«Ogni volta che vedo giocare Higuain mi entusiasmo. È davvero un campione che può portare in alto il Napoli». La voce di Dino Zoff sale di qualche decibel quando il discorso scivola sul fuoriclasse argentino.
La Juventus è avvertita?
«Napoli, Fiorentina e Lazio sono lì, hanno i bianconeri a portata di mano. Poi vincere tre scudetti consecutivi non è facile, neppure per la Juve».
Neppure lei ci è mai riuscito.
«È vero, ma ai miei tempi era persino complicato conquistarne due di fila… Ripetersi è un’impresa sempre complicata».
Con le magie di Pipita, con Insigne e Hamsik, il Napoli vuole vincere lo scudetto.
«È forte. Tra l’altro in questo torneo Milan e Inter non sono ancora competitive al 100% e questo è un bel regalo per Benitez. La concorrenza c’è, è enorme ma i bianconeri marciano forte anche verso la Champions».
A proposito del tecnico spagnolo.
«Mi piace il suo approccio, c’è attenzione alla fase difensiva ma anche la voglia di giocare al calcio. Non butta mai via la palla. È bello vedere giocare le sue squadre».
A Londra, il Napoli è apparso un po’ imballato?
«Mica solo il Napoli… Inter, Juve e Milan hanno faticato e rimediato delle figuracce. Ma è normale. Le preparazioni estive in Italia sono molto fisiche e si arriva a queste gare con le gambe pesanti. Fa male prendere queste mazzate, ma non bisogna farne un dramma. È il calcio d’agosto e anche le mie squadre di questi tempi non volavano…».
Questo Napoli ha qualcosa in comune con quello in cui giocava lei o quello di Maradona?
«L’entusiasmo. È qualcosa di travolgente: io non credo a chi dice che può essere un handicap perché la cosa più bella è vedere la gioia della gente al tuo fianco».
Benitez ha conquistato il mondo Napoli.
«È arrivato al momento giusto dopo aver fatto cose buone e qualche errore. Si matura vivendo esperienze di vario genere: ma l’eredità di Mazzarri non sarà semplice».
Così come passare dalla difesa a tre a quella a quattro?
«Ma no, quella è una cosa facilissima ma dipende dai giocatori: se ne hai di bravi, vi riesci in poco tempo. Altrimenti l’adattamento si prolunga».
Si attendeva l’addio di Cavani?
«Non mi ha sorpreso. In Italia nessuno può competere con gli stipendi che pagano gli sceicchi. La sua partenza è pesante: il Matador è di un’altra categoria. Lotta, corre, fa gol sia in contropiede che in area, magari circondato da 4-5 avversari».
Che consigli dà al Napoli?
«Più che altro ai tifosi: devono avere pazienza. A inizio stagione tutto sembra giusto, tutti sembrano bravi, poi magari succede qualcosa, l’ambiente si spaventa e cominciano i problemi».
Questa squadra ha tanti giovani talenti.
«Ho un debole per Insigne. Mi piace come corre, come calcia, ha qualità e qualcosa in più rispetto a Mertens e Callejon, almeno per quel poco che si è visto in queste amichevoli estive».
Anche il Napoli si è arreso e ha un portiere straniero.
«Fino a qualche tempo fa non capivo e soffrivo. Ma devo ammettere che la scuola italiana non ne produce poi così tanti di bravi davvero».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
G.D.S.
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