Daspo di gruppo, sicurezza degli stadi a carico dei club e norme più severe per la frode sportiva: con 289 voti favorevoli e 144 contrari, la Camera ha approvato il decreto legge contenente le norme contro la violenza negli, stadi. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. La prima risposta concreta per arginare i tifosi violenti negli stadi arriva così dal Parlamento. Che approva uno dei punti cardine del decreto, quello relativo ai Daspo di gruppo che vieta per tre anni l’accesso agli impianti ai responsabili di violenze di gruppo e da 5 a 8 anni (con obbligo di presentarsi in commissariato) nel caso di recidivi. Il Daspo colpisce anche chi è stato denunciato o condannato per l’esposizione di striscioni offensivi o violenti o razzisti, per reati contro l’ordine pubblico e altri, delitti gravi come ad esempio rapina,detenzione di esplosivi, spaccio di droga. Accanto al Daspo il divieto di trasferta per uno o due campionati nel caso di gravi episodi di violenza. Previsto l’arresto differito per chi intona cori o innalza striscioni che incitano alla discriminazione razziale o etnica. L’altro punto cardine del decreto è che le società sportive dovranno versare una quota dell’incasso (dall’1 al 3%) per pagare gli straordinari degli agenti addetti alla sicurezza. «Con l’approvazione del DL Stadi alla Camera l’obiettivo è stato centrato: restituiamo il calcio agli italiani. Fuori i violenti dalle curve. Dentro famiglie e bambini»: così commenta il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. «Non si sta scherzando – aggiunge il presidente del Coni, Giovanni Malagò – E le pene sono molto importanti. Speriamo che ci si renda conto che non c’è più margine per ripetere certi errori del passato. È normale che i club siano dispiaciuti ma questo è un problema tutto del calcio, in altre manifestazioni anche più importanti come il Sei Nazioni, non c’è un poliziotto, mentre in una partita di Serie A per 5mila persone esiste un enorme dispiegamento di mezzi». Andrea Abodi, presidente della Lega Serie B, invece, contesta aspramente il provvedimento: «È un’operazione di facciata e demagogica per offrire una soluzione di un problema che è ben più grave. Un sistema che genera per le casse dello Stato un miliardo di euro sia oggetto di un’ulteriore richiesta mi lascia perplesso. Ci chiediamo: quali servizi ci dai per il miliardo che ti diamo?».
Fonte: Il Mattino
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