale in attesa del ritorno di Koulibaly, non ha sfigurato, anzi. In più occasioni ha compiuto precisa lettura delle offensive avversarie intervenendo bene in anticipo ogni volta che ce n’era bisogno; difesa attenta anche da parte del greco, che nel primo tempo ha sfiorato addirittura il gol approfittando di un’uscita errata del portiere Fulignati su un cross da calcio d’angolo. A 20′ dalla fine ha rischiato di pagar caro il suo mancato intervento su Falcinelli, che gli ha preso completamente il tempo girando di testa. Fortuna per lui che il pallone è uscito a lato.
AL SAN PAOLO RITORNA UN “DIEGO” – La sfida tra Napoli e Perugia è stata anche l’occasione per dare spazio al nuovo acquisto Demme, quello col nome importante potrebbe dire qualcuno. L’italo-tedesco, che ha sempre visto in Gattuso un mentore calcistico, ha messo piede in campo dopo appena due allenamenti col Napoli ma già ha lanciato un messaggio chiaro ai suoi nuovi compagni: “guardate che adesso ci sono anche io!”. L’ex Lipsia si è messo da subito nel vivo del gioco partecipando alla costruzione della manovra azzurra. Passaggi semplici ma precisi ed una buona imbeccata in verticale per Llorente, segno che questo calciatore ha tradotto le indicazioni di Gattuso in maniera pedissequa. Demme che ha preso il posto di Fabian Ruiz, il quale per la sua gioia ora gli lascerà anche il ruolo. Per lo spagnolo una partita tranquilla, ma continua ad essere palese che quella posizione di campo non fa per lui. L’unico sussulto è stato un tiro al 12′, prima conclusione della partita per il Napoli, salvo poi perdere di lucidità nel corso della gara perdendo palloni con troppa facilità. Molto bene Elmas, che in corso d’opera è riuscito a far cambiare idea ad un Gattuso ormai già deciso a sostituirlo. Il giovane macedone non aveva i novanta minuti nelle gambe, ciononostante non si è mai tirato indietro al momento di attaccare, la conclusione all’81’ lo dimostra. Di livello ancora superiore la prova di Zielinski, ormai un elemento imprescindibile del centrocampo del Napoli. Tanti passaggi andati a segno e finte a disorientare gli avversari per il polacco, a cui è stata anche annullata una rete al tramonto del primo tempo. E più lo si guarda e più si pensa: “se solo credesse di più in se stesso”, prova lampante di quanto il fattore psicologico incida sul rendimento dei giocatori, specie quelli dotati di tecnica cristallina come lui.
INSIGNE GLACIALE, LOZANO LANCIA SEGNALI – Come contro la Lazio, Insigne ha trascinato la squadra da vero capitano. L’esterno azzurro ha ritrovato verve e sicurezza grazie alla cura Gattuso, dimostrando di saper sopportare, su quelle sue spallucce piccole piccole, il peso enorme dell’essere profeta in patria. Il risultato contro il Perugia è arrivato grazie ad una sua doppietta. “Capirai, su calcio di rigore” direbbe qualcuno, ma i rigori vanno segnati e chi ha assaggiato un campo di calcio almeno per un po’ sa che in certi momenti è più difficile segnarli che sbagliarli. Lui, al contrario, si è dimostrato glaciale dal dischetto spiazzando Fulignati in entrambi i casi, il primo stilisticamente la fotocopia dei rigori calciati da Jorginho. Insigne che si è inteso alla grande con Lozano, espressosi finalmente come meglio sa. Il messicano è come se fino ad ora, essendo impiegato solo per pochi minuti, avesse voluto far vedere tutto il suo valore, sbattendo solo contro gli avversari. Col Perugia, invece, Gattuso lo ha schierato da titolare nel ruolo a lui più congeniale e il miglioramento è stato immediato. Maggiore palleggio col resto dei compagni, ottimi spunti in velocità e tagli tempisticamente perfetti hanno rappresentato la sua prova, impreziosita dal rigore conquistato per l’1-0 del Napoli. Gara di sostanza, infine, da parte di Llorente, che agisce da centravanti puro smistando palloni a destra e a manca per l’inserimento di mezze ali ed esterni. Lavoro svolto con grande qualità dall’ex Juve e Tottenham, con Gattuso che a fine partita si è detto soddisfatto del suo gioco di sponda.
Napoli che dunque avanza nella competizione dove ha il dovere di arrivare fino in fondo per dare un senso a questa stagione sciagurata. Percorso alla finale che pone sul cammino degli uomini di Gattuso nuovamente la Lazio di Simone Inzaghi, che ha demolito la Cremonese qualche ora dopo il match del San Paolo. E sarà proprio il San Paolo il “teatro” nel quale andrà in scena il secondo atto di questo confronto coi biancocelesti. Intanto ci si gode questa vittoria, che se non altro rappresenta una buona dose di fiducia in vista della Fiorentina, con la speranza che anche in campionato gli azzurri ricomincino a correre veloce come un tempo. Vittoria che inoltre è il risultato del buon lavoro condotto sino ad ora dal tecnico calabrese, capace in poco più di un mese di rivitalizzare una squadra scura in volto e nell’animo. La vera sfida, adesso, è quella di riavvicinare i tifosi. Far riaccendere i cuori dei sostenitori partenopei è troppo importante per questo Napoli, bisognoso ora come non mai del suo pubblico.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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