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Pallanuoto, rivelazione shock di Baraldi: “Sanguinavo, ma in tre ospedali non mi hanno visitato, non c’era l’otorino”

La denuncia del centroboa di Canottieri e Nazionale per un infortunio legato a uno scontro di gioco nel match col Rari Nantes Savona

«Ho girato 3 ospedali napoletani di sabato sera. Sanguinavo da un orecchio, ma non c’era un otorino per visitarmi». È l’odissea nella sanità napoletana di Fabio Baraldi, 24 anni, giocatore della Canottieri Napoli, squadra di pallanuoto di serie A1. Centroboa anche della nazionale, il campione di Carpi, medaglia di bronzo a luglio agli Europei in Ungheria, è rimasto vittima di uno scontro di gioco nel match tra Canottieri e Rari Nantes Savona: un colpo all’orecchio alla prima azione di gioco. Ore 19.30, piscina Scandone: terminata la gara, Baraldi va di corso al pronto soccorso accompagnato dalla moglie napoletana. «Ho viaggiato dalle 20 alle 23.30 tra Fatebenefratelli, Cardarelli, Pellegrini. Nessun nosocomio aveva un otorino in grado di assistermi. Al Cardarelli e Fatebenefratelli non era proprio disponibile, mentre al Pellegrini c’era solo su “chiamata”, ma il mio caso per loro non era abbastanza urgente». Ieri mattina l’atleta emiliano si è sottoposto alle cure di un dottore privato che ha riscontrato una “lesione al timpano”. Domani andrà al Cardarelli per “accertamenti microscopici”. Difficile per ora avere una diagnosi più precisa. «Perché il sangue si è coagulato durante la notte», continua Baraldi.  Martedì il centroboa azzurro era atteso per l’incontro valido per la World League tra Italia e Croazia. «Oggi (ieri, ndr) dovevo partire in ritiro con la nazionale a Torino.  Ma un aereo con un timpano rotto non posso prenderlo. Ho avvertito i medici dell’Italia di pallanuoto. Mi hanno chiesto: “Possibile che a Napoli non c’è un medico che possa visitarti?”. Erano increduli». A Napoli da 7 anni, le prime 5 stagioni al Posillipo, Baraldi consegna tutta la sua amarezza: «Anche mia moglie sabato sera, alla fine di questa storia, era scandalizzata. Come sto ora? Diciamo che ho vissuto momenti migliori».

Fonte: repubblica.it

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