Più che gli steward, in certi stadi di provincia, ci vorrebbero i marines. Più dei tornelli i carri armati. Non c’è dubbio che le immagini a contorno di Giugliano-Volla hanno mostrato una scena di guerriglia. «Sono inorridito e disgustato. Non c’erano segnali di tensione che lasciasse prevedere quello che di tremendo è successo». Vincenzo Pastore, presidente regionale della Figc è ancora sotto choc.
Quali le cause di questo imbarbarimento?
«Non c’è un motivo per quello che è successo. La partita di calcio è stato solo un pretesto per innescare un meccanismo di violenza che non ha nessuna relazione con l’evento sportivo. E pure se ci fosse stata una provocazione, quello che si è visto è allucinante».
Qualcosa a metà tra un film di Bud Spencer e Arancia Meccanica.
«È il primo episodio di questo genere in questa stagione, organizziamo ogni fine settimana circa 600 gare, oltre a migliaia di gare del settore giovanile. Non era successo proprio nulla fino ad adesso. Non vorrei che ora si tornasse a parlare di un calcio campano violento».
Le immagini di Mugnano sono scioccanti, però.
«Lo sono anche per me. Ma io che posso farci se tra poche centinaia di tifosi si annidano dei delinquenti?».
Poteva giocarsi a porte chiuse la partita?
«Ma non è la Figc che ha questo potere! Poi io non ho ricevuto nessuna notizia allarmante prima di questa partita. E non a caso sul campo, mi dicono, c’erano appena tre carabinieri».
Forse troppo pochi.
«È stato un anno speciale, eccezionale per certi versi: non una rissa, nessun incidente in campo o sugli spalti, non un arbitro aggredito. Abbiamo organizzato la finale di Coppa Italia tra Volla e Scafatese con le due tifoserie mescolate tra di loro. E ogni volta che c’è stato un segnale di pericolo abbiamo chiuso lo stadio poche ore prima che le squadre scendessero in campo, come è successo per Libertas Stabia-Angri».
Tra i ”picchiatori” fin qui identificati non ci sono tesserati federali.
«Non mi sorprende: la nostra attività di sensibilizzazione tra le società è interminabile. Le lacrime del presidente del Giugliano le capisco e le condivido: tanti sacrifici rovinati in questa maniera. Gli esprimo la mia vicinanza. Così come al commissario di campo Bruno Brasiello che ha pagato il proprio coraggio e il proprio senso di responsabilità finendo all’ospedale».
Certo, l’aspetto culturale ha la sua rilevanza?
«Condivido. Sono stato proprio domenica a una cerimonia in onore di don Peppe Diana che tanto amava il calcio e mi chiedevo: che fine hanno fatto gli oratori e le partite giocate su quei campetti dove imparavi il senso dell’onore e del rispetto?».
Ora serve una sentenza esemplare?
«Spero che vengano puniti tutti i responsabili in maniera decisa».
Fonte: Il Mattino.
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