Ha qualcosa da farsi perdonare, Juan Camilo Zuniga. Sulla sua coscienza, infatti, pesa come un sasso quel cartellino rosso rimediato negli ultimi minuti della partita con la Juve: gomitata a Chiellini e due giornate fermo. Ecco, ricomincia da qui il colombiano tutto corsa e tocchi, tutto velocità e rientri sul destro, il piede che ha più confidenza col pallone.
RIPARTE – Ricomincia da qui, ma anche dalla fascia di sinistra. Quella che è stata il suo tormento, ma anche la sua grande chance in maglia azzurra. Lui, infatti, da quella parte non aveva mai giocato e neppure pensava di saperci fare. In gioventù aveva fatto il delantero, l’attaccante; nella sua testa c’era il sogno di diventare un grande goleador e invece, non ancora ventenne, si ritrovò a giocare da terzino sulla fascia. Quella destra. E poi avanti così, sino a quando Mazzarri non si ficcò in testa che quel ragazzo avrebbe potuto giocare anche dall’altra parte. Ebbene, una scommessa vinta, quella dell’allenatore. Perché Zuniga non soltanto è diventato alternativa buona per tutte e due le fasce, ma, messa la freccia, ha addirittura sorpassato Dossena, che pure era il padrone designato del lato mancino.
MINUTI SIGNIFICATIVI – Numeri alla mano, infatti, tra campionato e coppe, Zuniga ha messo insieme più minuti: 2.690 contro 2.546. Una manciata, certo, ma significativa. Perché? Perché, e questo può sembrare addirittura un paradosso, il colombiano prelevato dal Siena come controfigura di Maggio e, quindi, come esterno portato più all’offesa che al contenimento, spesso – e soprattutto in Champions League – invece, s’è fatto preferire a Dossena perché più disposto dell’altro al gioco di difesa. Insomma: prima a sinistra lui che è destro spiccicato e poi pure in difesa, lui che in passato è stato apprezzato soprattutto per la propensione ad attaccare. Zuniga e il suo rovescio, dunque. Con Mazzarri che inventandosi un giocatore nuovo, l’ha anche arricchito e completato. Ed è questo Zuniga, non più col gomito alto e cattivo, ma con la voglia di riprendersi un ruolo da protagonista, quello che torna per aiutare il Napoli ad uscire dal brutto tunnel di sconfitte nel quale s’è infilato.
IL DUELLO TRA AMICI – Lui e Dossena amici contro. Perché se è vero che per il match contro il Novara il colombiano sembra un passo avanti nelle scelte di Mazzarri, è vero pure che la staffetta o, meglio, l’alternanza con Dossena incombe sempre: complessivamente, infatti, 35 le presenze stagionali di Zuniga e 31 quelle di Dossena. O l’uno o l’altro, insomma. Ma non sempre. Perché, complice spesso l’assenza di Maggio, Zuniga e Dossena hanno anche giocato assieme dal primo minuto. E’ capitato undici volte: nove in campionato, una in Champions e una in Coppa Italia e la loro vita di coppia non è da buttar via: 4 le vittorie, infatti, 5 i pari e due sconfitte. Ma col recupero di Maggio, si riproporrà il solito dubbio: il colombiano, oppure l’italiano sulla fascia di sinistra? Logico che per la qualità e la pulizia del cross col piede naturale sia Dossena ad avere qualche voto in più, ma per la più rassicurante fase difensiva e per la maggiore partecipazione alla manovra – lo racconta la migliore media-passaggi del difensore colombiano: 84,9 contro 80,8 – è invece Zuniga ad avere qualche punto in più. E allora, come sempre e come è giusto, la scelta toccherà a Mazzarri.
LA SCELTA DI MAZZARRI – Scelta legata a due motivi soprattutto: il miglior momento atletico dell’uno o dell’altro azzurro e, poi, l’avversario che ci sarà dall’altra parte. Se più rapido e d’attacco, tenerlo a bada toccherà a Zuniga; se, invece, sul lato sinistro il Napoli potrà sperare d’avere più spazio e libertà, beh, allora nel ballottaggio la spunterà Dossena. Ma va bene così. Le alternative, infatti, sono la fortuna d’ogni squadra. E in una stagione in cui gli esterni sono stati in sottorganico costante, la fortuna del Napoli è stata proprio la capacità del colombiano d’essere alternativa buona sia per la fascia di destra che per l’altra.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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