E’ il crocevia Bologna, il capoluogo dell’Emilia Romagna, l’epicentro del Centro-Nord. Guardando la cartina dell’Italia, la città degli asinelli rappresenta il vero luogo di passaggio nel Nord ricco e che spesso si macchia di presunzione, pensando di poter essere autosufficiente. L’Emilia Romagna, con il cemento che emana l’odore delle braccia napoletane, che negli anni ’70 hanno riempito quella regione per accappararsi un diritto che le difficoltà della nostra terra spesso mette in discussione: quello a lavorare. Da Bologna a Carpi a Modena e dintorni, fino ad arrivare alla capitale economica Milano, sono luoghi che esprimono la cultura del lavoro partenopea lontano dalla meravigliosa Napoli.
Bologna, però, è anche il crocevia dei successi. La storia del Napoli ci ricorda che finora solo due generazioni hanno vissuto a stretto contatto con le vittorie e solo la seconda ne ha potuto godere effettivamente. Il primo ciclo arriva con gli anni ’70, anche se è più corretto parlare solo di due stagioni al vertice. La prima giunge nel 1970-71, con una squadra composta da campioni come Zoff, Juliano ed Altafini, ma i racconti dei tifosi più adulti segnano quell’anno come i primi brutti ricordi sulle questioni arbitrali. Il Napoli si affaccia alla finestra delle grandi e viene gettato via dall’arbitro Gonnella, che a San Siro, accompagna la rimonta interista dallo 0-1 al 2-1, inventando un rigore per un presunto fallo d’ostruzione di Panzanato su Boninsegna. Le recenti dichiarazioni di Mazzola, che ha ammesso di essere entrato nello spogliatoio dell’arbitro e di aver usato toni duri, hanno fatto chiarezza sulla gara del 21 Marzo 1971. Gli azzurri arrivano terzi, proprio dietro le due milanesi. A Bologna il Napoli perse 1-0 il 17 Gennaio 1971, quindi un altro ricordo non piacevole da aggiungere al puzzle della memoria.
La stagione che, però, ancora esprime l’amarezza di chi arriva vicino al traguardo e poi non riesce ad arrivare primo, è quella del 1974-75. Lo spumeggiante Napoli di Vinicio arriva al secondo posto alle spalle della Juventus. E’ l’anno del gol decisivo di “Core N’grato” Altafini nello scontro diretto del 31 Marzo a Torino che ammazza i sogni del calcio totale di Vinicio.
Il 5 Luglio 1984 arriva “Il Pibe de Oro” dall’Argentina; il colpo di Corrado Ferlaino segnò l’inizio di un ciclo, che finalmente conciliava la straordinaria tifoseria partenopea con le vittorie. Arrivano due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana.
In tante vittorie il crocevia è sempre Bologna; nell’87 il Napoli vince 4-2 in Emilia ai quarti di Coppa Italia e vola verso la vittoria di quella competizione, che rappresentò la doppietta Scudetto-Coppa Italia.
Il 2-4 più bello arriva il 22 Aprile 1990 perchè contemporaneamente a Verona avviene l’inaspettabile crollo del Milan, che perde 2-1 contro la compagine gialloblù ma soprattutto il livore milanista determina l’espulsione di Sacchi, Costacurta, Rijkaard e Van Basten. Pur essendo primavera inoltrata, era una giornata grigia al “Dall’Ara” di Bologna ma si colorò d’azzurro. Indimenticabili i racconti di chi affollava i due treni speciali partiti da Napoli; molti viaggiarono in piedi e tenendo ben stretti i biglietti. Domani ci sarà il passaggio del testimone dai padri ai figli; negli occhi dell’esodo dei quindicimila la volontà di sognare il tricolore, di vivere il riscatto dopo tanti anni d’inferno calcistico, ma soprattutto il desiderio di alzare la testa contro le ricche milanesi, abituate a vincere in Italia ed in Europa. Lo scudetto del ’90 segna l’ingresso del Napoli anche a livello politico nel calcio che conta, evento segnato dalle mille polemiche per la monetina di Alemao e per l’arbitraggio di Lo Bello a Verona. Molti partenopei che invaderanno Bologna vivono al Nord, dove la sofferenza è più grande perchè il risultato del Napoli trasforma le settimane a livello sociale, come quando mentre gli azzurri bazzicavano sui campi della C qualcuno a pochi metri festeggiava magari il trionfo in Champions League. E’ il momento del passaggio del testimone, come in una staffetta tra le generazioni, unite dalla passione per l’azzurro.
Vi proponiamo il video di Bologna-Napoli 2-4; inoltre il passaggio di testimone avverrà anche in campo per la famiglia Bigon. Da Alberto a Riccardo, la storia non deve cambiare.
Ciro Troise
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