Dopo l’attacco di Beppe Severgnini sulle pagine del Corriere della Sera, arriva oggi un nuovo editoriale a firma di Goffredo Buccini, che reputa ipocrita la sanzione inflitta a Maurizio Sarri. Di seguito alcuni spunti evidenziati dalla nostra redazione: “Inerpicarsi sull’esegesi di Maurizio Sarri, fermo agli epiteti da angiporto contro Roberto Mancini alla fine di Napoli-Inter, potrà pure far sorridere. Ma la voglia di sorridere svanisce subito di fronte alla sentenza del giudice sportivo che condanna l’allenatore del Napoli a un buffetto sulla guancia: dare del «frocio» all’avversario costa appena due giornate di squalifica nella prossima Coppa Italia (in questa il Napoli non c’è più, le prime partite della prossima le giocherà contro squadre minori, il danno è zero). L’insulto non sarebbe omofobo perché Mancini non è gay. Poco conta che quell’insulto, usato così, offenda tutti gli omosessuali e (ha ragione Mancini) tutti gli eterosessuali dotati di sensibilità e civiltà appena medie”.
Bersaglio delle critiche anche il giudice sportivo Tosel: “Non dubitiamo che abbia le sue pezze d’appoggio disciplinari, le sue pandette di scorta. Ma ci permettiamo di eccepire che ha dato un ennesimo, pessimo esempio a un Paese dove da tempo il discorso pubblico è slittato nel turpiloquio, dove invoca l’omertà calcistica («cose di campo…») anche chi ha rappresentato lo Stato ai livelli più alti (Berlusconi), dove un presidente di Federazione (Tavecchio) è finito sulla graticola Uefa per i suoi vaniloqui razzisti sul «mangiabanane» Optì Poba. In questo Paese di maschi da caricatura, in cui la categoria del «politicamente corretto» viene ridotta a sinonimo di ipocrisia e la mitezza diventa «buonismo», noi, caro giudice Tosel, sommessamente, preferiamo stare dall’altra parte. O, come forse direbbe Sarri a man salva, dall’«altra sponda»”.
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