Mentre a Londra l’aria era ancora calda di spirito olimpico e sentimenti antirazziali, in Italia si assisteva già al primo episodio di razzismo in campo. A , partita di Coppa Italia con il Ponte San Pietro (serie D). Gli ultrà della curva nord hanno insultato e contestato Giulio Ebagua, nigeriano, un calciatore della loro squadra. Che dopo aver segnato il gol del pareggio, ha reagito mostrando il dito medio e provocando l’ira ulteriore dei tifosi usciti dallo stadio senza neanche vedere il gol della vittoria di Lazaar. La contestazione è proseguita fuori dagli spogliatoi. Il presidente del club ha annunciato un provvedimento per Ebagua, ma con fermezza ha deciso «di sostenere il ragazzo che ha reagito a cori ripetuti e discriminanti per lui e per la sua razza». Cori per i quali la società verrà anche multata. «Tengo a precisare che la contestazione è arrivata solo dallo spicchio degli ultras della curva nord e che tutto il resto dello stadio si è immediatamente dissociato sostenendo e inneggiando Ebagua. Spero di non dover più assistere a tali episodi anche perché ritengo che in una situazione come questa non ci sia nessun vincitore ma ben tre sconfitti: i tifosi, Ebagua e lo sport». Verso la fine della scorsa stagione, il calciatore aveva manifestato l’intenzione di lasciare Varese. Ebagua si è poi scusato con gli spettatori e con la città per il gesto.
Fonte: La Repubblica
La Redazione
M.V.
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