Ha scelto Castellammare. Ha voluto solo la Juve Stabia, passando dal ritiro con il Napoli a Dimaro a quello dei gialloblù a Cascia. Ma per Gigi Vitale l’avvio di stagione è stato ben diverso da quanto immaginato alla vigilia della sua prima stagione nella squadra della sua città. Il sogno di sempre, quello di indossare la casacca della Juve Stabia, è diventato col passare delle giornate un incubo da cui sembra sempre più difficile uscire.
L’ultimo posto in classifica, una condizione che non è ancora quella ottimale, la voglia di spaccare il mondo che non sempre si è tradotta in buone prestazioni in campo. Nel giorno in cui Braglia torna “libero” dalla lunga squalifica, il tornante prova ad analizzare la situazione del club, provando a dare, come già Calderoni, la classica sterzata.
Vitale, da stabiese, quanto è difficile affrontare questo momento?
«Sono dispiaciuto come tutti, ma anche convinto che con la qualità di questa rosa tutto questo finirà presto».
In estate ha voluto con fermezza la squadra della sua città, oggi è pentito della scelta?
«Assolutamente no. È una scelta che rifarei anche oggi».
Protagonista con la Ternana, sempre in B, nello scorso anno, eppure fino ad oggi non è riuscito ad esprimere ancora tutto il suo potenziale: problema di condizione fisica, il peso della responsabilità di essere stabiese?
«Essere stabiese non mi pesa per niente, anzi mi dà ulteriore stimoli a fare bene. Tuttavia devo ammettere che io stesso non mi riconosco in questa prima parte di campionato: spero già da sabato di far rivedere il “vero” Vitale».
Come giudica le esternazioni di Calderoni che ha «bacchettato» pubblicamente il gruppo e in particolare i giovani?
«Non credo che a questa squadra manchi esperienza. Credo, invece, che manchi attenzione e concentrazione durante l’intera durata della partita».
L’impegno non manca, la grinta forse si: qual è il vero male della Juve Stabia?
«Ciò che ci sta condizionando maggiormente è la paura. Questa crea troppa tensione che va a penalizzare le nostre prestazioni. Basterà un risultato positivo per sbloccare l’intero ambiente».
Per uscire dalla crisi può bastare il cambio di allenatore?
«Assolutamente no. Il cambio di allenatore è una cosa che non condivido. È vero che nel calcio a pagare sono sempre gli allenatori, però mai come in questo caso Braglia è quello meno responsabile delle brutte prestazioni in campionato».
Sabato arriva l’Empoli, per voi oltre alla classifica ed all’onore da difendere, anche la responsabilità del futuro del tecnico.
«Sabato arriva una grande squadra con calciatori temibilissimi. Noi abbiamo rabbia da vendere, tanta voglia di riprenderci e non possiamo permetterci di guardare troppo al blasone degli avversari. Vogliamo e dobbiamo vincere, per i tifosi, per la famiglia Manniello, per noi e per il tecnico».
La società ha praticato prezzi popolari, da stabiese lanci un appello alla città.
«In questo momento la società non poteva fare una scelta migliore. Da stabiese chiedo a tutti di venire al Menti per sostenerci per l’intera gara, il momento è delicato e la Juve Stabia ha bisogno dei suoi tifosi».
Fonte: Il Mattino
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