NAPOLI – Meno sette (e anzi meno otto): conviene accelerare, leggersi dentro, interrogare il ginocchio, «sentire» il menisco, provare e riprovare, perché poi sarà (anche) Mondiale. Il peggio è passato e quei sei mesi attraversati nel nuvolone restano alle spalle: però adesso bisogna spingersi oltre e tornare a essere – almeno apparente – Camilo Zuniga. Ci siamo e forse è fatta, è stata difficile, dolorosa e pure complicata; però gli allenamenti sono quelli d’un giocatore e la «normalità» è stata sfiorata: un altro balzello e via, verso il rientro. Accadrà a Parma, accadrà con la Lazio: accadrà a breve, insomma, perché il quadro clinico è già da un po’ ristabilito e manca semplicemente la condizione, quel dinamismo che può spingere un allenatore a dire «vai». E Zuniga va verso il rientro, danzando lieve, e magari già oggi potrà essere un altro giorno per coglierne un sorriso e pure un pizzico di soddisfazione per accorgersi che le remore sono scompare, perché sei mesi sono tanti, ci si arruginisce, montano le paure, germogliano le preoccupazioni, può bastare una lievissima dolenzia per far nascere il sospetto che….
RIECCO MAGGIO- Invece sta bene, non benissimo, e l’Arsenal sarà pure un puntino che si perde in lontananza (1 ottobre dell’anno scorso, eh!) e ciò ch’è capitato ha lasciato il segno ma sta per essere rimosso. Castelvolturno riapre, due giorni di riposo non si negano a nessuno dopo quarantacinque partite stagionali e un trimestre del 2014 che ne ha contenute «appena» ventuno: si ricomincia pensando al Parma, avendo però Maggio che si è portato avanti, che ha scelto di andarsene anche ieri a corricchiare un po’. Perché siamo a meno sette, anzi a meno otto, e val la pena di lanciarsi incontro al finale di campionato.
FOLLA IN CORSIA- Meglio abbondare: lo dicevano già un bel po’ di anni fa e il principio vale pure adesso. Certo, il calendario offre una tregua, l’unica «doppia» arriverà all’inizio di maggio, quando la finale di Coppa Italia farà scivolare di tre giorni l’appuntamento con il Cagliari, ma comunque conviene avere l’imbarazzo della scelta e Mesto, che è rientrato nel gruppo da un po’, è una pedina in più. Tutti assieme, appassionatamente, di corsa, sulla fascia.
Fonte: Corriere dello Sport
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