Bufera al Posillipo. Stamani il presidente del circolo rossoverde Maurizio Marinella ha rassegnato le dimissioni da presidente. Con lui, si sono dimessi i vicepresidenti Lino Giugno e Maurizio Marassi e tutti i consiglieri. Marinella era stato eletto il 4 giugno 2013, il suo successore verrà fuori dall’assemblea straordinaria convocata per il 23 novembre. Il re delle cravatte, raggiunto telefonicamente, parla di “scelta dolorosa ma necessaria”.
Maurizio Marinella, tira aria di tempesta…
“Diciamo che il Posillipo è stato e resterà uno dei pochi nodi che non sono riuscito a sciogliere. Il clima s’era fatto un po’ troppo pesante, c’erano contrasti, lotte interne e critiche, non si respiravano quell’atmosfera e quella armonia che avrei voluto durante la mia presidenza. Quelle poche volte che riuscivo ad andare al circolo c’era sempre un problema nuovo, venivo letteralmente assalito da persone che si lamentavano di tutto: la scherma non va bene, il nuoto ha questi problemi, e tante altre cose”.
Rimpianti?
“Nessuno. Mi dispiace perché tante cose si sono fatte e tante si stavano facendo, con la nostra squadra al timone. Ad esempio abbiamo rimodernato il salone, cambiato divani e poltrone, creato una sala più accogliente, dove adesso si mangia in maniera straordinaria. Si stavano facendo lavori di manutenzione, però purtroppo si possono pure fare le famose cape d’angelo ma se manca l’armonia e prevale l’aggressività poi non vengono valorizzate”.
Si parla di gravi problemi di bilancio.
“Avevamo ereditato debiti pesanti, oggi la situazione debitoria permane ma s’è alleggerita parecchio. Siamo anche riusciti ad avere qualche piccolo sponsor. Ma se non c’è armonia… Il circolo deve rappresentare un momento di aggregazione, di svago, valori completamente assenti in questo momento”.
Con lei, s’è dimessa tutta la squadra di consiglieri.
“Eravamo una squadra, abbiamo iniziato e finito insieme. Dovevo avere io per primo la forza di tirarmi indietro, mi spiace perché nel mio corpo scorre sangue rossoverde. Sono socio da quanto avevo 5 anni, ora ne ho 58. È un grande dolore, certamente”.
Crede di avere qualche colpa?
“Forse dovevo essere più “dittatore” e anche più presente, ma ho un’attività da portare avanti e se nel mondo è difficile, figuriamoci a Napoli. Ma sono felice di essere qui, di vivere e lavorare nella mia città. Da domani tornerò a fare soltanto l’imprenditore”.
E il futuro del Posillipo?
“Speriamo che arrivi qualcuno che possa fare il bene del circolo. A me non resta che ringraziare la mia squadra, non ce l’abbiamo fatta ma è stata un’esperienza indimenticabile”.
Ha sentito allenatore e giocatori?
“Non ancora, loro sono in Serbia per il secondo turno di Eurolega. Gli auguro il meglio possibile per la stagione in corso. Io ci ho provato, ho fatto da cassa di risonanza: abbiamo ospitato presentazioni di libri, eventi, riportato il circolo a un certo livello”.
Resterà socio?
“A vita, il mio sangue è rossoverde”.
Fonte: Repubblica
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