Allo stadio Monumental di Buenos Aires l’Argentina di Sebella affonda il Venezuela con un secco 3-0, consolidando il primato in classifica nel girone di qualificazione sudamericano del Mondiale 2014. Fra i titolari dell’Albiceleste non compare Hugo Campagnano, mentre gli ex napoletani Lavezzi e Fernàndez presenziano, rispettivamente, nel trio d’attacco insieme a Messi e Higuaìn e nel quartetto di difesa completato da Zabaleta, Garay e Rojo. Fin dai primi minuti i padroni di casa si impossessano del pallino del gioco grazie alle accelerazioni di Lionel Messi che creano disordine alla retroguardia difensiva venezuelana. Al 9’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, è proprio l’attaccante del Barcellona da posizione centrale a rompere il ghiaccio con una potente conclusione sventata dal portiere Daniel Hernàndez con i pugni. Le trame di gioco argentine passano per la maggior parte attraverso i piedi del metronomo ex Roma Fernando Gago (rigenerato dalla gestione Sebella), abile a smistare il pallone con intelligenza e precisione. Dopo aver triangolato con Higuaìn, Leo Messi conclude verso la rete al 17’ con un diagonale basso, ma l’estremo difensore venezuelano respinge ancora una volta la minaccia. Col passar dei minuti l’offensiva dei padroni di casa diventa sempre più asfissiante. “El Pipita” Higuaìn sfiora il gol dopo che il difensore avversario Túñez si oppone con il corpo alla sua conclusione in area piccola su cross del dinamico Montillo, ma questo è solo il preludio di ciò che si concretizzerà un minuto dopo. Al 28’ l’Argentina si porta in vantaggio con il centravanti del Real Madrid che, a tu per tu con il portiere avversario, insacca con freddezza raccogliendo un delizioso assist di prima intenzione di Messi dal limite dell’area di rigore.Nonostante il vantaggio, i padroni di casa non smettono di macinare gioco, incitati dai cinquantamila paganti del “Monumental”. I venezuelani non riescono a superare la metà campo se non attraverso in consistenti lanci per i vari Rondòn e Seijas (mai entrati in partita). Questi ultimi provano ad alzare il proprio baricentro di gioco lasciando ingenuamente spazio ai velocisti argentini. Per l’appunto vengono ammoniti due de “La Vinotinto” Gonzàlez e Rincòn , rei di aver steso Messi in un paio di circostanze. La prova evidente della mancanza di concentrazione degli ospiti viene fornita dal difensore Cichero, il quale colpisce con il braccio il pallone nella propria area di rigore in maniera grossolana. L’arbitro peruviano Carrillo assegna il penalty che Messi trasforma agevolmente piazzando la sfera sotto la traversa, realizzando così il suo ottavo centro in queste qualificazioni mondiali.
Gli ospiti si affacciano per la prima volta in area di rigore avversaria dopo dieci minuti l’inizio della ripresa con la conclusione, decisamente imprecisa, del terzino Cichero. Tre minuti dopo il tris è servito con Higuaìn che realizza la sua doppietta personale sfruttando, ancora una volta, un assist in profondità di Messi per poi infilare il portiere avversario con un tocco preciso. Con il risultato ampiamente acquisito, la partita diventa una pura formalità per i padroni di casa, abili ad addormentare il match attraverso un eccellente possesso palla. La girandola di sostituzioni per entrambi i versanti caratterizza gli ultimi venti minuti della gara, terminata con un secco 3-0 per gli argentini.
Risulta complessivamente buona la prova di Federico Fernàndez, apparso concentrato e molto attento nel non commettere alcuna sbavatura difensiva, avvantaggiato per di più dall’inconsistente prestazione degli attaccanti avversari. Vedremo se martedì prossimo, in occasione della trasferta dell’Albiceleste in terra boliviana, il C.T. Sebella ricorrerà all’innesto di Hugo Campagnaro nel quartetto di difesa.
Formazioni:
ARGENTINA: Romero, Zabaleta, Garay, Fernàndez, Rojo, Mascherano, Gago (62’ Banega), Montillo, Messi, Higuaìn (80’ Palacio), Lavezzi (84’ Rodrìguez).
VENEZUELA: Hernàndez, Vizcarrondo, Cichero, Túñez, Gonzàlez, Arango (75’ Gonzàlez), Lucena, Rincòn, Seijas (57’ Otero), Felscher, Rondòn (82’ Fedor).
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Gilberto D’Alessio
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