Luis Vinicio ha 86 anni, un’orgogliosa carriera alle spalle e le idee chiare: «Nessuno è forte come la Juventus, ma quando ci sono delle difficoltà arrivano sempre gli aiutini». L’ex attaccante e allenatore del Napoli si esprime così sulla formazione bianconera all’indomani della vittoria sul campo del Milan nell’intervista che possiamo trovare sulle colonne de Il Roma. Successo netto, e meritato, ma caratterizzato dal mancato giallo a Benatia sul rigore (sarebbe stato il secondo) e dall’espulsione per l’ex Higuaìn, nervoso dopo aver fallito il penalty che avrebbe potuto riaprire la partita. Intanto l’Inter perde 4-1 con l’Atalanta, così il Napoli – che sabato ha vinto nel diluvio di Marassi contro il Genoa – si ritrova da solo al secondo posto, unica squadra – guardando la classifica – in grado di poter fronteggiare la Juventus, distante sei punti. «Ma non ho mai creduto seriamente sull’Inter», sostiene Vinicio.
Perché?
«Non mi piaceva come squadra, pur avendo ottimi giocatori. Anzi, voglio essere più preciso: mi piace eccome, ma non la vedo ancora pronta per il vertice. Non è ai livelli di Juve e Napoli ».
La Juventus resta, da anni, la squadra da battere….
«È molto forte, ma nei momenti di difficoltà trova “aiutini” che altri non hanno. Sono in Italia da oltre trent’anni, è così da sempre».
Oltre gli arbitri…?
«La Juve è una squadra completa, coperta in tutti i reparti: difesa, centrocampo, attacco. Sa giocare palla a terra, coi lanci lunghi, ha specialisti sui calci di punizione. Ma, sarò ripetitivo, non posso non sottolineare che quando ne ha bisogno, qualche “aiutino” lo trova sempre. Come a Milano».
Si riferisce al secondo giallo a Benatia?
«Beh, sì…».
Higuaìn è apparso nervoso…
«Perché aveva giocato male, oltre ad aver sbagliato il rigore. Non era riuscito a gestire quei pochi palloni arrivati dalle sue parti. Poi non so cosa sia successo con l’arbitro tanto da meritare il cartellino rosso».
Il Napoli?
«Gioca bene grazie all’ottimo lavoro di Ancelotti. L’allenatore ha trovato una squadra già forte e organizzata, ma l’ha rinforzata donandogli consistenza e consapevolezza nei propri mezzi. Il suo è stato soprattutto un lavoro mentale sui calciatori. Ora serve qualcosina in più per migliorarla ulteriormente, ma ci sarà tempo e modo per farlo”
Si riferisce al mercato?
«Anche, ma da ex allenatore sarebbe indelicato parlarne. La società starà già lavorando per i giusti innesti, confrontandosi con Ancelotti».
Da attaccante ad attaccante: qual è il suo giudizio su Milik?
«Sono un po’ perplesso. Inizialmente le prime impressioni erano ottime, poi s’è infortunato due volte e fino ad ora non è riuscito ad offrire certezze nel ruolo di centravanti. Spero possa migliorare col tempo».
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro