L’ha vista in televisione, nel salotto buono di casa con vista sulla zona chic di Londra. “Magic box”, scatola magica per gli inglesi, Zolino per i napoletani, non dice per chi ha fatto il tifo domenica. Lo si intuisce. «Partita molto bella tra due squadre in grandissima forma, mi sono divertito. Sono contento che il Napoli abbia vinto ma poteva finire anche pari, ora il campionato si fa avvincente». Gianfranco Zola ha speso tra Napoli e Parma gli anni migliori della sua carriera italiana. Adesso allena (e bene) a Londra, sponda Watford, serie B inglese, anche lui insegue una capolista (Cardiff) e un sogno chiamato promozione in Premier League alla guida della squadra di proprietà della famiglia Pozzo, titolare dell’Udinese.
Le piace Mazzarri?
«A Parma non ha sbagliato nulla, è un grandissimo allenatore, se fossi stato sulla panchina azzurra avrei impostato la sfida esattamente come ha fatto lui».
I maligni sostengono che il Napoli è solo ripartenze: da allenatore ad allenatore, cosa direbbe a Walter ?
«Ogni squadra ha le sue caratteristiche: il Napoli non è solo ripartenze, è pressing, è abnegazione del collettivo, è possesso palla, è umiltà dei suoi campioni».
Il Parma non aveva mai perso in casa, il Napoli ha sofferto vincendo una delle gare più importanti della sua stagione.
«Esatto, aveva tutto da perdere. Ha saputo soffrire e poi ha piazzato la zampata vincente. Mi è piaciuto».
Il secondo posto in classifica ci sta tutto?
«Credo sia impossibile fare ancora meglio. Giudico il campionato degli azzurri semplicemente fantastico».
Il primo posto è utopia?
«No, per come si stanno mettendo le cose. Certo, se avesse trattenuto Lavezzi per me il Napoli se la sarebbe giocata alla pari con la Juventus».
Si può sperare già quest’anno nello scudetto o il discorso tricolore va rinviato alla prossima stagione ?
«È dura ma oggi il meno tre dalla Juve mette coraggio e fiducia. La mini-rimonta sta aiutando psicologicamente la squadra. Ora il Napoli non può tirarsi più indietro: deve sperare e tentare, non gli costa nulla».
La zona Champions sarebbe il traguardo minimo?
«Altro che minimo. Tornare nella competizione europea più affascinante e prestigiosa sarebbe un ottimo risultato. Ed è alla portata del Napoli».
Più e meno di Juventus e Napoli.
«Maggiore esperienza per i bianconeri ma il Napoli ha più entusiasmo e un pubblico meraviglioso. La Juve ha la Champions, il Napoli l’Europa League: la prima manifestazione toglie maggiori energie».
Tanto per cambiare, a Parma è stato decisivo Cavani. È lui l’erede di Maradona in azzurro?
«Parliamo di due giocatori totalmente diversi. Diego era Diego, il numero uno in assoluto, Cavani ha dalla sua una crescita impressionante da quando è arrivato a Napoli. Anche Edi è un leader, lo dimostra partita dopo partita. Per lui parlano i gol».
La caratteristica che colpisce maggiormente dell’uruguaiano?
«I suoi recuperi difensivi mi sorprendono, sono pazzeschi. Ha una condizione atletica impressionante: ma come fa?».
È tra i bomber più forti del mondo?
«I suoi progressi nelle ultime due stagioni lo collocano di sicuro tra gli attaccanti più forti al mondo. Anzi, in questo momento è il numero uno».
Vincerà la classifica dei cannonieri?
«Credo di sì. Gli auguro di vincere anche qualcos’altro, sinceramente».
Troppo forte per il Napoli e per il nostro campionato? È destinato a lasciare l’Italia?
«Gli do un consiglio: non lasciare mai la casacca azzurra».
Se dovesse andar via, dove lo immagina, in Inghilterra o in Spagna?
«Può giocare dappertutto, è un top-player di livello mondiale».
Insigne ricorda un po’ il primo Zola napoletano? Quale futuro attende questo giovane talento?
«Deve crescere, non bisogna pretendere troppo in questo momento e nemmeno caricarlo di responsabilità. Se rimarrà umile, potrà diventare un giocatore molto interessante. Le eredità sono sempre pesanti, io ho indossato la maglia di Diego e vi assicuro che non dormivo la notte».
Suggerimenti?
«Ad Insigne si chiede di essere il nuovo Lavezzi, diamogli il tempo di maturare senza pressioni».
Quando vedremo Zola su una panchina italiana?
«Mi piace lavorare in Inghilterra e poi quest’esperienza al Watford mi “prende” parecchio. Domani chissà».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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