Il Napoli mette a segno un altro successo straripante schiacciando il Lecce davanti ai propri tifosi. Un 4-1 che sa di conferma dopo la vittoria contro il Liverpool, a dimostrazione del fatto che questa squadra non fa sconti a nessuno, nemmeno ai Campioni d’Europa in carica. La compagine azzurra sta mostrando una ferocia ed una maturità in campo vista forse solo in parte la scorsa stagione, segno evidente di quanto la cura Ancelotti stia portando i suoi frutti.
Ma andiamo con ordine, mettendo in evidenza gli spunti più interessanti che questa 4^ giornata ci fornisce (positivi e non).
Cominciamo però dall’attacco e da dove partire se non dalla nota forse più lieta che porta un nome ed un cognome: Fernando Llorente. Colui che, secondo tanti, è stato acquistato semplicemente per le sue doti di elettricista (“E’ venuto per svitare le lampadine!”) è risultato ancora una volta decisivo per le sorti del match. La difesa del Lecce l’ha perso di vista per sole due volte nei pressi della porta e in entrambe le circostanze l’epilogo è stato lo stesso: tiro preciso e pallone alle spalle di Gabriel. Lo spagnolo rappresenta l’uomo in più che mancava a questo Napoli, colui che con il suo fiuto del gol può farti davvero la differenza e permetterti di compiere il tanto agognato salto di qualità. Llorente in area è un rapace di razza e lo dimostrano tutte e tre le reti messe a segno in questi giorni. Mentre l’azione si svolge ad opera di un compagno di squadra lui sa già dove piazzarsi ed è lì pronto a raccogliere eventuali palloni sporchi per correggerli in rete. Lo ha fatto contro il Liverpool nell’azione del 2-0 e lo ha ripetuto quest’oggi nel gol dell’1-0 e del 4-1. Questione di fortuna? Ci può stare (per dirla alla Benitez) considerando che dopo le deviazioni, nel primo caso su tiro di Milik e nel secondo di Insigne, la palla gli capita proprio sui piedi, ma se non hai le capacità di farti trovare nel posto giusto al momento giusto e restare freddo quei gol non li fai e, infatti, il Napoli peccava proprio in questo. Buona prova anche di Milik, oggi a sorpresa suo compagno di reparto dal 1′. Il polacco, alla prima uscita in stagione dopo le noie muscolari, ha lavorato bene nel ruolo di seconda punta, così come in nazionale a supporto di Lewandowski. Sempre nel vivo dell’azione e pronto a ricevere palla in zona pericolosa creando gioco o andando lui stesso al tiro come nell’occasione dell’1-0. Passando al centrocampo, in crescita Insigne, oggi nel ruolo di esterno sinistro. Il capitano azzurro paga ancora qualche leziosità, ma anche quest’oggi il suo apporto è stato determinante. Arriva anche il terzo gol in campionato per lui, che stavolta però ha un sapore speciale: la rete contro il Lecce, infatti, è la numero 80 in maglia azzurra, che gli permette di scavalcare l’altro senatore Callejon (oggi non pervenuto perché subentrato dalla panchina) nella classifica dei marcatori del Napoli. A dir poco sublime la prestazione dell’altro esterno Fabian Ruiz. Lo spagnolo crea gioco, ruba palla e mette in scena una classe che per la sua età è davvero rara e lo dimostra lo splendido tiro a giro per il 3-0 azzurro, sul quale Gabriel può stare solo a guardare. Sufficiente la prova di Zielinski, tornato titolare. Il polacco tiene bene le offensive degli avversari e resta fedele alla sua vena offensiva, non facendo mai mancare il suo sostegno nelle azioni d’attacco della squadra. Leggermente appannato, invece, il compagno di reparto Elmas, ma cosa si può poi pretendere di più da un ragazzo di quasi 20 anni appena? Proprio nulla, perché un calo può starci, specie se ha già dato prova del suo immenso valore. Retrocedendo ci spostiamo alla difesa, anche oggi quasi impeccabile. Il “quasi” è per qualche contropiede di troppo subito, ma in campo c’era anche un orgogliosissimo Lecce, per cui non c’è di che stupirsi. Guardando ai singoli, buona la partita dei due esterni Malcuit e Ghoulam. Sia il francese che l’algerino hanno fatto valere la propria presenza in entrambe le fasi di gioco, senza disdegnare qualche inserimento in area per tentare la conclusione, come nel caso di Ghoulam a pochi minuti dalla fine. Bene (ma non è una novità) anche Koulibaly e Maksimovic, solidi e concreti contro le scorribande avversarie. I due fanno parte di un meccanismo ormai ben oliato da Ancelotti, che non si è dovuto pentire di aver lasciato a casa Manolas, fuori per qualche problemino fisico che non gli ha permesso di allenarsi al meglio in vista di questa trasferta. Infine, partita tranquilla anche per Ospina se non per l’episodio del calcio di rigore: troppa foga nell’andare su Farias e gol subito da Mancosu, ma in fin dei conti le sue belle parate le ha fatte e giocato bene anche con i piedi impostando da dietro, dando sicurezza all’intero pacchetto arretrato.
Volendo tirare le somme, il 4-1 di ieri contro un Lecce comunque piuttosto in palla dice anche un’altra cosa forse ancor più importante: il Napoli può cambiare anche tanti interpreti (ben 8 i cambi di Ancelotti) ma la musica resta la stessa. Ciò denota il grande valore di questa squadra, che trova in tutti gli uomini della sua rosa elementi di assoluto valore.
Chiosa finale per il giovane Luperto, per il quale non si vuole analizzare tanto la prestazione visto che è entrato a pochi minuti dalla fine, ma semplicemente il romanticismo della sua presenza in campo in quello che è casa sua. Mentre Llorente brilla a lui brillano gli occhi perché salentino ed ha potuto, grazie a Carletto Ancelotti, rivivere l’emozione di giocare anche solo per un po’ davanti ai tifosi che sente come fratelli. Piccoli gesti che non dicono nulla a livello calcistico ma che dicono invece tanto dal punto di vista umano, altro aspetto sul quale il tecnico azzurro ha dimostrato e dimostra di essere un Maestro.
Neanche il tempo di archiviare il successo del Via del Mare, però, che già si pensa al rientro in campionato in casa Napoli. La 5^ giornata di Serie A va in scena domani, con gli azzurri che però scenderanno in campo mercoledì: l’obiettivo è la terza vittoria consecutiva e da affrontare c’è un ostico Cagliari, forte del netto successo per 3-1 contro il Genoa. Guai a montarsi la testa, ma il divario è bello che netto e Ancelotti sa cosa fare, ma soprattutto può contare su grandi professionisti, quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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