Dopo Liverpool torna la serie A. Battuti dal Bologna, domenica 1 dicembre, il Napoli ritornerà in campo sabato 7 alle 18 ad Udine e ad attenderla ci sarà un ex, Pierpaolo Marino. Non è stato ancora metabolizzato il dramma. Il Napoli di Carlo Ancelotti non riesce a battere neanche il Bologna e resta al 7’ posto in classifica. Due gare difficili, una diversa dall’altra. Contro il Bologna Koulibaly, Llorente e Lozano non hanno dimostrato insieme ai loro compagni i valori di una squadra che è stata ad un passo dallo scudetto due campionati fa riconfermando il secondo posto l’anno scorso. Una partita dove il Napoli non ha messo in mostra le capacità tecniche, la sua grande esperienza e le qualità morali, mentali e psicofisiche. Il Napoli aveva bisogno di rientrare nella lotta per la zona Champions.
Tornato il campionato, il Napoli ha giocato e perso contro il Bologna. In questa settimana, invece, Ancelotti dovrà esaminare, nella quiete di Castelvolturno, con animo distaccato ed analitico, come ritornare vittorioso dalla insidiosa trasferta di Udine. Dovrebbe analizzare e siamo sicuri che lo farà anche il rapporto con tutto il parco giocatori a sua disposizione, con Callejon e Mertens in particolare.
Nel suo libro “IL LEADER CALMO” letto con molta attenzione risalta che tra i punti forti di questo allenatore ci sia il suo modo di tenere rapporti netti e chiari con tutti: cioè società, stampa e tifosi, senza punti oscuri, bui e nemmeno grigi.
Veniamo a Napoli, alla mia Napoli.
E’ una Città assediata da se stessa e prigioniera dei suoi mali. E’, però, bellissima!!! Il degrado corrode Napoli come una ruggine inarrestabile, distruttiva, paralizzante. La malattia che affligge Napoli, città di una bellezza stratosferica, antica signora, nata nobile, oggi scalmanata, perché violentata “dint a nu vico scuro”, seduta sui gradini della Chiesa del Carmine a chiedere la carità. In pieno centro, in via Carducci ed a Chiaia, trovi lo stesso degrado che puoi trovare a via Ghisleri, o al CONOCAL di Ponticelli.
Vico Lungo San Matteo ai Quartieri Spagnoli, il Pallonetto di Santa Lucia, Forcella sono l’esatto opposto di quanto hanno a pochi metri di distanza e cioè via Toledo, via Santa Lucia ed il Rettifilo. Sono il cono d’ombra della città impiegatizia, dei quartieri borghesi (via Michelangelo Schipa, via Tasso, via Cesario Console e via Depretis), delle professioni e del commercio.
In questi posti non vi è distanza fisica ma distanza sociale, una divisione che taglia il Corpo di Napoli in più parti, sempre più indifferenti, estranee e nemiche. Questo miscuglio delle carte sociali convive ed è la materia prima dell’Oro di Napoli. A Napoli non ci sono mai stati ghetti, perché non ne aveva bisogno. I pochi metri di strada o di cortile che separano, per esempio, il Pallonetto di Santa Lucia con via Santa Lucia e via Chiatamone o quelli di vico Lungo San Matteo da via Toledo, erano una distanza invalicabile.
Abitare in un basso all’Arco Mirelli o ai piani alti di vico Fiorentine a Chiaia, significa vivere su piani differenti del tempo, appartenere a storie diverse. L’accordo di convivenza sta per saltare.
Masseria Cardone, Cupa dell’Arco, Scampia, San Giovanni a Teduccio, Barra, la Sanità e Bagnoli si saldano e potrebbero occupare tutto il resto. Questo è uno dei motivi che Napoli somiglia sempre di più a un suk mediorientale.
La movida, i parcheggi selvaggi, il traffico, le corsie preferenziali sempre invase, l’arroganza, la cattiva educazione, la criminalità. Due facce di un male fisico, Mergellina e via Baku, che sta condannando la città più bella del mondo a un destino di degrado da terzo mondo.
Bisogna denunciare l’inerzia colpevole che può condannare Napoli.
Il Napoli, invece, ha tre numeri: sabato 7, martedì 10 e sabato 14. Non ha alternative: nasce di nuovo o si avvia ad un lungo e doloroso calvario. Dopo la intricata trasferta di Udine ha un incontro al San Paolo che potrà determinare il futuro di questa squadra e di questa singolare società. Arrivano a Napoli i belgi del Genk. Non batterli sarebbe un disastro sportivo di dimensioni enormi e catastrofiche. Un pareggio o una vittoria consentirebbe al Napoli di approdare agli ottavi di Champions League oltre ad aspettare, poi, sabato 14, il Parma al San Paolo con un animo più sereno.
Aspettiamo che passi la nottata. Il medicinale c’è. I problemi tutti hanno sempre la soluzione. L’unica preoccupazione è che coloro che dovranno risolvere i problemi del Napoli e mi riferisco all’allenatore ed al presidente non ne abbiano le capacità.
Aspettiamo……
Ferdinando Troise
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