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Fabio Cannavaro si racconta: “Ricordo il sogno di giocare al San Paolo e le foto che facevo a Maradona. Questo può essere l’anno buono”

" Il Napoli quest'anno è davvero forte. E' in crescita, mentre la Juve ha molti infortuni. Gli azzurri hanno serie possibilità di vincere lo Scudetto"

Fabio Cannavaro, ex di Napoli e Juve, ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi del Corriere dello Sport. Ecco quanto estrapolato da IamNaples.it:

“Ho iniziato a tirare calci ad un pallone nella pancia di mia mamma. Lei era una grande appassionata, forse anche perchè mio padre, prima di fare il cassiere in banca, giocava in Serie C. Dicono fosse il più forte dei Cannavaro. Da piccolo giocavo in strada. Niente oratorio o campetto, in strada. Era un quartiere difficile. Molti ragazzi si sono persi tra droga e rapine. Io invece, anche grazie alla mia famiglia, no, Iniziai la scuola calcio all’Italsider di Bagnoli. E’ un dispiacere vedere come sia ridotta, come anche il centro Paradiso”

Il Napoli: “Presero me e altri cinque, tra cui il figlio di Juliano che ora però fa l’avvocato a Londra. Il momento più bello era la domenica quando facevamo i raccattapalle. Io mi mettevo vicino la bandierina e aspettavo che Maradona battesse i corner. Non so quante foto ho fatto, Per noi Diego era un qualcosa di divino. Una volta io e Ametrano gli chiedemmo delle scarpe da calcio come le sue. E lui due giorni dopo ce le regalò davvero”

L’esordio e la cessione: “A 17 anni con Ranieri esordii in Coppa Italia. Con Bianchi l’anno dopo trovai continuità, mentre con Lippi tornai in panchina. Stavo per essere ceduto all’Acireale, poi feci una grande partita col Torino e Lippi bloccò la cessione. La cessione invece arrivò l’anno dopo. Si dice che Ferlaino stesse andando in macchina a Milano. Si fermò a Parma e mi cedette. Mi dispiaceva per i tifosi. La sera parlai con loro fuori ad un San Paolo deserto. Dissi che era per salvare il Napoli. Ma alla fine arrivò comunque il fallimento”

Parma, Inter e Juve: “A Parma mi sono trovato bene. Era un gruppo forte, costruito per vincere. Ancelotti poi mi ha insegnato la zona. All’Inter all’inizio andò anche abbastanza bene, poi mi feci male e la società volle vendermi. Per questo il mio nome compare nelle intercettazioni di Moggi, perchè parlai con lui quando tutto era già fatto e mi disse di non giocare un’amichevole perchè la Juve mi stava comprando”

Calciopoli: “Avevo 33 anni. Dissi alla società che in A sarei rimasto, in B no. Loro mi vendettero al Real. Alla Juve comunque sono stato bene, anche se c’erano problemi di spogliatoio. Capello è un grande allenatore e Buffon è come se fosse il Maradona dei portieri”

Juve-Napoli: “E’ una partita stupenda. Ma è pur sempre una partita di calcio. Non mi piace che ogni anno diventa più tesa, che i tifosi non possano andare a vederla e che ci siano insulti e cori offensivi. Il Napoli quest’anno è davvero forte. E’ in crescita, mentre la Juve ha molti infortuni. Gli azzurri hanno serie possibilità di vincere lo Scudetto. Lo dico da osservatore, ma anche un po’ da tifoso”

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