L’uomo in più. Film d’esordio (2001) di quel Paolo Sorrentino che è poi arrivato sino all’Oscar. Anche lì si parlava di calcio, con tanto di uomini e schemi. Ossessione del protagonista Antonio Pisapia, quella di poter contare sull’uomo in più, soprattutto per attaccare. L’uomo in più, già. Preciso, sputato, come quello che ha propiziato l’ultima vittoria del Napoli a Marassi. Alias Juan Camilo Zuniga Mosquera. Un solo tac per coprire trenta metri di campo al 95°, metterla sui piedi di uno sgusciante De Guzman ed ecco che Zuniga ha ritrovato il Napoli in un sol colpo. Dopo che il Napoli aveva ritrovato lui, non senza “spantecare “, a lungo. E perciò, per stavolta scurdammc pure ‘o passat. Ecco l’uomo in più che il Napoli cercava, e dire che ce l’aveva in casa. Perché poi va aggiunto che club di livello eccelso, come il Barcellona, l’avevano lusingato, alla stregua di un top player. Come del resto la Juve e l’Arsenal, ma non solo loro. E per interessare (molto) a squadre di questo cabotaggio, una ragione ci doveva pur essere. Lui l’ha spiegato in un sol lucidissimo lancio, domenica 31 agosto, quasi a recupero scaduto, ma prima c’era stato dell’altro. Molto altro, anche se con le fattezze del thriller.
A RITROSO. Duecentoventi giorni senza giocare. Dal 1 ottobre (2013) contro l’Arsenal, per poi ripartire l’11 maggio scorso (dopo qualche panchina) proprio dal Ferraris, ma contro la Samp e per 18 minuti. Con la complicità del connazionale Duvan (che aveva scagliato la palla fuori) e dopo aver fatto le bizze nel precedente match col Cagliari, lanciando la pettorina: un gesto di stizza per aver capito che avrebbe dovuto rimandare il rientro. Un bel calvario, non c’è che dire. Sul finire del quale, iniziarono ad aleggiare ombre e misteri, poiché il momento di Zuzù pareva non arrivare mai. E poi c’era la questione del contratto, rinnovato e sostanziosamente rimpinguato poche ore prima dello stop. Insomma, una storia alla Hitchcock. Una sosta che pareva spropositata, per un’operazione di pulizia ad un ginocchio operato sette anni prima (meniscectomia). Il tutto alimentava insinuazioni, allusioni. Il fatto cioè che Camilo stava preparandosi “principalmente” per i Mondiali. E, andando ancor più a ritroso, prima dell’intervento, durante il ritiro, la mancata smentita sul trasferimento alla Juve, era stata maldigerita dai tifosi. Insomma molta carne sul fuoco, che adesso pare spegnersi e il fumo diradarsi.
VISTA LUNGA. Quella di Walter Mazzarri che, nonostante l’iniziale scarsa collaborazione del colombiano, insisté (anzi, non volle sentire ragioni) per la famosa riconversione del calciatore sulla fascia sinistra. Quella che poi, in effetti, ha fatto la sua fortuna. « Ha qualità incredibili, potrebbe giocare anche nel Barça» così Mazzarri, quasi come un presagio. Tanto che poi in poco tempo diventò uomo-mercato, richiestissimo. Ecco perché Zuniga può rappresentare l’acquisto di spessore di questa stagione, dopo che nella precedente era riuscito a disputare solo otto match. Benitez lo sa benissimo, come sa altrettanto bene che Zuzù può destreggiarsi egregiamente in svariate zone del campo: anzitutto su entrambe le fasce e poi da trequartista puro, visto che ha velocità, dribbling e sa anche concludere. Pace con Neymar a Miami prima dell’amichevole col Brasile, pace con Benitez, i tifosi, e pace con se stesso. Ecco lo Zuniga ritrovato, ecco l’uomo in più che serve al Napoli.
Fonte: Corriere dello Sport
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