Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, ha festeggiato a luglio i primi 10 anni in rosanero. È lui il presidente che ha lanciato, fra gli altri, Toni, Barzagli, Amauri, Pastore e Cavani.
E l’imminente Palermo-Napoli è la partita di Cavani: l’uruguagio è di nuovo al centro di voci di mercato e di richieste di rinnovo contrattuale, cosa ne pensa?
«Ne so qualcosa, mi sono trovato nella stessa situazione in cui si trova ora il mio amico De Laurentiis. Aurelio farà bene a lasciarlo andare prima o poi per motivi economici, tanto i calciatori non sono legati alla maglia o alle squadre, vogliono bene solo al loro portafoglio».
Prevede dunque un addio di Cavani dal Napoli?
«Quest’anno il Napoli lo tratterrà sicuramente, ma se fossi in De Laurentiis cercherei giá un sostituto. Del resto anche lui ha detto che per certe cifre, seppure altissime, lo venderebbe. È giusto così, anzi è ormai normale fare in questo modo per ogni club intelligente. Dovesse in futuro arrivare l’offerta giusta lo cederei».
Come sono i suoi attuali rapporti con De Laurentiis?
«Ottimi, anzi di più. Lui ed io siamo gli unici presidente affidabili sui venti della serie A. Ha però un unico difetto: è il massimo dirigente di una grande squadra e quindi fa le battaglie per tutti e poi – e lo dico sorridendo – fa finta di stare con le piccole e si siede al tavolo delle big. Comunque è legittimo che avvenga questo».
Non è però riuscito a cedergli Balzaretti…
«L’avrei fatto volentieri. Aurelio mi chiamava ogni giorno per averlo, Balzaretti però ha scelto Roma per questioni personali, perchè Napoli non si rifiuta facilmente».
Il campionato inizia con la sfida Palermo-Napoli: che esordio sarà?
«La sfida tra le regine del Sud, sperando che possano esserlo per l’intero campionato, una bella gara, speriamo spettacolare. Il Napoli è più forte di noi sulla carta, il Palermo è un laboratorio».
È anche una sfida tra Sannino e Mazzarri.
«Due ottimi allenatori che sanno dare identità alle proprie squadre lavorando in profondità. Il pronostico è dalla parte del Napoli, che secondo me è anche più forte del Milan, ma noi contiamo di ribaltarlo».
Il Napoli è reduce dalla discutibile sconfitta in Supercoppa: condivide la rabbia del club?
«Non so se gli azzurri hanno fatto bene, penso solo al Palermo. Ognuno si comporta come vuole, probabilmente io mi sarei arrabbiato molto di più. Capisco infatti che l’onda emotiva del momento ti spinge ad assumere certi atteggiamenti, laddove ci vorrebbe maggiore freddezza. Tuttavia io sono un impulsivo e quindi non posso certo permettermi di giudicare…».
Da uomo di calcio teme, all’inizio del campionato, la solita soggezione degli arbitri verso i club del Nord?
«Non parlerei di soggezione, ma di incompetenza arbitrale. Mi procura, inoltre, notevole fastidio il comportamento dei guardalinee che non si limitano a svolgere il proprio compito ma influenzano gli arbitri su espulsioni e rigori. Il direttore di gara fa corsi specifici, il segnalinee non credo; e comunque la discrezionalità degli arbitri va preservata».
Il Napoli è più debole senza Lavezzi e Gargano?
«No assolutamente, perché Gargano non era un titolare inamovibile e perché Insigne è più forte di Lavezzi ed è anche più motivato. Ci aspetta una gara durissima».
E il Palermo che obiettivi ha?
«Ripeto, è un laboratorio: una squadra giovane che ha bisogno di consolidarsi e crescere. Sono convinto che avrà alti e bassi, magari batte il Napoli e poi perde con l’Atalanta».
Dunque, per domenica sera, non firma per il pari?
«Perché dovrei? Anzi, dirò di più, meglio una vittoria per il Palermo o per il Napoli: il pareggio ormai non serve a nessuno».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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