L’ex difensore del Napoli e della Nazionale, Fabio Cannavaro, è stato raggiunto dai colleghi de Il Mattino ai quali ha rilasciato una lunga intervista pubblicata sull’edizione odierna del quotidiano. Ecco uno stralcio riportato dalla redazione di IamNaples.it:
Sbagliato per il Napoli accontentarsi del secondo posto? “Vorrei essere chiaro. Sarri ha fatto un’opera straordinaria. Il Napoli ha giocato benissimo e ha confermato di essere un allenatore intelligente, cambiando modulo quando le cose non funzionavano e passando al 4-3-3, il sistema che ha fatto la differenza e che ha consentito alla squadra di portarsi in testa alla classifica, però se si dice che quest’anno siano state poste le basi per vincere il prossimo scudetto, io dico invece che questo era l’anno giusto per il Napoli, perché avrebbe potuto approfittare delle difficoltà iniziali della Juve e dell’assenza ai vertici di Roma, Inter e Milan. Quando ci sono simili vantaggi bisogna avere la capacità di saperli sfruttare fino in fondo. Era un’opportunità incredibile. Per carità, la stagione resta positiva ma è un’occasione buttata. Ricordate dov’era la Juve prima dello scontro diretto? A due punti dal Napoli. E ora guardate dov’è.”
Cosa ha fatto la differenza? “Penso al mercato di gennaio: si poteva fare qualcosa in più, invece è stato preso soltanto il giovane Grassi, che neanche ha giocato. Bisogna poi considerare altri aspetti: Sarri è al primo anno di lavoro e il Napoli ha pagato la dimensione della sua rosa.”
In che senso? “Rispetto alla Juve la differenza è stata fatta dall’organico. Il Napoli ha sfruttato soltanto 12 giocatori e nei momenti chiave ciò è stato pagato. Quando parlo di rosa, non mi riferisco ai campioni della Juve e alla loro attitudine a vincere, penso anche a giocatori come Cuadrado o Rugani, preziosi quando sono stati chiamati in causa. E poi c’è l’abitudine dei bianconeri alle pressioni: nei momenti cruciali sanno esaltarsi.”
E nei momenti cruciali non sono mancati supporti, diciamo così, esterni? A Napoli vi sono state lamentele per gli errori di Rizzoli nel derby contro il Torino e il padre di Higuaìn ha parlato di aiuti alla Juve che hanno innervosito Gonzalo. “A dieci anni da Calciopoli parliamo ancora di questo? Ma dai… E’ sbagliata la ricerca dell’alibi, che regna nel nostro sport e nella nostra cultura. Per me quando una squadra è forte vince: non ci sono discussioni. Gli episodi possono capitare, ma sono un’altra cosa.”
Aspetta la chiamata della Nazionale dopo gli Europei? “Ho vissuto sedici anni in quell’ambiente, sfido chiunque a dire no alla Nazionale: sarei un ipocrita se dicessi che non ci penso, però sono realista. Sono contento di aver scelto questo percorso professionale, non credevo che mi piacesse tanto allenare e cerco di approfondire le mie conoscenze, sto per andare a Siviglia per studiare Unai Emery, l’allenatore che ha vinto le ultime due Europa League.”
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