Camilo torna in città. Nella città che l’ha svezzato e lanciato in Italia nel 2008. Che l’ha visto crescere (come giocatore) e soprattutto correre. Chilometri e chilometri sulla fascia destra, da terzino puro, percorsi con quel passo inconfondibile, testa alta e petto in fuori, che mescola lo stile del marciatore, del velocista e del rapper. Juan Camilo Zúñiga – in Europa per tutti Zuniga – è l’ex del giorno. Ed è di certo uno dei più in forma del Napoli: in Colombia ha già conquistato 3 scudetti con il Nacional Medellin, ma in azzurro è ancora a secco. Un motivo in più per marciare (o sprintare, fate vobis) come un matto anche oggi.
GLI SCHERZI – E allora, vamos Cami. È così che lo chiamano tutti. È così che lui sorride con quel passo cadenzato tipico dei sudamericani che nelle vene hanno sangue e musica latina. Il ritmico Camilo è uno dei collanti dello spogliatoio del Napoli. È la vittima prediletta delle battute affettuose del Pocho, che scherza con lui come solo con un amico vero. Un esempio? Il labrador nero di Lavezzi si chiama Camilo. E lo stesso Ezequiel, un giorno, pubblicò sul suo profilo Twitter un piccolo bambolotto color cioccolato vestito da calciatore del Napoli: e lo battezzò Zuniga, ovviamente.
LA METAMORFOSI -Lui si diverte, e del resto è questa la medesima impressione che si carpisce vedendolo giocare. Di certo, però, vuole vincere. E non è un caso che, sin da quando è arrivato a Napoli, s’è applicato come soltanto gli affamati di vittorie sanno fare quando, prima Donadoni e poi Mazzarri, gli hanno invertito la fascia. Nell’estate 2009 arriva tutto contento per proseguire la sua avventura sulla destra in una grande squadra, salvo poi scoprire all’improvviso di dover imparare a giocare sulla sinistra. E anche in fretta.
LA SCOMMESSA – Non c’è che dire, lui è una delle più belle scommesse vinte da Mazzarri: hanno anche litigato, un po’ di tempo fa, perché questa storia dello spostamento a sinistra non gli andava giù, ma alla fine Zuniga è diventato uno dei migliori interpreti del ruolo. Missione compiuta. Bene, bis. Talmente bene che il ballottaggio con Dossena, mancino naturale, è diventato uno dei leit-motiv della gestione del tecnico toscano. E in questa stagione, è proprio Camilo ad aver scalato la vetta delle preferenze.
MOZZARELLA E FINTE – Se Siena è stato il primo amore italiano, Napoli è diventato quello straripante: è in città che il colombiano ha sposato la sua Angelica; è qui che è nata la primogenita Sofia. E poi, dichiarazione di fedeltà eterna alla mozzarella: “E’ tanta roba” , parola di Camilo. Che, se vogliamo, da queste parti è famoso soprattutto per la sua tendenza alle finte: danze sul pallone e doppi passi eseguiti a ritmi vertiginosi. Non ne può fare a meno: “Neanche alla Playstation, confesso”. Evviva la sincerità. Anche Mazzarri non ama fare a meno di lui: se 22 e 27 sono le presenze nei due campionati precedenti, sono già 19 le partite giocate nella stagione in corso. Con tutte le gare di Champions vissute in prima linea, salvo quella con City al San Paolo saltata per squalifica.
IL POLITICO – Una curiosità: il sindaco di Chigorodò, il suo paese natio, ha lanciato l’idea di creare la prima Università dello Sport colombiana. E per supportare la sua proposta ha citato anche Camilo: “E’ il posto ideale, qui sono nati atleti eccezionali come Zúñiga?”. Con gli accenti al posto giusto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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