Un gol per cancellare le critiche di chi finora gli ha rimproverato qualche errore di troppo sottoporta. Mirko Vucinic a San Siro ha vissuto un’altra notte magica, di quelle che si ricordano. A Zanetti e compagni è già alla rete numero 5, 4 in campionato e una nella finale di Supercoppa italiana 2008-09: l’Inter non è ancora una delle sue vittime Era in dubbio alla vigilia, è entrato e ha lasciato il segno L’attaccante da 15 milioni comincia a ripagare la fiduciapreferite, ma poco ci manca. Insieme a Marchisio è lui l’ “ammazza nerazzurri” perché entrambi non sono alla prima prodezza contro il club di Moratti. Mirko aveva steso l’Inter anche la scorsa stagione con una zuccata che il 25 settembre 2010 aveva decretato la prima sconfitta di Benitez in serie A. Ieri ha punito Ranieri con il quale nella Capitale giallorossa aveva firmato 29 reti in una stagione a mezzo. «Per dire che abbiamo superato la prova di maturità – ha iniziato il montenegrino – è molto presto e adesso dobbiamo dimostrare di essere forti a Napoli. Fare tre punti a San Siro ed essere sconfitti al San Paolo sarebbe una delusione». Ieri però la Juventus si è ripresa la vetta della classifica che il Milan gli aveva portato via per un paio d’ore dopo il blitz di Roma. «Anche se fossimo stati dietro al Milan sarebbe cambiato poco perché dobbiamo guardare solo noi stessi. Ovviamente un occhio agli altri è inevitabile, ma prima di tutto conta il nostro risultato. E infatti io sono felice per questo. E’ stata una vittoria importantissima, ma siamo solo a metà strada. Troppo modesto? No, se non hai qualità e un grande gruppo, non si riesce a stare in testa… Noi abbiamo entrambe le cose» . Pagato 15 milioni di euro, fino a ieri sera Vucinic non aveva convinto del tutto. Il suo secondo gol stagionale contro la “nemica” storica gli permetterà di convincere una parte dei suoi detrattori. «Lo dedico a mio figlio Aleksandar che ha compiuto un anno. L’esultanza con abbraccio a Storari in panchina? Nel riscaldamento quando tiravo e lui era in porta, il pallone andava sempre fuori. Marco mi ha detto “vedrai che durante la partita, andrà dentro”. E’ successo e sono corso ad abbracciarlo. La mia posizione in campo? Io mi trovo bene ovunque, basta giocare».
MARCHISIO – E poi c’è “il nuovo Tardelli” che l’Inter l’aveva affondata il 5 dicembre 2005 nel successo per 2-1 a Torino. Ieri oltre alla rete del 2-1 si era procurato anche un rigore, ma Rizzoli non lo ha concesso tra l’incredulità della panchina bianconera. «L’arbitro ha detto che ormai avevo già tirato – ha raccontato -, ma credo che nel regolamento, dopo un fallo se il pallone va fuori, si conceda il rigore» . Poi sulla vittoria: «Questo successo conta molto. Nell’ultima settimana abbiamo affrontato Genoa, Fiorentina e Inter conquistando punti importanti e mantenendo il primo posto. Adesso riposiamoci perché ci aspetta la trasferta di Napoli contro una grande formazione. Magari saranno un po’ stanchi dopo la Champions, speriamo… Lo scudetto? Pensiamo a restare il più a lungo possibile lassù e a trasformare il lavoro che facciamo durante la settimana in punti durante le partite. I risultati arriveranno. Il Milan è favorito d’obbligo perché è campione d’Italia. Parlare di obiettivo adesso è prematuro. Il mio ruolo? Nel centrocampo a tre mi trovo bene perché mi inserisco in zona gol. Io come Conte? E’ un paragone che mi lusinga anche se ancora non ho vinto niente».
FUTURO SCOPPIETTANTE – Ma le buone notizie non si limitano a quelle in arrivo dal campo perché nel prepartita il dg bianconero Marotta aveva fatto ingolosire i tifosi bianconeri: «L’anno prossimo – ha anticipato – potremo intervenire magari con qualche investimento di assoluta qualità sul mercato, mentre nelle ultime due estati abbiamo dovuto lavorare sulla quantità perché una rosa numericamente importante è necessaria visto che dodici mesi fa gli infortuni ci costrinsero a schierare diversi Primavera» .
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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