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“Volevamo essere Maradona”: la presentazione del racconto di Cuomo al “Tunnel”

Molte pagine sono state scritte sul grande Diego Armando Maradona. Lo scrittore Rosario Cuomo ha scritto sul più grande campione di tutti i tempi, partendo dalla visita del “Pibe de Oro” ad Agerola, luogo natio di Cuomo. 

La presentazione al pubblico presso il locale “Il Tunnel” in Vico Lazzi, nel quartiere Santa Chiara, nel cuore di Napoli, ha avuto la giornalista de “Il Roma” Anna Trieste come moderatrice e la presenza di un altro scrittore-giornalista, Marco Catizone de “Il Mattino, che nell’occasione ha presentato il suo libro “Magic Naples” della collana CentoAutori.

Rosario Cuomo ha impostato il suo discorso sul che cosa rappresenta il calcio per il Sud e per tutti i sud del mondo; come viene vissuto da ragazzi che trasformano una piazza in un campetto di pallone, con tutte le urla e le pallonate che, non sempre gioiosamente, eravamo e siamo costretti a subire. La felicità di questi “monelli” che sprizza dai loro occhi, ci fa sopportare questi piccoli fastidi. Monelli, che per le loro condizioni sociali, almeno nei momenti del loro sfogo calcistico, dimenticano i grandi problemi economici e familiari. Leggeremo cosa ha rappresentato per una intera generazione vivere le gesta di una divinità del calcio.

Si capisce quindi bene dalle sue parole che il libro va al di là dell’aspetto sportivo, spostando l’attenzione sul fenomeno culturale che ha rappresentato il legame tra Diego Armando Maradona e la nostra terra.

Anna Trieste ha perso la parola

Perché si parla del calcio come una malattia:

“Molte persone in un determinato momento della propria vita vengono “infettate” dal calcio e non ne escono  più fuori non essendo facile trovare il rimedio. Malattia quasi incurabile”.

Secondo te Marco nell’attuale rosa del Napoli c’è qualche simbolo come Maradona:

“Non sono un grande esperto di calcio, ma tecnicamente penso che non ci sia nessuno paragonabile al grande Diego. Lui stabiliva dove doveva finire il pallone, poi simbolicamente forse solo Lavezzi, argentino come lui, sta suscitando delle forti emozioni. Si rivedono per strada le maglie dei campioni del Napoli attuale ed i ragazzini hanno ripreso a giocare per strada come una volta”.

Il calcio di oggi trasmette emozioni ancora nei calciatori come negli anni ’80:

“Il calcio attuale non è più un divertimento come prima, ma solo un bussines, perché gli atleti si considerano dei tronisti e divi. Quando Maradona era sul terreno di gioco si vedeva che la sfera di cuoio era la sua passione, al di fuori del campo era genio e sregolatezza”.

Rosario Cuomo ha concluso l’evento, esprimendosi in merito alla longevità del simbolo Maradona ed al rapporto con il Napoli di oggi

“Il simbolo Maradona non morirà mai, rimarrà nel tempo come un’icona nei cittadini del mondo che lo hanno seguito anche in vicende extracalcistiche. Con il Napoli, esiste e lo sarà per sempre la fusione è” il Napoli di Maradona”. Mi auguro, comunque, che l’attuale brillantezza della squadra porti anche ad una rinascita definitiva della città e dei napoletani”.

Dal nostro inviato Alessandro Sacco

 

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