Macché Cavani, che pure passerà alla storia del calciomercato mondiale per un’operazione da 150 milioni di euro (70 milioni al Napoli, 80 milioni lordi all’uruguaiano che ne percepirà 40 netti, gli altri 40 saranno a carico del Psg).
Il vero re del calciomercato è Aurelio De Laurentiis, 64 anni, presidente del Napoli, produttore cinematografico, imprenditore, commendatore, cavaliere del Lavoro e grand’ufficiale della Repubblica italiana, consigliere della Lega Calcio di serie A.
Ha preso il Napoli in serie C nel 2004, sulle ceneri del fallimento della Società Sportiva Calcio Napoli. In nove anni, De Laurentiis l’ha riportato all’onor del mondo. Promosso in B nel 2006; in A nel 2007; in Champions League nel 2011, ventun anni dopo Maradona; vincitore della Coppa Italia nel 2012; secondo in serie A nel 2013 e qualificato direttamente alla fase a gironi della Champions League.
Ma, l’altro capolavoro di De Laurentiis è lo scudetto del bilancio, conquistato grazie al risanamento totale del club che si è accompagnato alla sua radicale riorganizzazione. Un autentico modello per il calcio italiano.
L’ultimo bilancio ufficiale partenopeo, datato 30 giugno 2012, è stato il sesto consecutivo in attivo e ha registrato un utile di 14,72 milioni dopo 11,6 milioni di tasse, importo più che triplicato rispetto all’utile di 4,2 milioni del 2011.
“Fra le voci di bilancio – ha annotato Il Sole-24 Ore – spicca l’aumento del 23,4% del valore della produzione, i ricavi sono saliti da 122,3 a 150,9 milioni, escludendo le plusvalenze da calciomercato che alcuni club includono nei ricavi. Questo balzo è dovuto essenzialmente all’incremento dei diritti televisivi per la partecipazione alla Champions League, i diritti tv nel complesso sono saliti da 58,4 a 85,8 milioni. Dagli sponsor sono arrivati 26,7 milioni, i ricavi da stadio hanno generato 17,47 milioni. Il segreto del Napoli, stando alle cifre ufficiali del bilancio, è il contenimento degli ingaggi dei calciatori, pur con una rosa di alto livello. Il costo totale del personale è stato di 57,89 milioni, con un’incidenza del 38,36% sul valore della produzione, inferiore a tutti i grandi club di serie A. Il numero medio dei dipendenti è 69,55, di cui 31,88 calciatori.
Modesto il contributo delle plusvalenze da cessione calciatori, pari a 3,87 milioni al netto delle minusvalenze. La cessione più importante è stata quella di Victor Ruiz Torre al Valencia per 8 milioni, con una plusvalenza di 3,66 milioni. Il calciatore era stato comprato nel l’esercizio precedente dal l’Espanyol per 7,5 milioni.
Nello scorso esercizio il Napoli ha investito per l’acquisto di calciatori 39,31 milioni. Le operazioni più costose sono state gli acquisti di Blerim Dzemaili dal Parma e Miguel Angel Britos Cabrera dal Bologna, entrambi valutati 9 milioni, quindi Gokan Inler rilevato per 8,8 milioni dall’Udinese. Sorprende leggere nel bilancio che uno dei giovani più promettenti del campionato, Lorenzo Insigne, 21 anni, sia stato acquistato dal Foggia con una valutazione di soli duemila euro.
I debiti verso il personale per retribuzioni, che nel 2011 erano saliti a una cifra anomala pari a 7,076 milioni, sono scesi a 4,06 milioni; a questo si aggiunge il debito verso il personale per competenze maturate e non liquidate, diminuito da 3,65 a 2,89 milioni.
Un’altra voce che pone il Napoli controcorrente rispetto ad altre società di calcio è l’elevata liquidità, a fine esercizio è aumentata da 9,05 a 26,7 milioni, depositata presso Unicredit. Dopo la fine dell’esercizio nel calciomercato estivo il Napoli ha ceduto giocatori per 32 milioni, «realizzando una plusvalenza complessiva pari a 31,6 milioni di euro», precisa il bilancio. Frutto della vendita di Ezequiel Lavezzi al Psg, che abbellirà il bilancio 2013″.
Lavezzi nel 2012, Cavani un anno dopo per presentarsi sul mercato forte di una solidità e di liquidità senza eguali, tali da consentire al Napoli di catapultarsi in tutte le trattative più importanti: da Gomez a Jovetic passando per Torres, Suarez, Dzeko, Julio Cesar. Questo Napoli non è mai stato così ricco e così ambizioso. Nemmeno ai tempo di Maradona.
Fonte: Calciomercato.com
La Redazione
M.V.
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