L’importante è la salute: e, visto da lontanissimo, e poi raccontato, quel colombiano che s’è rimesso a correre, in attesa di volare ha cominciato a sorridere. Il Milan è nella testa ma nelle gambe non sembrano esserci più seri impedimenti, (im)palpabili fastidi che in settantadue ore possono scomparire, riducendo e poi azzerando quel margine di perplessità che val la pena di conservare. Zuniga c’è e lotta assieme al Napoli: niente Nazionale, perché giocare subito (una partita vera) sarebbe stato un azzardo, ma l’allenamento sfila via leggero e gli spostamenti (pure quelli laterali) non inducono a preoccupazioni. La formazione resta (teoricamente) un rebus e in quel puzzle in fase di composizione rimane da definire la sagoma da spedire sulla fascia sinistra: Dossena è ripartito – eccome – nella ripresa di Marassi, lasciandosi trascinare dalla reazione del Napoli, mettendoci del suo tanto in fase difensiva quanto in quella offensiva; ma Zuniga gode della precedenza garantita dalle gerarchie, da una freschezza atletica ch’è figlia pure del riposo forzato.
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