Rafforzamento del daspo, ma nessuna black list delle gare a rischio da giocare solo di giorno, come sembrava che dovesse succedere partendo da Roma, città pilota di un esperimento costellato però da troppi ostacoli per poter andare in porto. E forse anche intriso del rischio di “criminalizzare” la Capitale oltre i suoi… demeriti, al di là degli ultimi fatti legati alla finale di Coppa Italia. Se una risposta forte va data alla recrudescenza di episodi violenti nel calcio, non deve essere attraverso provvedimenti a campione, ma con una strategica sistemica. E’ quello che pensano al Viminale. L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive – organismo in cui la Lega Calcio è organo deliberante: ricordiamolo ai meno attenti – si è riunito ieri per il consesso di fine anno.
ORARI. Dal punto di vista dell’organizzazione degli incontri la responsabilizzazione delle società, padrone di casa dell’evento, è da un po’ un punto fermo. Ecco che quindi, fatta salva la sacralità dei calendari, ogni spostamento preordinato, tra l’altro per un’intera stagione, per rischi connessi all’ordine e alla sicurezza pubblica porrebbe diversi ordini di problemi. Palinsesti? Uno. E poi l’Uefa accetterebbe mai la Champions al pomeriggio? No. Resta salva naturalmente (e questo è l’altro ambito “sacrale” su cui si sancisce un equilibrio di rapporti finora funzionale) il ruolo valutativo del Casms (Centro analisi sicurezza manifestazioni sportive) e la successiva determinazione dei singoli prefetti di spostare eccezionalmente gli orari una gara a fronte di rischi specifici.
FUTURO. C’è da dire che il Viminale coglie segnali di una stagione, la prossima, potenzialmente critica. Occorrerà presto un provvedimento legislativo che potenzi il daspo: rendendolo “di gruppo” (e quindi dando la possibilità di colpire il branco senza dover accertare per ciascuno le responsabilità specifiche), inasprendolo per chi reitera (fino a 8 anni), ampliandone gli effetti territoriali anche ai reati commessi fuori lo stadio ma riferiti al “percorso” di una partita. E conferendogli l’effetto di internazionalità.
Fonte: Corriere dello Sport
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