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Zeman sfoga sul green il doppio dramma

Ieri è morto il padre del centrocampista del Pescara Soddimo

Solo con i suoi pensieri, a calpestare il tappeto verde ancora bagnato dalla rugiada, a scacciare via le ombre con un colpo di drive. Solo che i colpi che ti riserva la vita sanno essere maledettamente pesanti, mica sono roba da cinquanta grammi come una pallina da golf. Il green è diventato l’ultimo rifugio di Zdenek Zeman, il suo tempio della meditazione. Quando si mette in auto e raggiunge il golf club di Miglianico, sulle colline abruzzesi, in provincia di Chieti, a pochi chilometri dal mare, lo fa per scrollarsi di dosso tensioni e paure. Per dimenticare. Chi conosce bene il boemo sa che vedere Morosini cadere sotto i suoi occhi l’ha scosso nel profondo, turbando un animo già segnato pesantemente dal dramma di Mancini, il preparatore dei portieri che con lui aveva condiviso, da giocatore, la favola di Zemanlandia, la prima, quella a tinte rossonere del Foggia. Mancini, volato via due settimane fa, anche lui tradito da un cuore che all’improvviso non ha voluto battere più. Solo che Franco se n’era andato in punta di piedi, da solo, a casa sua, dopo aver partecipato all’ultimo allenamento. Morosini no, è crollato sotto gli occhi di Zeman. E qualcosa da sabato pomeriggio s’è inceppato.

SOTTO CHOC – Chi conosce bene Zeman giura di non averlo mai visto così. Morosini si è accasciato davanti alla sua panchina, sotto il suo sguardo. E il boemo sabato pomeriggio non trovava il coraggio di lasciare il terreno di gioco dell’Adriatico. E’ tornato per ultimo negli spogliatoi, pallido in viso, non una parola. Agli amici che lo seguono sempre, nella vita come nelle scelte professionali, ha chiesto di dare un passaggio alla signora Chiara, perché non aveva alcuna intenzione di tornare a Roma, a casa. Voleva restare solo, con i suoi pensieri. Aveva confidato di voler restare chiuso nella sua casa di Pescara, poi s’è diretto in collina, per sfogare la tensione sul campo da golf. Doveva restare un segreto per tutti: Zeman aveva staccato i cellulari, smettendo di rispondere anche alla moglie. E non ha gradito che le agenzie svelassero il suo mistero. E’ stato sul green fino al primo pomeriggio, prima di andare a pranzo. «Non voglio parlare», ha spiegato. Dovrebbe tornare a farlo oggi, dopo l’allenamento mattutino, quando tornerà dal green all’erba, per rituffarsi nella routine. Nonostante un clima pesante che fa pessima compagnia al Pescara: la morte di Mancini, il dramma di Morosini. E ieri il lutto che ha colpito Soddimo: è morto il papà del centrocampista, stava male da un po’ e Zeman aveva dato un permesso al ragazzo per stargli vicino fino all’ultimo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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