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Zola: “Napoli da Scudetto, può far male al City di Guardiola. Sarri geniale, e sulla dieci ad Insigne…”

Le parole di Gianfranco Zola all'edizione odierna de "Il Mattino"

Gianfranco Zola, ex giocatore azzurro, ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna de “Il Mattino”. Queste le sue parole: “La prima partita di Champions, anzi di Coppa Campioni come si chiamava allora, la giocai con la maglia azzurra. Potervi partecipare è la gratificazione più alta per un calciatore, ovviamente dopo la Nazionale che viene davanti a tutto. Era Spartak Mosca-Napoli del 1990. La ricordo benissimo, giocammo sotto la neve e a un certo punto in campo non riuscivo più a vedere. Io titolare a Maradona in panchina? Sì, Diego era arrivato il giorno dopo a Mosca e partì dalla panchina. Conoscevamo benissimo la situazione. Faccio una riflessione esclusivamente calcistica: forse con Diego in campo dal 1’ sarebbe andata diversamente.

Napoli? Sarà un’emozione grande tornare in questa città dove ho vissuto benissimo e lasciato forti amicizie oltre che un senso di reciproca stima. Sfida al City? Ciò che sostiene Guardiola al proposito del Napoli io lo dico da tempo a coloro che mi chiedono degli azzurri: dallo scorso anno è la squadra che gioca in assoluto il miglior calcio. Merita tutti i punti che ha conquistati con sacrificio e gioco, non solo bello da vedere ma anche molto efficace. Ho studiato a fondo gli azzurri, hanno grande capacità di uscire e di fare il massimo nella gestione della palla, in qualsiasi situazione. Non buttano mai via la palla, hanno una capacità unica di muoverla in spazi stretti. Sanno controllare la partita con fraseggi corti e sono bravissimi ad attaccare gli spazi. Le cifre sono significative: 12 gol in casa e 14 in trasferta, numeri che dimostrano la forza e l’autorevolezza del Napoli anche lontano dal San Paolo.

Scudetto? Mi auguro sia l’anno giusto. Per il Napoli e anche per il campionato dopo sei anni di dominio assoluto della Juventus. Sarebbe una boccata d’ossigeno per il campionato oltre che un premio per il lavoro della squadra e la passione della città.

Insigne e la numero 10? Sono contento per Lorenzo che è cresciuto tanto in questi anni. È diventato un grande calciatore attraverso il lavoro, il gioco, i risultati ed i gol. Questo gli ha conferito autorità. La regola vale oggi come ieri, un grande campione non nasce da un giorno all’altro ma si costruisce nel tempo. Lorenzo si è conquistato tutto meritatamente in un contesto che lo valorizza. Sulla numero dieci, parlo della mia esperienza personale. Il Chelsea volle ritirare la numero 25, il mio numero. Un gesto di attenzione, ma io sarei contento se volessero riassegnarla. Lo dico anche sulla base della mia esperienza in azzurro, quando indossai la 10 di Maradona. Fu un onore e una responsabilità, mi diede tanto sotto l’aspetto energetico. Uno stimolo in più, lo stesso potrebbe accadere su Insigne. Io però non sono Diego, non tocca a me decidere. Maradona ha fatto qualcosa per la città e per la squadra tale da meritare eterna riconoscenza.

Mertens? Mi piace come interpreta il ruolo di centravanti. L’ho fatto anche io al Cagliari, con Suazo ed Esposito ai lati. È un punto di forza per gli azzurri perché per gli avversari non è facile adattarsi a quel particolare tipo di prima punta. Il difensore ha bisogno di un punto di riferimento, e se di fronte hai il belga, questo punto di riferimento viene a mancare. Sarri ha avuto un’idea geniale, però Mertens ci sta mettendo del suo.

Sarri? Mi piace il suo calcio con fraseggi corti e palla di prima. È simile al calcio che facevamo noi a Napoli con Diego e Careca. La palla viaggiava ad una velocità incredibile. Da allenatore ho sempre cercato di proporre questo tipo di gioco. Sarri come Sacchi? Ho avuto Arrigo come tecnico, non Maurizio. Il parere quindi non può essere attendibile. Certo è che Sarri lavora con grande meticolosità, e questo è un punto di contatto.

Gestione delle forze? Questo è il nocciolo della questione. Non è una gestione semplice. La Champions toglie tanto ad una squadra dal punto di vista delle energie, puoi avere problemi se non sei abituato a gestire le risorse. La Juve ha il vantaggio della rosa più ampia, ad esempio. Juve a -5? Bisogna vedere anche le circostanze oltre che i numeri, analizzando le partite. Con i due rigori sbagliati, la Juve si sarebbe trovata con tre punti in più. Il Napoli sta facendo qualcosa di straordinario con otto vittorie su otto partite, non credo ad una Juve in crisi. Piuttosto credo che sia cresciuto il valore delle altre squadre.

City-Napoli? Due squadre che hanno un’identità definita, con punti di contatto e differenze. Pep cerca di sfruttare più l’ampiezza, Sarri il breve. Il punto di contatto è il lavoro che fanno sull’espressione del gioco. Il City è cresciuto tanto, ma il risultato non è scontato perché dalla parte del Napoli ci sono ottimi giocatori, lavoro e abnegazione. In Inghilterra si viaggia ad una velocità di gioco altissima rispetto agli altri campionati europei, ma l’Italia sta crescendo pian piano sul piano del gioco. Realtà come quella del Napoli riescono a raggiungere risultati con il bel gioco. Il ragionamento è questo: se non puoi comprare i migliori stranieri, bisogna far crescere la qualità del gioco necessariamente.”

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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