Titolare quasi a furore di popolo. Ma non è stato così. Benitez aveva già in mente di schierare Duvan Zapata per risparmiare Higuain in vista della sfida di Supercoppaì. Ma titolare a furor di popolo è stato ribadito dai tifosi ieri sera dopo il quarto centro in campionato, il quinto stagionale con la rete siglata con lo Slovan Bratislava in Europa League. Il colombiano tutto cuore e grinta piace. Corre, sgomita, lotta e va pure a bersaglio con puntualità impressionante. Tutte le volte che gioca da titolare buca i portieri avversari. Realizza ogni settantuno minuti giocati.
Zapata sorprende sempre di più. Per i gol ma anche per come si è calato nel calcio italiano e nella realtà napoletana. C’è chi lo vorrebbe vedere insieme con Higuain. Ma lui si schernisce, fin troppo umile per accampare pretese: «Aspetto il mio turno. Sono contento di dare una mano ai miei compagni quando ce n’è bisogno. Sicuramente uscirà lo spazio anche per me tra campionato ed Europa League», ripete.
Lo scorso campionato venne impiegato in sedici partite (poche volte dall’inizio) eppure mise a segno cinque gol. E fu a quel punto che Benitez impose la sua permanenza anche quest’anno. Intravide in quel ragazzone prelevato dall’Estudiantes per sette milioni di euro le potenzialità per diventare un attaccante di razza. Zapata possiede fisicità e fiuto. Progressione nella corsa. Gli mancava (e gli manca ancora) rapidità nello stretto, quella esplosività che con il fisico che si ritrova potrà trovare solo attraverso lunghi e specifici allenamenti. Ma la volontà c’è. Intanto è partito ancora da lui il «la» per ritrovare morale, entusiasmo e punti importanti per la classifica. Come era accaduto con il Palermo e nove turni dopo con la Sampdoria e poi con l’Empoli. Zapata, il gigante d’ebano di appena ventitré anni già consacrato come l’uomo della provvidenza. Ed in tanti lo raffigurano con le sembianze di un Babbo Natale in quel di Doha. Ma per lui conta sentirsi importante in questo gruppo. Conta maturare tatticamente e tecnicamente. Conta sentirsi importante come già lo fanno sentire i compagni di spogliatoio e Rafa Benitez che sa come gestire i giovani di prospettiva. Bruciare le tappe? Il colombiano vorrebbe ma lì davanti c’è Higuain. Anzi, sogna di potervi giocare più volte insieme e magari trascinare il Napoli più in alto possibile. Ormai si sente partenopeo dentro. Vive la città appena può, neanche un filo di nostalgia perché è coccolato dai tifosi, apprezzato per l’ardore che ci mette su ogni pallone. Ed in questa squadra si avverte la presenza di un calciatore che non disdegna fare a spallate con gli avversari.
La vittoria di ieri ha contribuito a sollevare il morale dopo il ko con il Milan ed in vista del faccia a faccia con la Juve. Merito di Zapata ma anche di tutti gli altri che hanno fatto le prove tecniche per lunedì. Come ha avuto modo di sottolineare Christian Maggio ai microfoni di Sky:«Volevamo rispondere alla sconfitta di San Siro e ci siamo ritrovati. Questo è un buon risultato anche in vista di lunedì. Cercheremo di onorare la maglia a Doha perchè questa coppa manca da tantissimi anni. Cosa manca, invece, al Napoli? Un po’ di continuità, non capisco il motivo per cui contro le piccole stentiamo a giocare a calcio. Dobbiamo cercare di non ripetere gli errori, abbiamo venticinque giocatori fortissimi e vogliamo dire la nostra». Ed uno di questi, anzi due, Zapata e Mertens, hanno spedito segnali forti ieri notte, per il belga si tratta addirittura del primo gol in campionato, avanti con il secondo.
Zapata sorprende sempre di più. Per i gol ma anche per come si è calato nel calcio italiano e nella realtà napoletana. C’è chi lo vorrebbe vedere insieme con Higuain. Ma lui si schernisce, fin troppo umile per accampare pretese: «Aspetto il mio turno. Sono contento di dare una mano ai miei compagni quando ce n’è bisogno. Sicuramente uscirà lo spazio anche per me tra campionato ed Europa League», ripete.
Lo scorso campionato venne impiegato in sedici partite (poche volte dall’inizio) eppure mise a segno cinque gol. E fu a quel punto che Benitez impose la sua permanenza anche quest’anno. Intravide in quel ragazzone prelevato dall’Estudiantes per sette milioni di euro le potenzialità per diventare un attaccante di razza. Zapata possiede fisicità e fiuto. Progressione nella corsa. Gli mancava (e gli manca ancora) rapidità nello stretto, quella esplosività che con il fisico che si ritrova potrà trovare solo attraverso lunghi e specifici allenamenti. Ma la volontà c’è. Intanto è partito ancora da lui il «la» per ritrovare morale, entusiasmo e punti importanti per la classifica. Come era accaduto con il Palermo e nove turni dopo con la Sampdoria e poi con l’Empoli. Zapata, il gigante d’ebano di appena ventitré anni già consacrato come l’uomo della provvidenza. Ed in tanti lo raffigurano con le sembianze di un Babbo Natale in quel di Doha. Ma per lui conta sentirsi importante in questo gruppo. Conta maturare tatticamente e tecnicamente. Conta sentirsi importante come già lo fanno sentire i compagni di spogliatoio e Rafa Benitez che sa come gestire i giovani di prospettiva. Bruciare le tappe? Il colombiano vorrebbe ma lì davanti c’è Higuain. Anzi, sogna di potervi giocare più volte insieme e magari trascinare il Napoli più in alto possibile. Ormai si sente partenopeo dentro. Vive la città appena può, neanche un filo di nostalgia perché è coccolato dai tifosi, apprezzato per l’ardore che ci mette su ogni pallone. Ed in questa squadra si avverte la presenza di un calciatore che non disdegna fare a spallate con gli avversari.
La vittoria di ieri ha contribuito a sollevare il morale dopo il ko con il Milan ed in vista del faccia a faccia con la Juve. Merito di Zapata ma anche di tutti gli altri che hanno fatto le prove tecniche per lunedì. Come ha avuto modo di sottolineare Christian Maggio ai microfoni di Sky:«Volevamo rispondere alla sconfitta di San Siro e ci siamo ritrovati. Questo è un buon risultato anche in vista di lunedì. Cercheremo di onorare la maglia a Doha perchè questa coppa manca da tantissimi anni. Cosa manca, invece, al Napoli? Un po’ di continuità, non capisco il motivo per cui contro le piccole stentiamo a giocare a calcio. Dobbiamo cercare di non ripetere gli errori, abbiamo venticinque giocatori fortissimi e vogliamo dire la nostra». Ed uno di questi, anzi due, Zapata e Mertens, hanno spedito segnali forti ieri notte, per il belga si tratta addirittura del primo gol in campionato, avanti con il secondo.
Fonte: Corriere dello Sport
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