«Qualcuno è stanco?» Tutti tacquero. Così il tour de force biancazzurro prosegue nel tardo pomeriggio di oggi con i soliti interpeti. Nel vocabolario di Zeman la parola turn-over proprio non si trova, tanto «non mi sembra di vedere qualcuno affaticato».
POSTA ALTA – Anche stavolta la posta in palio è molto alta, perché trattasi di un gara di recupero. Significa che, mentre tutti gli altri sono al box per il pit-stop, il Pescara può girare e avvicinarsi sensibilmente alla battistrada Torino. «Se vinciamo andiamo a 1 punto dai granata, se pareggiamo … eccetera eccetera. Si comincia 0-0, come finisce non si sa» , chiosa spiritosamente il boemo. Comunque ha ragione: la sfida è davvero aperta a tutti i risultati. A parte la tradizione favorevolissima di Braglia con il Pescara, «così se dovesse succedere che va male non è colpa mia» – l’ennesima battuta – proprio le caratteristiche della Juve Stabia potrebbero risultare indigeste al Pescara, almeno a fare riferimento alla partita di andata.
ANDATA INDIGESTA – «Lì andò veramente male – spiega Zeman – subimmo tanto senza riuscire a imporre neanche a tratti il nostro gioco. Poi perdemmo per un rigore che non c’era, ma la sconfitta fu meritata. Stavolta speriamo vada diversamente anche se loro hanno conservano la forza caratteriale, lottano sempre, non si arrendono mai».
REBUS TATTICO – Il motivo tattico della gara è un rebus, ma se l’atteggiamento degli avversari fosse cauto a Zeman non dispiacerebbe. «Io vorrei giocare sempre contro squadre coperte come il Sassuolo, però in maniera diversa da come abbiamo fatto sabato nel primo tempo. Non dobbiamo passarci la palla davanti a loro schierati, ma fare dei movimenti tali da farli scomporre e cercare di prenderli alle spalle».
SOTTO PRESSIONE – Qualcuno ipotizza che la squadra cominci ad avvertire la pressione del risultato dopo che è stato fissato il premio promozione, ma il boemo assicura: «Sono ragazzi, sono spensierati, non si rendono neanche conto di quello che stiamo facendo. Magari al premio ci avranno pensato i più grandicelli!».
RETROSCENA SAU – Infine, un piccolo retroscena su Sau, che avrebbe potuto disputare la sfida a maglia inversa. «Ci interessava, ma la prima richiesta era di un milione di euro e io non faccio spendere una cifra del genere alla mia società. Con me ha lavorato sempre bene. Lui è sardo, molto chiuso, parlavamo poco ma ci capivamo bene».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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